venerdì 6 novembre 2009

MTV Europe Awards








Nell'anno che vede i vent'anni dallo storico crollo del muro che divideva le due "Germanie" , Berlino ospita la 16ma edizione degli Mtv Europe Music Awards. A fine serata la regina incontrastata è Beyoncè che ha portato a casa tre premi (gli Awards sono assegnati dal pubblico): miglior canzone, miglior video e miglior artista femminile.
Il concerto degli U2 e il muro delle polemiche
Al di là dei premi, questa edizione sarà ricordata per il concerto degli U2, uno show solo in parte riproposto durante la diretta serale conclusa dal duetto tra gli U2 e Jay-Z in Sunday Bloody Sunday. Un gioco di luci e colori per mezz’ora ha trasformato la Porta di Brandeburgo in un palcoscenico da favola per gli U2, che con sei canzoni hanno mandato letteralmente in delirio i circa 10mila fortunati assiepati sotto il monumento simbolo della capitale tedesca.
Ma è stata anche polemica su un «muro» costruito per impedire ai curiosi senza biglietto di carpire qualche memorabile immagine del concerto gratuito tenuto in occasione del ventennale della caduta del Muro di Berlino. Gli organizzatori hanno deciso di erigere una barriera di metallo alta due metri, che ha fatto infuriare non pochi fan sprovvisti di biglietto. «È una vergogna che sia stata costruita una barriera. Ha impedito a molti berlinesi di sentire il concerto», ha attaccato un esponente politico locale, Frank Henkel, intervistato dalla Bbc.
Per l’evento sono stati bruciati in poche ore i 10mila biglietti gratuiti messi online. Diverse centinaia di persone si sono comunque radunate davanti alla barriera di metallo, coperta da un telone bianco.
In un comunicato, Mtv, organizzatrice del concerto, ha spiegato di non avere «in nessuna circostanza costruito un muro attorno al sito dell’esibizione degli U2». L’emittente musicale ha precisato di aver «piazzato una barriera temporanea di sicurezza attorno al perimetro del sito», in accordo con le autorità di Berlino, per mettere in piedi «un dispositivo di sicurezza completo per l’evento». L’agenzia Rmp, che rappresenta gli interessi degli U2, non ha fatto commenti.
A Berlino 16 anni dopo
Questa edizione è stata un ritorno al passato: la prima, 16 anni fa, si era tenuta proprio a Berlino ed è la prima volta che gli Awards tornano per la seconda volta nella stessa città. Lo show è, e non potrebbe essere diversamente, uno spettacolo soprattutto televisivo, dove, al di là dei nomi importanti del cast conta l’immagine, il glamour, e il pubblico a cui si parla è fatto di giovanissimi.
La serata è stata condotta da Caty Perry, regina del glamour che è salita sul palco in un look stile Liza Minnelli in cabaret. Beyoncè è stata molto sexy in guepiere rossa, Shakira circondata da ballerine ha confermato la sua fama di performer-ballerina ad alta gradazione erotica, i Tokio Hotel, star tedesche nati a Lipsia nel 1989, hanno suonato con una spettacolare scenografia che dava l’impressione delle fiamme sul palcoscenico. Davvero belle anche le immagini scelte per la performance di Jay-Z inserito nello Sky Line di New York.
Omaggio e «Legend Awards» per Michael Jackson
Tra le varie esibizioni c’è stato spazio anche per un omaggio a Michael Jackson al quale è stato assegnato il Legend Awards con un video celebrativo con ragazzi di tutta Europa che cantavano sui suoi brani.
Lunga anche la lista dei «premiatori» con Asia Argento, Jonas Brothers, Backstreet Boys, Jean Reno, Juliette Lewis, la super model Bar Refaeli, David Hasseloff, la ex star di Bay Watch che in Germania è una star e che è apparso molto su di giri.

sabato 18 luglio 2009

Coldplay da Guiness


Secondo i dati della Nielsen SoundScan, i Coldplay sono infatti i primi artisti a vendere più di un milione di album digitali negli Stati Uniti. Il gruppo ha venduto 1,358 milioni di album digitali negli Stati Uniti e la loro etichetta, la Emi, dichiara la vendita di due milioni di album digitali in tutto il mondo.
I Coldplay hanno una lunga storia di record di vendite. "Viva La Vida", il loro ultimo album, è l’album digitale più venduto nella storia di SoundScan mentre "X&Y" del 2005 fu il primo album digitale disponibile in pre-ordine. Dopo l’uscita di "X&Y", i Coldplay sono diventati i primi artisti a vendere milioni di tracce digitali negli Stati Uniti.
Il video per il nuovo singolo "Strawberry Swing", sarà in anteprima su babelgum.com a partire da lunedì 20 luglio. L’incredibile cortometraggio è stato diretto dal gruppo di artisti Shynola e vede il cantante Chris Martin nella veste di un supereroe animato in un mondo disegnato coi gessetti colorati. È su YouTube e sul sito della band è già visibile un divertente trailer del video.

lunedì 25 maggio 2009

BOCELLI al Colosseo

Sarà preceduto da un ’invito all’ascoltò da parte di Francesco Totti, l’atteso concerto di beneficenza per l’Abruzzo che Andrea Bocelli terrà stasera a partire dalle 21.30 all’interno del Colosseo.Oltre agli spettatori, che potranno assistere dal vivo all’evento all’interno dell’Anfiteatro Flavio perché acquirenti dei biglietti-benefici da 1.000 euro, disponibili in numero limitato per ovvi motivi di capienza del luogo simbolo della capitale eccezionalmente concesso per l’evento, la serata arriverà in tutto il mondo grazie alla diretta di Raiuno, Radio1 e Radio Italia e alla trasmissione all’estero di Rai Italia.
Il concerto-evento del tenore italiano più amato nel mondo, organizzato e prodotto dalla Four One Music & Events (la stessa che nel 2003 portò Paul McCartney all’interno del Colosseo), con il patrocinio del Comune di Roma e della Soprintendenza del Ministero dei Beni Culturali si intitolerà «L’alba separa dalla luce l’ombra - Andrea Bocelli al Colosseo». Un titolo che prende spunto dalla seconda de «Le quattro canzoni d’Amaranta» scritte da Gabriele D’Annunzio e musicate da Francesco Paolo Tosti, che ripercorrono le antinomie tra il giorno e la notte, tra la vita e la morte: un inno alla vita e alla voglia di rinascere, che assume un particolare ed evocativo valore di solidarietà e speranza per le vittime del terremoto abruzzese.
Ad accompagnare Bocelli sul palco del Colosseo ci sarà, infatti, l’Orchestra Sinfonica della Regione Abruzzo la cui sede oggi non esiste più. E il ricavato dell’evento sarà devoluto al Ministero dei Beni Culturali per la ricostruzione del Conservatorio de l’Aquila. A dirigere l’Orchestra sarà il maestro Marcello Rota, che accompagnerà Bocelli nell’esecuzione di pagine accuratamente scelte nell’ambito del suo vasto repertorio: grandi romanze popolari alternate ad arie sacre rese celebri dai grandi tenori del passato.
A presentare il concerto su Raiuno sarà Milly Carlucci mentre la regia sarà affidata a Maurizio Pagnussat. Guest star della serata, il celebre soprano Angela Gheorghiu che duetterà con Andrea Bocelli in tre diversi momenti. Il Coro Lirico e Sinfonico Romano accompagnerà Bocelli in alcune delle più popolari liriche del nostro panorama musicale, con omaggi alla grande tradizione operistica italiana ed internazionale: da “Mattinata” di Leoncavallo a “Non ti scordar di me” di De Curtis, da “Panis Angelicus” di Frank a “Mamma” di Bixio, il tenore intonerà 14 brani di grandissimo impatto artistico da una delle location più suggestive al mondo.
Alla serata sono attese moltissime autorità e esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. I biglietti per assistere dal vivo a quello che si annuncia un vero e proprio evento sono in prevendita sul sito degli organizzatori del concerto (www.fourone. it) ma anche al botteghino allestito presso il Colosseo.

venerdì 15 maggio 2009

Il ritorno di "LIGABUE"


