lunedì 16 marzo 2009

Concerti d'ORO


I biglietti degli U2 per San Siro - 7 luglio - se ne sono andati venerdì scorso in 24 ore. In attesa che si aprano le danze sulla seconda data dei «mitici», non si può far a meno di notare che il prezzo dei biglietti è salatuccio: 150 euro e, a scendere, 95, 65, 55, 50, 30. Il tutto, sia chiaro, concordato con la band che, come ogni altra formazione, dice una parola definitiva sul prezzo d’ingresso. Andrà esaurita di sicuro, per gli U2, anche la seconda data, perché il pop-rock per ora non piange: nell’allarme quotidiano sulla crisi economica, nel pianto greco che è diventato leit motiv della nostra vita, è consolante parlare con gli organizzatori di questi eventi rumorosi e colorati, unici rimasti a segnalare la precaria vitalità della musica popolare. Ci si preoccupa semmai su quel mesetto di fuoco, fra giugno e luglio, dove è concentrato l’inconcentrabile, con rischio di qualche forno.
Il mondo degli organizzatori dei concerti in Italia è tumultuoso. Sono in sei o sette a tirare le fila, fra loro non si piacciono troppo, la polemica è sempre in agguato, solidarietà di categoria neanche parlarne: in fondo, è lo stesso individualismo che permea l’universo musicale italiano, dove ognuno fa per sé. Tutti però sono concordi sul fatto che il settore non soffre la crisi: nessuno ha licenziato e anzi si registra qualche assunzione; niente risparmi poi, dovendo tutto filare liscio nella infernali adunate di fronte a un palco.
Isola felice, quella dei concerti, ma con pochi abitanti: tutti valutano fra le 500 mila e il milione di persone l’indotto delle serate nell’Italia intera. In un paese di 60 milioni di abitanti, è una nicchia disposta a saltare un week-end lungo ma non l’evasione serale, spiega Ferdinando Salzano. Lui gestisce Baglioni e Mannoia che stanno felicemente per ripartire, più altre grandi star italiane: «A me capita anzi che a rimanere invenduti siano i biglietti che costano di meno». Il problema è semmai il caro-biglietto che tracima sul web, dice Roberto De Luca, il principe, rappresentante in Italia della multinazionale Live Nation: lui si destreggia fra Madonna (quasi esaurita a Milano), U2 e Kathy Perry (23 giugno, Idropark di Milano), mentre Live Nation sta per associarsi con l’altro colosso Ticketmaster: «In tutto il mondo, senza che ci possiamo fare niente, i bagarini imperversano, e il mio mestiere è di vendere biglietti. Parecchi siti vendono a cifre esorbitanti: perché far guadagnare altri?».
La gestione dei database dell’enorme merge in corso preoccupa altri operatori, come Claudio Trotta, il movimentista della sparuta compagnia, che porta Springsteen, Lenny Kravitz, e fra pochi giorni gli straesauriti AC/DC: «Ci sarà un controllo su tutto, e comunque ormai il problema è che è saltata tutta la filiera della musica: artista-manager-promoter-etichetta non esiste più. Che sistema arriverà? La maggior parte degli artisti, chi per sopravvivenza chi per avidità, vogliono ricavare sempre più dal live. Il pubblico paga, gli operatori hanno margini sempre più ridotti per investire sul nuovo». Questo è il vero guaio: tutto il potere alle grandi star, emergenti nella polvere. A meno che non si becchino quelli giusti, come succede a Rizzotto dell’Indipendente per gli acclamatissimi yankees Killers: il Forum di Milano che li ospiterà martedì è esaurito da tre mesi, e loro torneranno in giugno, all’Arena e il 14 luglio a Roma con i Franz Ferdinand. Spunta qualche preoccupazione assennata: «Quando sarà finito il giro delle reunions, saremo obbligati a lavorare sugli emergenti, e non ci sono più spazi perché i club chiudono». Altro guaio italiano, continuano a latitare i Festival: «Ne sono nati in pochi mesi dal Portogallo alla Polonia, qui non si riesce: manca la collaborazione con gli Enti Locali, e spazi adeguati dove si possa far musica tre giorni fino alle 4 senza disturbare nessuno».
Trattare con le star internazionali, fa sempre drizzare i capelli per i costi: Mimmo D’Alessandro, che con Galli gestisce un ampio parterre e porterà gli Eagles a Milano, ed Elton John con Anastacia all’Arena di Verona a 150 euro a biglietto, spiega che si è costretti a rinunciare a tanti grandi, per i costi: «Ad alcune aste non concorriamo nemmeno più. Beyoncé non viene perché costa troppo, Leonard Cohen che doveva tornare, andrà da un’altra parte dove gli offrono di più».
Il mondo più inaffondabile resta quello dell’heavy metal. Ci vive molto sopra la Live di Andrea Pieroni, la sua due giorni di «Gods of Metal» a Monza a fine giugno sarà esaurita, anche se lo sponsor Heineken ha ridotto il budget: «Ho parlato con gli artisti, ho spiegato i problemi economici, hanno accettato la riduzione del 25 per cento del cachet». I due concerti dei Metallica a Milano e Roma sono pure sold out da mesi. Isola felice, finché dura.

venerdì 6 marzo 2009

torna il "RE" in concerto a Londra


Dopo anni di assenza, Michael Jackson tornerà presto ad esibirsi live a Londra: lo hanno annunciato i media britannici senza però fornire date precise. In ogni caso «Jacko», che in alcune foto recenti appariva deperito se non addirittura malato, dovrebbe tornare a calcare la scena della O2 Arena londinese la prossima estate.
La portavoce della pop star Celena Aponte non ha confermato la notizia, ma ha anticipato che presto verrà fatto un annuncio.
Nell'attesa, i bookmakers di Oltremanica già scommettono sul possibile forfait dell’ex re del pop. Per William Hill si gioca a 6,00 che «Jacko» darà forfait alla prima data, mentre la sua presenza sul palco è bancata a 1,10. Un ritorno in cima alla hit parade con un nuovo singolo è proposto a 9 contro 1, mentre Michael in cima alle vendita musicali del prossimo Natale è bancato a 30,00.
L’ultima esibizione live del padre di «Thriller» risale al 2006 durante i World Music Awards. «Jacko» aveva appena iniziato ad intonare «We Are the World» quando lasciò il palcoscenico.