Il 5 giugno uscirà “Sette notti in Arena” (Warner Music), il cd-dvd live di Luciano Ligabue con l’orchestra dell’Arena di Verona. Il progetto raccoglie tutte le canzoni in cui era coinvolta l’orchestra durante i concerti dello scorso anno che hanno visto la presenza di oltre 90mila persone.
Dopo il successo di pubblico e di critica delle sette date sold out del 2008, il rocker di Correggio tornerà anche quest’anno all’Arena di Verona. Lo farà dal 24 settembre con una serie di concerti che segna il suo ritorno sulle scene live (prevendite già aperte), unico appuntamento dal vivo in Italia nel 2009.
Anche quest’anno a canzoni in cui Ligabue si esibirà da solo con l’orchestra, se ne alterneranno altre in cui il rocker si esibirà accompagnato dalla sua band, fino alla fusione di band e orchestra. La band che accompagnerà Ligabue nella cornice dell’Arena di Verona è composta da Federico Poggipollini (chitarra), Niccolò Bossini (chitarra), José Fiorilli (tastiere), Luciano Luisi (tastiere e programmazioni), Michael Urbano (batteria), Kaveh Rastegar (basso).
Intanto Ligabue, dopo il fortunato tour europeo che lo ha visto protagonista lo scorso anno, torna a suonare in Europa toccando alcune capitali europee: il 23 maggio a Barcellona, il 25 a Londra, il 28 a Amsterdan e il 30 a Parigi.

martedì 5 maggio 2009

Artisti che crescono...UNDERDOG

Inquietante. E pure scandaloso: come si fa a prendere il Jazz e trattarlo in questo modo? Si può mica strapazzarlo, contaminarlo e irriderlo con queste voci che si rincorrono? Si fa, si può. L'ha fatto questa band romana che risponde al nome di Underdog.
«Keine psychotherapie rappresenta il punto d'arrivo e di partenza per il gruppo, dopo un lungo periodo di attività live – già a partire dal 2004 – e di consensi acquisiti vincendo diversi festival. L'ultimo è il Vustock in Sabina, nel 2007»

Le canzoni:
1- circus
2- like people
3- satellite
4- spectra
5- mr condom
6- prendi 5
7- b-like
8- doppel personlicheit
9- relax
10- ----
11- zighididì
Questo cd lascia davvero stupiti, magari non piace subito perché è complesso, perché canzoni così non andranno mai bene a Sanremo, ma va bene così. E' un lavoro di musicisti che conoscono bene i loro strumenti, corde vocali comprese, e che non hanno alcun bisogno di scopiazzare qua e là. Da ascoltare.
L'album è disponibile in tutti i negozi già dai primi giorni di marzo – come al solito siamo sempre in ritardo – E' nato dalla collaborazione dell'etichetta capitolina Altipiani, insieme alla neonata MarteLabel.
«Ogni canzone è un quadro fatto di strati, di ombre ispirate da stati d'animo ed umori diversi che si combinano insieme. Le immagini descritte sono forti, provocatorie e a tratti grottesche. E' il caso di Circus, dove un pagliaccio disoccupato è troppo grasso per essere divertente».

Gli Underdog sono:
Barbara Wisniewska, voce
Diego Pandiscia, voce e basso
Giuseppe Trastulli, pianoforte
Francesco Cipriani, chitarra e “giocattoli”
Alberto Vidmar, trombone
Michele Di Maio, violino
Fabio Mascelli, batteria

sabato 25 aprile 2009

La Musica e' sempre piu' Digitale

Decine di nuovi modelli per distribuire, scoprire ed ascoltare musica. La promozione e il marketing nell’era del social networking. Youtube, Myspace, Twitter e Facebook sono ormai i nuovi canali dell’industria musicale per entrare in contatto con i consumatori del Web 2.0.
Questi i protagonisti della versione italiana del Digital Music Report 2009 presentato da Fimi ieri a Roma, in occasione del convegno «Diritto di Rete» organizzato da Altroconsumo su Internet, diritto d’autore e libertà d’informazione in rete.
«Molti ritengono ancora che le case discografiche si muovano controcorrente nell’era digitale, in realtà l’innovazione e le tecnologie più avanzate sono ormai parte integrante del mercato discografico e delle competenze aziendali» ha dichiarato Enzo Mazza, presidente della Fimi.
Un mercato, quello digitale, che nel 2008 a livello mondiale, ha generato un fatturato pari a 3,7 miliardi di dollari, crescendo del 25%. Lo scorso anno sono stati 1,4 miliardi i brani scaricati attraverso la rete ed oggi le nuove piattaforme digitali ricoprono il 20% di tutto il mercato discografico mondiale, un dato notevole se confrontato con il 4% del cinema e dell’editoria.
Ormai il lancio di un nuovo album prevede una stretta integrazione tra tutti i media con particolare attenzione ai fenomeni legati al social networking. «Molte aziende di tecnologia si stanno avvicinando alla musica perchè hanno compreso che è un elemento fondamentale per favorire il business e le case discografiche hanno accordi di licenza sempre più flessibili che consentono di mettere a punto modelli di offerta che si adattano alle esigenze dei consumatori» ha concluso il Presidente Enzo Mazza.
La tendenza è confermata anche dai dati dell’International Federation of the Phonographic Industry (Ifpi), organismo che rappresenta l’industria discografica nel mondo. Le vendite globali di musica sono calate di oltre l’8% e la performance peggiore spetta a format fisici come cd e vinili, con un calo mondiale del 15% e del 31% negli Stati Uniti.
Al contrario, le vendite di format digitali, come mp3 e suonerie, sono cresciute del 24%, anche ciò non è bastato per contrastare la caduta libera del mercato. Questa è in parte dovuta ai prezzi di favore dei downloads, ma anche al fatto che i consumatori tendono a non comprare un intero album online.
Secondo i dati diffusi dall’Official Charts Company all’inizio dell’anno, solo 10,3 milioni di album sono stati scaricati in Gran Bretagna l’anno scorso, in confronto a 110,3 milioni di single o track inviduali. A giocare un ruolo importante nel declino delle vendite del settore, anche la prevalenza di musica piratata su Internet.

mercoledì 15 aprile 2009

Buddha Bar......funziona

Ormai la compilation del Buddha Bar è ciò che di più globale si possa trovare nel business musicale. Nata da un’idea del proprietario del Buddha Bar cafè (nome originario del locale aperto da Richard Visan a Parigi circa 15 anni fa), l’«etnocompilation» inventata dal bolso e intelligentissimo dj Claude Challe prima, e dal giovane allievo e talento Ravin oggi, è un must-have del popolo «lounge oriented». Con il tempo il locale da dove tutto è partito non è più il faro per gli amanti del genere; tuttavia «business is business» e il successo ottenuto dal marchio e da tutto quello che Mr. Visan (ben coadiuvato dal figlio Richard) ci ha costruito intorno ha prodotto milioni di euro.

I tanti cloni (esportati a Dubai, Beirut, Cairo, Londra, Jakarta, San Paolo, Dublino, Praga) e i fratellini minori o maggiori chiamati Barrio Latino, Barlotti, Barfly, Karma Cafè, Sanctuary, Siddartha Cafè viaggiano con le loro gambe. Però se in tanti hanno provato a copiare il Buddha Bar (un po’ come la Settimana enigmistica ), nessuno è ancora compiutamente riuscito nell’impresa. Ora esce l’undicesima avventura firmata Ravin e dedicata alla capitale ucraina, Kiev, dove Ravin ha inaugurato l’ennesimo Buddha. Per festeggiare, un doppio cd, il primo più smooth e ambient come al solito e, come tradizione, il secondo più «dance oriented» e fresco nelle intenzioni. Tantissimi i pezzi sui quali potremmo soffermarci, ma ascoltate almeno My danjer o Piano Dream di dj A. Vale la pena, anche senza andare a Kiev.

giovedì 9 aprile 2009

EROS..."Ali e Radici"


Il 22 maggio uscirà in tutto il mondo «Ali e Radici», pubblicato da Rca/Sony Music, il nuovo disco di inediti di Eros Ramazzotti, anticipato dal brano «Parla con me», primo singolo estratto dall’album, in radio dal 24 aprile.
Eros ha da poco terminato a Los Angeles la registrazione delle 11 tracce che fanno parte del suo undicesimo album di inediti, a quattro anni dall’ultimo, «Calma apparente», e a due anni dal best of «E2» (10 dischi di platino e disco italiano più venduto nel 2007). «Ali e Radici» si apre con una travolgente canzone intitolata «Appunti e noto» e da qui l’inconfondibile voce di Eros scorre da assoluta protagonista lungo tutte le 11 canzoni. Nel disco, infatti, non sono presenti duetti.
Prodotto da Eros con Claudio Guidetti (6 brani sono co-prodotti con Michele Canova), con testi a firma di Eros e Adelio Cogliati e musiche a firma di Eros e Claudio Guidetti, «Ali e Radici» vanta una copertina e un booklet di 64 pagine da veri collezionisti. Eros è infatti stato ritratto da Bruce Weber, indiscusso maestro della fotografia contemporanea.
In 25 anni Eros ha pubblicato 15 album e venduto in tutto il mondo oltre 50 milioni di dischi. Alla pubblicazione di «Ali e Radici» seguira un tour mondiale che partirà dall’Italia e avrà inizio nel mese di ottobre.

giovedì 2 aprile 2009

1 Maggio......VASCO in concerto


«Caro Primo Maggio, sono felice di partecipare anch’io quest’anno alla festa. Per me è un ’ritornò. Sono passati 10 anni da quando mi accogliesti tra le tue braccia rock. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Per me è andata sempre bene e torno con riconoscenza. Peccato che per il nostro paese non si possa dire altrettanto».
Così inizia il messaggio che Vasco Rossi, star del concerto del Primo Maggio organizzato dei tre sindacati confederati, ha indirizzato idealmente alla manifestazione che da tanti anni è un appuntamento fisso per i giovani di tutta Italia in occasione della “festa dei lavoratori”.
«Non vedo un bel clima in giro - scrive il rocker di Zocca -. La crisi economica e, soprattutto, la difficoltà per molti di arrivare a fine mese. Ma anche le conquiste di libertà e convivenza civili, faticosamente raggiunte negli ultimi decenni, rimesse in discussione, addirittura a rischio di annullamento. Non tira una bella aria e non è certo il mondo che vorrei. Non mi occupo di politica e “governare” tra l’altro è un termine che non ho mai gradito.
Tu sai quanta importanza hanno per me le parole. Si dovrebbe dire “amministrare”. Sarebbe più corretto. Dalle mie parti “governare” s’intende accudire gli animali. Ma “noi” siamo qui per portarti un po’ di gioia. Questo, per me, è il momento della solidarietà - conclude Vasco Rossi -. Vorrei restituire un po’ di quello che ho ricevuto. Sarà una splendida giornata».

lunedì 16 marzo 2009

Concerti d'ORO


I biglietti degli U2 per San Siro - 7 luglio - se ne sono andati venerdì scorso in 24 ore. In attesa che si aprano le danze sulla seconda data dei «mitici», non si può far a meno di notare che il prezzo dei biglietti è salatuccio: 150 euro e, a scendere, 95, 65, 55, 50, 30. Il tutto, sia chiaro, concordato con la band che, come ogni altra formazione, dice una parola definitiva sul prezzo d’ingresso. Andrà esaurita di sicuro, per gli U2, anche la seconda data, perché il pop-rock per ora non piange: nell’allarme quotidiano sulla crisi economica, nel pianto greco che è diventato leit motiv della nostra vita, è consolante parlare con gli organizzatori di questi eventi rumorosi e colorati, unici rimasti a segnalare la precaria vitalità della musica popolare. Ci si preoccupa semmai su quel mesetto di fuoco, fra giugno e luglio, dove è concentrato l’inconcentrabile, con rischio di qualche forno.
Il mondo degli organizzatori dei concerti in Italia è tumultuoso. Sono in sei o sette a tirare le fila, fra loro non si piacciono troppo, la polemica è sempre in agguato, solidarietà di categoria neanche parlarne: in fondo, è lo stesso individualismo che permea l’universo musicale italiano, dove ognuno fa per sé. Tutti però sono concordi sul fatto che il settore non soffre la crisi: nessuno ha licenziato e anzi si registra qualche assunzione; niente risparmi poi, dovendo tutto filare liscio nella infernali adunate di fronte a un palco.
Isola felice, quella dei concerti, ma con pochi abitanti: tutti valutano fra le 500 mila e il milione di persone l’indotto delle serate nell’Italia intera. In un paese di 60 milioni di abitanti, è una nicchia disposta a saltare un week-end lungo ma non l’evasione serale, spiega Ferdinando Salzano. Lui gestisce Baglioni e Mannoia che stanno felicemente per ripartire, più altre grandi star italiane: «A me capita anzi che a rimanere invenduti siano i biglietti che costano di meno». Il problema è semmai il caro-biglietto che tracima sul web, dice Roberto De Luca, il principe, rappresentante in Italia della multinazionale Live Nation: lui si destreggia fra Madonna (quasi esaurita a Milano), U2 e Kathy Perry (23 giugno, Idropark di Milano), mentre Live Nation sta per associarsi con l’altro colosso Ticketmaster: «In tutto il mondo, senza che ci possiamo fare niente, i bagarini imperversano, e il mio mestiere è di vendere biglietti. Parecchi siti vendono a cifre esorbitanti: perché far guadagnare altri?».
La gestione dei database dell’enorme merge in corso preoccupa altri operatori, come Claudio Trotta, il movimentista della sparuta compagnia, che porta Springsteen, Lenny Kravitz, e fra pochi giorni gli straesauriti AC/DC: «Ci sarà un controllo su tutto, e comunque ormai il problema è che è saltata tutta la filiera della musica: artista-manager-promoter-etichetta non esiste più. Che sistema arriverà? La maggior parte degli artisti, chi per sopravvivenza chi per avidità, vogliono ricavare sempre più dal live. Il pubblico paga, gli operatori hanno margini sempre più ridotti per investire sul nuovo». Questo è il vero guaio: tutto il potere alle grandi star, emergenti nella polvere. A meno che non si becchino quelli giusti, come succede a Rizzotto dell’Indipendente per gli acclamatissimi yankees Killers: il Forum di Milano che li ospiterà martedì è esaurito da tre mesi, e loro torneranno in giugno, all’Arena e il 14 luglio a Roma con i Franz Ferdinand. Spunta qualche preoccupazione assennata: «Quando sarà finito il giro delle reunions, saremo obbligati a lavorare sugli emergenti, e non ci sono più spazi perché i club chiudono». Altro guaio italiano, continuano a latitare i Festival: «Ne sono nati in pochi mesi dal Portogallo alla Polonia, qui non si riesce: manca la collaborazione con gli Enti Locali, e spazi adeguati dove si possa far musica tre giorni fino alle 4 senza disturbare nessuno».
Trattare con le star internazionali, fa sempre drizzare i capelli per i costi: Mimmo D’Alessandro, che con Galli gestisce un ampio parterre e porterà gli Eagles a Milano, ed Elton John con Anastacia all’Arena di Verona a 150 euro a biglietto, spiega che si è costretti a rinunciare a tanti grandi, per i costi: «Ad alcune aste non concorriamo nemmeno più. Beyoncé non viene perché costa troppo, Leonard Cohen che doveva tornare, andrà da un’altra parte dove gli offrono di più».
Il mondo più inaffondabile resta quello dell’heavy metal. Ci vive molto sopra la Live di Andrea Pieroni, la sua due giorni di «Gods of Metal» a Monza a fine giugno sarà esaurita, anche se lo sponsor Heineken ha ridotto il budget: «Ho parlato con gli artisti, ho spiegato i problemi economici, hanno accettato la riduzione del 25 per cento del cachet». I due concerti dei Metallica a Milano e Roma sono pure sold out da mesi. Isola felice, finché dura.

venerdì 6 marzo 2009

torna il "RE" in concerto a Londra


Dopo anni di assenza, Michael Jackson tornerà presto ad esibirsi live a Londra: lo hanno annunciato i media britannici senza però fornire date precise. In ogni caso «Jacko», che in alcune foto recenti appariva deperito se non addirittura malato, dovrebbe tornare a calcare la scena della O2 Arena londinese la prossima estate.
La portavoce della pop star Celena Aponte non ha confermato la notizia, ma ha anticipato che presto verrà fatto un annuncio.
Nell'attesa, i bookmakers di Oltremanica già scommettono sul possibile forfait dell’ex re del pop. Per William Hill si gioca a 6,00 che «Jacko» darà forfait alla prima data, mentre la sua presenza sul palco è bancata a 1,10. Un ritorno in cima alla hit parade con un nuovo singolo è proposto a 9 contro 1, mentre Michael in cima alle vendita musicali del prossimo Natale è bancato a 30,00.
L’ultima esibizione live del padre di «Thriller» risale al 2006 durante i World Music Awards. «Jacko» aveva appena iniziato ad intonare «We Are the World» quando lasciò il palcoscenico.

venerdì 27 febbraio 2009

AFTERHOURS....in streaming


«Il paese è reale», il brano degli Afterhours che ha ricevuto il premio della critica a Sanremo, è disponibile in streaming sulla pagina di Myspace ufficiale della band milanese.
Sarà inoltre possibile ascoltare ogni giorno online a rotazione un nuovo brano degli altri diciotto artisti che partecipano alla raccolta «Il paese è reale», tra i quali figurano Roberto Angelini, Beatrice Antolini, Paolo Benvegnù, Marta sui Tubi e Zu.
L’album «Il paese è reale» sarà venduto in esclusiva dalla Fnac sempre a partire da oggi, nei sette punti vendita della catena (Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino Centro, Torino Le Gru, Verona) e sul sito e-commerce fnac.it, al prezzo speciale di 9,90 euro, senza spese di spedizione.

martedì 24 febbraio 2009

Strepitosi......U2


Erano così consapevoli di avere in tasca uno splendore, che si sono permessi di mandare avanti come singolo Get On Your Boots con le sue lepidezze da «Pop»: i fans di mezzo mondo avevano pensato che la montagna avesse partorito il topolino, invece ad un ascolto totale delle 12 tracce del nuovo album No Line on The Horizon, il temebondo singolo si rivela per quello che è, un passaggio, un alleggerimento all’interno di un flusso di musica che cattura per atmosfere e ispirazione, per sfondi sonori, per la voce di Bono che sembra aver trovato una misura di più matura libertà espressiva.
La paura di una delusione non mancava: aveva messo ansia il rinvio autunnale dell’uscita di No Line On The Horizon. Gli U2, si sa, sono un oggetto di culto per la cultura rock, ma gli anni passano anche per loro e qualche delusioncina negli ultimi album non era mancata.
Invece, è come esser tornati alle sorprese di Achtung Baby, di 18 anni fa, con questo attesissimo album che esce finalmente in Italia il prossimo 27 febbraio, e si rivela fin d’ora notevole davvero: sarà una festa soprattutto ascoltarlo dal vivo, nel tour mondiale che partirà da Barcellona fra il 27 e il 30 giugno, e arriverà a San Siro fra il 6 e l’8 luglio, pare con due concerti. L’evento dell’estate.
Quasi tutti i pezzi, a partire da quello del titolo dell’album che apre la scaletta, sono firmati da U2, Brian Eno e Danny Lanois, che sono anche i produttori; e poiché Brian Eno, si sa, si allarga un po’ troppo, sembra (unica pecca, non piccolissima) di sentire gli ultimi Coldplay in un pezzo cruciale come Fez-Being Born, brano evocativo ma anche il più «enesco», con sonorità elettroniche che si confondono con voci e umori della casbah e con un’inquieta chitarra; subito dopo arriva White As Snow, ballad acustica che è fra i pezzi migliori dell’album. Il testo ricorda certi viaggi di Springsteen in autostrade desolate, ma ha l’inconfondibile anelito alla spiritualità di Bono, qui tentato dalle proprie radici folk.
Firmate solo dagli U2, oltre il già noto singolo, la veramente uduesca I’ll Go Crazy If You Don’t Go Crazy Tonight, e Stand Up Comedy: un pezzo nervoso e più pop, autoconfessione di Bono sulla propria doppia vocazione di istrione e idealista, dove si prende in giro da solo («Napoleone sta sui tacchi/Josephine stai attenta agli uomini piccoli con le idee grandi..»).
Hanno pensato a tutto, gli U2, anche alle canzoni da concerto: No Line On The Horizon è un palpabile invito ad accendersi, con una vocalità superlativa; in Magnificent, con un omaggio a Morricone, Bono confessa: «Sono nato per cantare per voi». Eccellente il lavoro di The Edge, Clayton e Mullen, in un disco che non trascura nulla: la cantabilità dal vivo, il sottrarsi alla prevedibilità dei suoni, una comunicazione più immediata. Si chiude con la più dura Breathe e con Cedars of Lebanon, pagina di diario che pare strappata a un corrispondente di guerra.

lunedì 23 febbraio 2009

Ecco il vincitore...."NO COMMENT"


Parlare prima con Giampiero Raveggi, capostruttura di Raiuno, e poi con Sebastian Marcolin, responsabile Rai Trade per i Servizi Digital Extension (in pratica tutti i servizi di interazione telefonica e digitale della Rai), fuga i molti dubbi che erano emersi proprio a causa di una dichiarazione di quest’ultimo. Dichiarazione che stava creando «un caso» attorno al televoto, sia da telefono fisso che da cellulare via sms.
A proposito dei voti che hanno decretato la vittoria di Marco Carta, il secondo posto di Povia e il terzo di Sal Da Vinci, Marcolin aveva detto: «Degli 800 mila televoti arrivati da quando si sono conosciuti i nomi dei tre finalisti, l’80% era di ragazzi dai 12 ai 20 anni. Un segno che conferma come Raiuno, grazie a questo Festival, si stia svecchiando». La domanda sorge spontanea: come fa la Telecom a conoscere l’età di chi telefona? E a consegnare alla stampa, insieme alle percentuali, anche l’arco anagrafico (i pubblicitari direbbero «range») della massa di ragazzi che hanno televotato il loro idolo sardo? Esiste un Grande Fratello che nel suo data-base ha inseriti non solo i nostri numeri di cellulare o di casa ma anche chi siamo, che sesso abbiamo, cosa stiamo facendo mentre telefoniamo e soprattutto quanti anni abbiamo?
«Assolutamente no - spiega Marcolin -, non vorrei mai che passasse questo messaggio. Mi è stato spiegato che la Telecom ha dei data-base legali con i dati delle persone che si iscrivono su pagine come Tim Tribù. Grazie a questi dati e seguendo il sistema Nielsen che può lavorare su campioni di 3.000-3.500 persone, si è ottenuta la stima che, appunto, otto votanti su dieci fossero ragazzi». E i ragazzi, naturalmente, hanno votato tre cantanti sotto i 40 anni e soprattutto il divo di Amici: come poteva essere altrimenti? Paolo Bonolis può quindi rivendicare come ulteriore trionfo l’incremento del pubblico giovane: circa il 30% in più rispetto al 2008. Un dato confermato anche dal televoto, nel quale, sempre secondo l’analisi Nielsen, prevalgono le ragazze. Su oltre un milione circa di voti per tutto il Festival (un milione e 187 mila, per la precisione), sono stati 800 mila quelli della finale, ma è da sottolineare anche che, nella seconda serata, quella che ha visto sul palco la grande musica, c’è stata una riduzione dell’età media degli spettatori di un anno.
E anche l’età media della puntata di ieri è stata di 1,5 anni in meno rispetto a quella di venerdì: 48,12 anni rispetto ai 49,66 di venerdì. «Vorrei anche sottolineare - dice infine Marcolin - che nessun signore dell’Ufficio marketing della Telecom è mai entrato in possesso o può essere autorizzato a usare i dati privati collezionati al momento della registrazione degli utenti, perché violerebbe privacy e tutto il resto». Crederci?

sabato 21 febbraio 2009

Al via il FINALE...nuove proposte vince "ARISA"



«Semplicità» di Arisa è stata la «Proposta» più votata, e ha vinto, ieri nella notte, la competizione per i giovani. Tra gli «Artisti», eliminati Dolcenera e i Gemelli Diversi. Sempre più, questo, è il Festival della mescolanza, un blob gigantesco, le canzonette e la lirica, le donne nude e i bambini malati, gli attori e i modelli, la tv generalista al massimo della sua essenza e il blob. Eccole eccole, le conigliette a Sanremo, evviva evviva. Che eccitazione, quasi che alla tv italiana non si vedessero mai le donne nude. Quasi che le loro vicissitudini non fossero già seguite dalla rete E! Entertainment Television in una sorta di reality da casa Hefner. Ma poi, come al Carnevale di Rio sotto la pioggia, le trombette tacciono, i pennacchi si afflosciano. Tutto lì? Bonolis sta giusto intervistando il «mecenate» Hugh Hefner, che dice cose rispettabili e irrilevanti, quando arriva davanti a loro, e alle conigliette mute, sedute, immobili, vestite, forse ri-vestite dall’Osservatore Romano, una ragazza nuda, tutta dipinta. Attimo di smarrimento, poi la allontanano, Bonolis raccomanda: «Piano piano».
Come avrà fatto, la signorina Laura Perego, ad arrivare fin lì? E la sicurezza tanto occhiuta? Era tutto organizzato? L’hanno scambiata per una coniglietta? Era una poverina in cerca di notorietà? Una furbacchiona aspirante pornostar, con tanto di sito? Per la precisione. La battuta: «L’opera lirica è un posto dove un uomo viene pugnalato e, invece di morire, canta» non è dello zio di Bonolis ma di George Bernard Shaw. Ieri il conduttore, elegante nel suo smoking, luccicante il cravattin, apre la quarta serata del Festival con un omaggio e un elogio alla lirica. Il soprano Dimitra Theodossiou e il tenore Gianluca Casanova accennano a qualche aria famosa, trascolorando dal melodramma ai Queen. Dunque: Bonolis è uno che conta? E’ uno potente? E’ uno che ha riportato gli ascolti del Festival agli onori degli ascolti generalisti? E allora, se pensa davvero che la lirica valga qualcosa di più che un breve «medley» in mezzo a un festival di musica leggera, potrebbe favorire la realizzazione di un programma che piaccia al colto e all’inclita e aiuti gli italiani a non perdere la memoria di uno dei loro patrimoni più grandi e esportabili, il melodramma. Perché abbiamo capito tutti di avere il 60 per cento dell’arte del mondo, in ogni sua declinazione: solo che poi lo umiliamo. Con il contributo importante della tv.
La lirica, ma poi i bambini malati, che dovrebbero essere assistiti a casa, mentre noi viviamo in un «terzo mondo dell’anima, dove le famiglie si sentono prese per i fondelli. Lo Stato, le regioni, i comuni latitano, ma noi dobbiamo pretendere quello che ci spetta, visto che paghiamo molte tasse e il nostro dovrebbe essere uno stato sociale». Richiesta di aiuto a chi fa, specificamente a una Onlus. Un attacco allo Stato? Che dirà l’Osservatore Romano? Disguidi tecnici, rallentamenti, il conduttore che porta via i microfoni da solo, «sembra una fiera di paese», canta in prima persona davanti a Cappon. Il bello di giornata, Ivan Olita, italiano, gioca sullo scilinguagnolo e sull’attrazione per la donna matura. Stefania Rocca ed Emilio Solfrizzi ne approfittano per lanciare l’ultima puntata di Tutti pazzi per amore. E’ la sera dei duetti. I dodici artisti cantano in compagnia di validi sodali. E’ la sera della «Proposta» vincitrice, mentre giovedì Ania si era aggiudicata il Sanremo web. Proprio lo sviluppo del festival sul web è un motivo del rinnovato successo: un avvicinamento al modo in cui i giovani ascoltano la musica, cioè via internet.
Il web da una parte, e Ciao Darwin dall’altra. Ogni conduttore fa il Festival che sa fare. Che rispecchia la propria «Weltanschaung», pardon: cioè la sua visione del mondo e, più modestamente, del varietà. Così Fazio contaminava, la Carrà festeggiava, Baudo solennizzava, Bonolis anima la platea, ne titilla i bassi istinti ma poi la nobilita con il linguaggio forbito e i nobili intenti. Mescola. Gestisce benissimo il magma e dà forma al caos. Chiama Madre Natura, anzi, avendo a disposizione ampi mezzi, tante Madri Nature; scherza con Laurenti, che gli dà una mano importante, lo sorregge, e manca solo che arrivi la macchina del tempo. Potevano farci arrivare le conigliette di Hugh Hefner, invece che farle stare lì sedute sulle poltroncine del dentista.

martedì 17 febbraio 2009

Al via la prima.....SANREMO


Ultimo treno, ultima occasione, ultimo appello. Anzi, visto che è un Festival con vista mare, ultima spiaggia. Fabrizio Del Noce lo dice chiaro e tondo: «O si fanno gli ascolti o per Sanremo è crisi». Non più oscillazioni, flessioni, cali e altri pietosi eufemismi democristiani: crisi. O la va o la spacca. Perché, secondo il direttore di Raiuno, «è chiaro che, se continuerà la disaffezione del pubblico, Sanremo non sarà più un grande evento». Tradotto: se andrà male anche quest’anno, addio Festivalon de’ festivaloni, derubricato a un Ballando con le stelle qualsiasi. Anche se metterci una pietra (tombale) sopra, come suggeriva saggia la Carrà, non si può perché l’accordo con il Comune è valido per altri due anni e poi perché quello del 2010 sarà il Festival numero 60, dunque con celebrazione obbligata.
Per esorcizzare il temutissimo flop, Del Noce è convinto che «quella di Paolo Bonolis sia la scelta giusta». E il conduttore ammicca: «Sono convinto che piacerò. Mi auguro che arrivino gli ascolti, però io lavoro sul prodotto. E il prodotto è buono». Del resto, per l’assalto allo share la Rai schiera l’artiglieria pesante: stasera, Mina (che canta Nessun dorma! in video e non solo in voce, e con la quasi certezza che si riappalesi sabato per il gran finale) e Roberto Benigni. Però dici Bonolis e Benigni e subito ricicciano le polemiche. Il Gran Baratto fra la Rai e il Robertaccio sulla sua comparsata (venti minuti «nei quali ci divertiremo molto, è caricato a pallettoni», giura Bonolis, e senza censure perché «se hai Benigni devi dargli il massimo della libertà») sta facendo litigare praticamente tutti, dal Parlamento agli alti papaveri Rai fino al Codacons che vuol portarlo in Procura. Idem per il milioncino tondo tondo versato a Paolino («Aho’, ma è lordo!») per ideare e condurre la gran macchina spettacolar-canzonettara, cifra che suona incongrua in tempi di crisi vera e nera e cinghie tirate dalle Alpi alle piramidi. «Polemiche fuori luogo - contrattacca Del Noce - dato che è lo stesso cachet versato ai direttori artistici dei Festival precedenti. Perché nessuno protesta per gli stipendi dei calciatori (magari perché li pagano Moratti o Berlusconi, non i forzati del canone, ndr)? Questo è un atteggiamento molto italiano».
Il Bravo Presentatore, per il resto tutto sorrisi e battute, sull’argomento sfodera gli artigli: «È un’evidente polemica strumentale, di quelle che si usano in politica. Il mio compenso era noto da mesi e, guarda caso, viene tirato fuori solo adesso». Da chi? «Sono degli infelici che non vogliono che si regali un po’ di svago agli italiani. Oppure c’è chi ha interesse a colpire Sanremo. Diciamo che ci sono delle persone che si adoperano per il Festival e altre che adoperano il Festival». Ma chi vuol fare la festa al Festival? Mediaset? I dissidenti Rai? I marziani? Bonolis si rifiuta di precisare: sono sempre essi, quelli, la terza persona plurale. E anche questo è molto italiano. Come i soliti sospetti su risse Rai in vista della nomina prossima ventura del nuovo Cda.
In ogni caso, oggi alle 21 sipario (si fa per dire, all’Ariston non c’è) sulla seratona inaugurale del 59esimo Sanremo. La scenografia di Gaetano Castelli è rutilante come tutti gli anni: molti schermi per i video, scalinatona di prammatica, più luci che a Las Vegas, riesce perfino a dare l’impressione che l’Ariston sia un grande teatro invece di quel cinemino di provincia che è. Preceduta da Beatrice, una bimba di 7 anni che accenna qualche nota al pianoforte, apre Mina divina, poi cantano i primi due campioni (ribattezzati, con un certo ottimismo, Artisti), cioè Dolcenera e Fausto Leali, poi arriva Luca Laurenti. A seguire cinque Artisti, lo show di Benigni, altri nove Artisti, la superstar Kate Perry, quattro giovani (quest’anno promossi a Proposte) e l’annuncio dei tre Artisti eliminati in diretta.
La valletta è Alessia Piovan, il bonazzo a uso di signore e gay, che non lo vedranno perché saranno tutti in piazza a protestare contro Povia, è il modello inglese Paul Sculfor, e c’è perfino un collegamento da New York per gli auguri dal Palazzo di vetro. I giurati sono blindati e arrivano da Genova sui bus scortati dalla polizia. Bonolis promette tempi rapidi e ritmo-ritmo-ritmo, ma si sa che si andrà oltre la mezzanotte. Tanto più che il cast continua a gonfiarsi: ultime new entry, attese per giovedì, l’Oscar Kevin Spacey e il ricordo di Mino Reitano affidato a Ornella Vanoni (mercoledì tocca invece a Fabrizio de André).
Riassumendo: polemiche, pasticci Rai, l’Ariston, il presentatore, Patty Pravo, sorrisi, canzoni, ricordi, dirige il maestro Pinco Pallo, un bell’applauso. Bentornati a Sanremo.

lunedì 16 febbraio 2009

"RE" Micheal mette tutto all'asta


Ci sono i guanti indossati da Johnny Depp nel film «Edward mani di forbice», busti di imperatori romani e icone contemporanee, una carrozzina disegnata sul modello della Papamobile con vetri fumè e impianto stereo supersofisticato. Il mondo di Micheal Jackson è in vendita, ma non sono previsti saldi. Oltre duemila oggetti di proprietà del re del pop andranno all’asta a prezzi da capogiro ad aprile al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. E’ la prima volta che il cantante apre le porte della sua corte al mercato, una sorta di’autoconsacrazione che avrebbe fatto impazzire Andy Warhol.
«Entrare nel ranch Neverland è stata un’esperienza incredibile: dovunque mi voltassi c’era bronzo, marmo, oro» racconta al quotidiano Guardian Michael Doyle, il battitore che per due mesi ha catalogato i pezzi. Prima del giorno X, per il quale migliaia di fan si stanno prenotando, un parte della collezione volerà a Dublino e Londra per una preview illustrativa, come per i capolavori selezionati da Christie’s e Sotheby’s. L’idea, spiega il direttore dell’asta Derren Julien, è creare «un grande meccanismo spettacolare alla Michael Jackson». Sarà un happening concordano i feticisti. Ma anche l’addio del cantante cinquantenne alla sua vita precedente, quella costruita nel 1988 nello scrigno aureo della valle californiana Santa Ynez, 2800 acri di zoo e parco giochi di cui, pare, non sia stato ancora estinto il mutuo astronomico.
Michael Jackson l’aveva chiamata Neverland, come l’isola di Peter Pan dove l’infazia non passa mai e aveva invitato a giocare migliaia di bambini. Agli adulti non è mai piaciuta. Quando nel 2005 sono cominciate a fioccare le denunce per molestie di minori, il proprietario l’ha ribattezzato Sycamore Valley Ranch, ha chiuso la porta alle sue spalle e si è dissolto nel mondo dei grandi. Inquieto, è stato ripetutamente fotografato a Dubai, Dublino, Las Vegas: si è fermato solo all’inizio dell’anno nella reggia da sette camere da letto acquistata nella zona di Bel-Air, a Los Angeles. Le stanze di Neverland, oggi semivuote, erano la reggia di un sovrano postmoderno. Armature, corone su cuscini di velluto rosso, cappe bordate d’ermellino. E poi cherubini, videogames, piste giocattolo da Formula Uno, opere del XVIII secolo.
«Re Michael», lo chiama Chris Champion, giornalista del Guardian ammesso a dare una sbirciata in esclusiva, «aveva un mantello ricevuto in dono per la festa del papà con scritto sopra “Dalla principessa Paris al Principe Michael”». Nella lobby sontuosa, il trionfo della personalità: un quadro di sir Jackson in abiti elisabettiani, la tela con l’interprete immortale di Thriller raffigurato con Lincoln e Einstein, la maschera metallica a sua immagine usata nel film del 1988 «Moonwalker». Il listino è a prova di fan irriducibile. Si va dal guanto di cristalli Swarovski arancioni da 1500 dollari alla statuina premio di Usa For Africa, miglior video musicale 1984-1985, prezzo base 8000 dollari. Per le tasche meno facoltose c’è una piccola biblioteca, Disney, Peter Pan, Alfred Hitchcock, l’autobiografia Malcolm X. Libri di carta in questo caso, ma benedetti dalle mani di Re Mida.

venerdì 6 febbraio 2009

AFTERHOURS


Un azzardo, una scommessa, una sperimentazione? Va' a sapere. Ma comunque gli alternativissimi Afterhours hanno messo su un progetto che supera per coraggio le speranze più ardite. Intanto, via dalla Universal, la major per la quale sono transitati il tempo di pochi minuti; e avanti con etichetta propria, verso Sanremo, con un convincente brano, "Il paese è reale", che non manca certo di coraggio e insegue le vie della sperimentazione cambiando mood e suoni, nel racconto rockeggiante di un tale fermo in tangenziale che sta pensando agli affari propri e a quelli dell'Italia, e si rende conto di aver perso i punti di riferimento: "Così scoppia a piangere, e vuol fare qualcosa che serva - ci ha raccontato Manuel in un simpatico the delle 5 alcuni giorni fa -. E' un testo interventista, dice che bisogna darsi da fare perché tutto intorno a noi muore per mancanza di iniziativa". Sante parole.
Perché gli italiani sono così, caro Manuel? "Nella tradizione dei Comuni del Medioevo, il Paese è abituato a combattersi al suo interno. Abbiamo talento, ma ci manca la mentalità: le città europee sono andate avanti e noi siamo fermi".
Il progetto che riguarda gli Afterhours è invece tutt'altro che fermo: "La nostra canzone trainerà un disco di inediti che sarà distribuito dalla Fnac e contiene 19 gruppi, e di noi ci sarà soltanto il brano di Sanremo. Esce con la nostra etichetta ancora senza nome, con il titolo Il Paese è Reale. Con noi gente come Benvegnu, Beatrice Antolini, Roberto Angelini, Dente. E' un bel disco, creeremo situazioni live sotto il nostro titolo: non un tour ma eventi, in negozi, teatri, palazzetti, con tutti o alcuni dei nostri ospiti".
Ma se vi buttan fuori, Manuel? "Non ci importa, il progetto va al di là della gara". Dice pure che c'è perplessità fra i fans perché manca l'informazione: "ma considero un gesto d'amore anche gli insulti".

sabato 31 gennaio 2009

In arrivo "NEK"


Esce oggi il decimo album di Filippo Neviani, in arte Nek, dal titolo “Un’altra direzione”. «Ogni brano - ha raccontato oggi il cantante - è diverso dall’altro, a mi piace considerare la musica come un viaggio, in cui non c’è una fine. E il singolo “Un’altra direzione” mi sembrava quello più completo per dare il titolo al disco».
Un cd che uscirà in due versioni, una contenente 13 brani, incluso il duetto con Craig David “Walking Away”, ed una versione speciale contenente 6 brani. «L’ho fatto per andare incontro - ha spiegato Nek - alla crisi del mercato discografico. I sei brani che ho scelto per la versione che avrà un prezzo più economico rappresentano l’essenza di questo album. Anche se io avrei preferito abbassare il prezzo del cd con le 13 tracce. Secondo me i dischi originali possono essere acquistati, l’importante è che il cantante riesca ad emozionare il pubblico. Dovrebbero perseguire con multe più pesanti chi commette reati di pirateria».
Nel disco, che ad aprile uscirà in versione spagnola, l’amore è un tema fondamentale, in tutte le sue sfaccettature. Nek ha anche ripreso la poesia “Muore lentamente”, erroneamente attribuita a Pablo Neruda e che in realtà è di Martha Medeiros, nella canzone “Per non morire mai”. «Io penso - ha continuato il cantante - che in questa poesia si possa riconoscere chiunque. Quante volte ci manca la voglia di fare qualcosa, rimandiamo, o facciamo le cose solo per abitudine? La vita è una, per questo bisognerebbe usufruirne in ogni momento».
Nek non ha scritto nessuno dei testi del nuovo album. «Ma ci sono lo stesso - ha spiegato - lavoro dal ’93 con Antonello De Sanctis, lui è il mio paroliere. Io scelgo il tema, inserisco alcune frasi, ma lascio a lui il compito di creare il testo, io ho sempre lavorato meglio con la musica». Il tour di Nek partirà il 24 marzo dal Teatro Regio di Torino e toccherà molte città italiane, tra cui Milano il 3 aprile, Firenze il 23 aprile, Roma il 26 aprile e Palermo il 5 maggio.

lunedì 26 gennaio 2009

Il ritorno di "LUCA CARBONI"


Dopo qualche anno sabbatico a Luca Carboni è tornata la voglia di scrivere, cantare e viaggiare suonando. «Mi sono messo al lavoro su nuove canzoni - spiega - ma mentre ero preso nella stesura ho sentito forte la voglia di rendere omaggio e fare così un ringraziamento ai grandi cantautori degli Anni 70 che mi hanno insegnato a unire musica e parole. Ho cinque fratelli, alcuni più grandi: a casa mia non c'era la tv e i dischi che si ascoltavano erano quelli di Claudio Lolli, Guccini, De Gregori, Dalla e via così».
Ecco spiegato il perché dell'uscita di Musiche ribelli dove alcuni pezzi storici della canzone d'autore vengono reinterpretati stravolgendone spesso la metrica ma mai il messaggio. Ho visto gli zingari felici di Claudio Lolli è il brano di apertura e il pezzo, targato 1976, è qui cantato in coppia da Carboni e Riccardo Sinigallia che di queste Musiche Ribelli è anche il produttore. E' del 1978 Raggio di sole di Francesco De Gregori che dedicò questo pezzo alla nascita di un figlio mentre Venderò di Edoardo Bennato diventa addirittura reggae.
Non mancano Eppure Soffia di Pierangelo Bertoli che già nel 1977 citava la questione ambientale con un testo tagliente mai scontato. Finardi e la sua Musica Ribelle erano obbligatori: «E’ una canzone sulla forza della musica che mi ha dato la voglia di scrivere un disco come questo». De Gregori è stato scelto anche per un'altra misconosciuta ma intensa canzone come La casa di Hilde del '73 (la più vecchia della compilation) che racconta una storia di contrabbandieri. «Il pezzo più recente - racconta Luca - è Up patriot to arms che Franco Battiato scrisse nel 1980. L’ho scelta per far da ponte tra Anni 70 e 80».
La tracklist è chiusa da Quale allegria di Dalla e L'avvelenata di Guccini che a sua volta da trait d'union per un prossimo album di cover che Carboni vuole assolutamente portare a termine prima del 2011. «Sì perché in troppi mi hanno detto che avrei potuto mettere quello, non avrei mai dovuto dimenticare quell'altro. Mi hanno fatto venire la voglia di un Musiche Ribelli 2 . Prima però il cd di inediti che uscirà quasi sicuramente entro l'anno».

domenica 25 gennaio 2009

Fenomeno" WEB"


Il New York Times ha annunciato ieri che uno dei più grandi negozi di dischi, il Virgin megastore di Times square sta per chiudere e lasciare i suoi locali a una catena di abbigliamento. Notizia che fa il paio con un’altra analoga che viene da Londra, dove l’ex storico negozio Tower records di Piccadilly Circus, poi passato alla Virgin quindi diventato Zavvi, sta per fare una fine identica.
Effetti della crisi economica che si sommano ai dati clamorosi del settore, che vedono le vendite in picchiata, i fatturati in rosso profondo, le multinazionali in rotta e il dilagare della pirateria (in Italia ieri è stata fornita una stima secondo cui il valore della contraffazione digitale è attorno ai 300 milioni di euro, ben al di sopra del mercato legale).
A farne le spese per primi sono stati i pesci piccoli, ma ormai il rapporto con la voracità del web mette con le spalle al muro tutti gli artisti, non importa quale sia il loro lignaggio. Succede, per esempio, con Bruce Springsteen. L’uscita del suo nuovo disco, Working on a dream, prevista per il 27 gennaio e calibrata sull’avvio della nuova presidenza di Barack Obama, è già interamente ascoltabile (e scaricabile) da internet. Un album solido, robusto, annunciato da una copertina sognante (l’immagine del Boss è grafica e ha alle spalle un cielo stellato e uno spicchio di luna), con una serie di pezzi solidi, molto concreti e ispirati, perfettamente in linea con l’immagine di un personaggio che rappresenta il perfetto simbolo dell’American hero, che si appresta a celebrare con una performance live il nuovo inquilino della Casa Bianca (il sogno di cui parla il disco e la canzone è riferito alla nuova stagione del paese).
Bruce, probabilmente, se lo aspettava di finire on line, tanto è vero che l’album è stato largamente annunciato non solo dall’uscita del singolo, Working on a dream, e dalla bonus track finale, The wrestler che fa parte dell’omonimo film e gli ha già permesso di vincere un Golden Globe (in attesa del’Oscar?), ma anche da un paio di brani (la rombante Lucky day e la sognante e bellissima Like itself) messi su You tube con il corredo di video di studio.
Non solo, sul sito dell’artista www.brucespringsteen.net c’è un preascolto di tutti i pezzi di trenta secondi, mentre l’album sarà accompagnato per una settimana dalla possibilità di scaricare gratuitamente un pacchetto che mette insieme la nuova Lucky day e la classica Born to run. Un boccone piccolo che non ha fermato i pirati del web.
Del resto l’appetito non è una novità. Ne fanno le spese tutti, come le hanno fatte anche gli U2, gli altri grandi protagonisti di questo inizio d’anno musicale. Il loro album, No line on the horizon, che porta le firme prestigiose di Brian Eno e Danny Lanois come produttori, dovrebbe arrivare nei negozi il 2 marzo e il singolo Get On Your Boots sarà già in programmazione nelle radio da lunedì.
Probabilmente il disco sarebbe uscito prima se non avesse subito un furto insolito da parte di un ”fan” che aveva registrato alcuni pezzi mentre Bono se li stava aascoltando nella sua casa di vacanza a Eze in Francia e poi li aveva puntualmente messi su You tube. La band ha fatto fuoco e fiamme e i pezzi dopo 24 ore sono scomparsi dal sito. Ma nuovi frammenti del disco sono già presenti sul web

giovedì 15 gennaio 2009

In arrivo i Grandi...."U2"


«Get On Your Boots» è il titolo del nuovo singolo degli U2 che da lunedì 19 gennaio sarà in programmazione su tutte le radio italiane. Il singolo è il primo estratto da «No Line On The Horizon», il nuovo album della band di Bono Vox di prossima uscita.
Prodotto da Brian Eno e Danny Lanois con la collaborazione di Steve Lillywhite e registrato in diversi studi, «No Line On The Horizon» è il dodicesimo album di studio e segue il successo mondiale di «How To Dismantle An Atomic Bomb», pubblicato alla fine del 2004 e che ha venduto nove milioni di copie.
The Edge, chitarrista degli U2, lo ha descritto come un miscuglio tra Led Zeppelin e White Stripes. In un’intervista a Rolling Stone, l’artista si è dichiarato un "grande fan" dei due gruppi citati e ha «Mi ha sempre affascinato il modo di suonare di Jimmy Page - spiega The Edge - e Jack White lo ricorda moltissimo. C’è molto rock nel nuovo disco, e lo devo anche alle loro influenz». Il primo singolo che verrà estratto sarà "Get on your boots" che, secondo The Edge, è un «pezzo decisamente blues, con sferzate di chitarra rock».
La band irlandese salirà infatti sul palco di Earl’s Court a Londra il 18 febbraio per i Brit Awards, dove eseguirà il nuovo singolo dal vivo.

mercoledì 14 gennaio 2009

CLASSIFICHE....tutto come prima


(Vasco per la prima volta secondo)

Il gusto italiano nella musica popolare si evolve con cautela, anzi sta quasi fermo. Se non fosse per la tumultuosa irruzione di Giusy Ferreri da X-Factor, le classifiche di vendite fisiche e via Internet del 2008 - rese note dalla Fimi, l'associazione di discografici italiani che raccoglie le major e che le commissiona alla Nielsen - potrebbero tranquillamente essere (come nomi) le stesse di 4-5 anni fa.
Con qualche piccola novità, è ovvio. Per esempio il ritorno alla grande nel gradimento generale di Jovanotti, di cui abbiamo peraltro parlato qualche giorno fa; non solo nella percezione generale, ma pure nelle cifre, è lui campione di vendite del 2008, e sbaraglia tutti: Vasco per primo, costretto per la prima volta da decenni a cedere la primogenitura sul terreno dei dischi. Il merito è di un bell'album - «Safari» - e di un bellissimo, innovativo tour che ha trainato il progetto. Jovanotti vince nei cd più acquistati e nei singoli più scaricati, fra i quali troneggia «A te», delizioso e romantico brano funestato da accuse di plagio dalla Spagna, per via dell'assonanza con una canzone di Sanz.
Vasco Rossi, re indiscusso degli stadi, si rifà con il primo posto nei DVD grazie a «Vasco@Olimpico07», dov'è seguito al secondo e terzo posto dai Tokio Hotel, idoli dei giovanissimi grazie al loro heavy sound allo zucchero filato. «Il mondo che vorrei» è secondo dietro Lorenzo, e al terzo posto svetta Laura Pausini, che arrivata a fine anno ha fatto man bassa di vendite in poche settimane, grazie alla popolarità, alla simpatia e all'energia che ha profuso nella promozione. Ligabue, altro abituale campione italiano, è quarto con il best «Secondo tempo»: e in questa decina dei CD che segna sempre un po' il termometro degli amori italiani lo seguono Giusy Ferreri, il suo modello Amy Winehouse, Madonna, Gianna Nannini, Tiziano Ferro e infine i Coldplay.
Singolare destino di Tiziano Ferro, che ha prodotto la Ferreri dalla quale ha finito per essere surclassato. La vincitrice morale di X-Factor, malgrado non abbia ancora messo a punto un proprio stile che faccia tesoro di una vocalità particolare, è davvero l'unica faccia nuova nel canto tricolore, la sua favola di ex commessa ha acceso l'immaginario: trionfa anche al secondo e terzo posto dei brani più scaricati, con «Non ti scordar mai di me» e «Novembre». Alle sue spalle nell'orfine: i Coldplay, Madonna, Katy Perry (seconda novità in tutta questa panoramica), ancora Madonna, Timbaland con One Republic, Tiziano Ferro e infine Vasco con «Il mondo che vorrei».

domenica 11 gennaio 2009

In ricordo di "DE ANDRE'"


Felicemente sommersi dal ricordo di De André, nel decimo anniversario della sua scomparsa che ricorre domenica, scopriamo che è uno dei pochi, Fabrizio, che l’Italia senza memoria non abbia dimenticato. La tv generalista, così ritrosa sempre quando si tratta di affrontare la musica d’autore, si è in qualche modo buttata sul decennale con alcuni dei suoi campioni più attenti e sensibili: Giovanni Minoli con La storia siamo noi su Raidue e ora, domenica, ci sarà una ulteriore celebrazione di Fabio Fazio con uno speciale di Che tempo che fa alle 21 su Raitre: «Vorrei che questa serata fosse un flusso di musica, interrotto da alcuni momenti in cui si parlerà di Fabrizio con persone davvero titolate a farlo, partendo da sua moglie Dori Ghezzi», ha spiegato lui che è di questi tempi l’unico a riuscire a portare musicisti di razza in tv, visto che sa dare loro lo spazio e l’attenzione che altrove vengono negati con uno sbadiglio.
E mentre Dori Ghezzi sgobba fra una telecamera e l’altra, fra un microfono e una mostra, a portare a galla il suo amore e a rinnovare il suo dolore, mentre il figlio Cristiano rumorosamente tace, viene in mente che a Fabrizio piacerebbe pochissimo questo mondo che in dieci anni è così tanto cambiato da non riuscire più a cogliere il respiro dell’arte nella musica popolare. La musica popolare è stata venduta alle dinamiche dell’imitazione e del riciclo, destinata a modalità che regalano assonanze di deja vu, basate sull’indagine di gradimento nel mondo dei consumatori. Prodotti seriali vagano sul web, e nessuno è più capace a raccontare come lui faceva la storia altra degli uomini, delle loro sofferenze, delle diversità. In questo senso Fabrizio De André (e con lui alcuni autori di razza viventi ma in difficoltà oggi, rispetto alla logica del consumo di massa) continua anche ora che da dieci anni non c’è più, a riempire un vuoto che si farà sempre più grande.
Memoria e silenzio
Forse è proprio nell’inconsapevole coscienza di questo vuoto che l’anniversario di De André si è riempito al di là di ogni logica contemporanea. E’ un’autentica esplosione di celebrazioni non si sa quanto meditate, anarchicamente lievitate, dischi e libri e mostre, che fanno pure sperare a chi ha lavorato con lui di poter ritornare nel cono di luce tristemente abbassato. Il logico e l’illogico convivono con disinvoltura, gomito a gomito: un po’ l’opposto di quanto accade per Lucio Battisti, il cui ricordo viene perennemente ostacolato dalla vedova per ragioni che restano misteriose.
Ovvio che Genova dedicasse una mostra al suo figlio illustre, in corso a Palazzo Ducale, sviluppata in un percorso tematico e cronologico, con gli argomenti della sua poetica e le scenografie originali delle sue tournées. Ci si sono messi, con il ricordo, molti Comuni: dalla musicale Perugia dove in questi giorni nell’aria echeggiano le sue canzoni, fino a Torino dove al Circolo dei Lettori domenica alle 18 ci sarà una serata fra musica e poesia. Ricorda Milano, ricorda Palermo con una serata al Metropolitan, ricorda Treviso con una mostra, e a Roma il vignettista di Liberazione Mauro Biani ha preparato un’altra mostra di tavole a colori ispirate ai temi di De André: un Miché impiccato al CPT, una Bocca di Rosa che precede la processione, alla Galleria Colonna. La prima webtv italiana ad alta definizione, Macy.it, diretta dall’onnipresente Massimo Cotto, avrà anche lei la sua brava commemorazione, con l’affannata Dori, Di Cioccio, Max Manfredi e Bubola.
Purtroppo, celebrare Fabrizio serve anche a lavarsi la coscienza. Vediamo il caso delle radio: il mezzo che più avrebbe potuto contribuire a mantenere viva la sensibilità musicale e a coltivare il gusto popolare, sempre più sprofonda sotto le logiche del motivetto accattivante e del ritornello chewing-gum, e da anni ignora i nomi di qualità con le scuse più bieche. Però ora mille testate stanno in fila orgogliose a proclamare il loro affetto per quest’artista del quale forse - se vivesse - non trasmetterebbero nuovi pezzi se non assai eccezionalmente. E suona assai curiosa (e poco da De André) l’iniziativa dei locali italiani di Malindi e Watamu popolati di connazionali vacanzieri in questo periodo, di trasmettere per un’ora le canzoni del Genovese, all’ora di cena. Precederà, l’esplosione, un silenzio che ricadrà poi sulla nostra memoria più cara e più elegante? (Intanto, raccomandiamo a Dori Ghezzi di riposarsi, dopo: per poter recuperare l’energia necessaria a respingere le richieste di sponsorizzazione della Fondazione De André a festival e festivalini anche già esistenti fra la Penisola e la Sardegna, e chissà quanto degni di potersi fregiare di quel nome).

martedì 6 gennaio 2009

Tutto in pillole



Beyoncé non canterà in Italia nel 2009: l’ex Destiny Child ha cancellato il previsto concerto milanese. Gli amanti della musica dal vivo se ne faranno presto una ragione, perché l’anno appena iniziato porterà molte star internazionali nei locali e negli stadi, e le alternative alla burrosa cantante americana sono parecchie, a cominciare dall’amica-rivale Britney Spears (in autunno), preceduta da Christina Aguileira. Probabili anche Pink, Anastacia, Gwen Stephani con i riformati No Doubt. Abbondante pure l’offerta di divi per tutte le età e tutti i gusti: dai Tokyo Hotel a Michael Bublé, da Eminem a 50 Cents, fino ai Take That, mentre è in forse Robbie Williams. E dovrebbe arrivare anche la regina del pop, Madonna, dopo il «Confession Tour» dello scorso anno, ma questa volta a Milano, a San Siro.
Rock e dintorni
I dodici mesi che verranno saranno all’insegna del rock: gli U2 sono attesi a luglio (probabili una data a Venaria, alle porte di Torino,come annunciato ieri da La Stampa, e forse un’altra a San Siro, sembra il 31 luglio) e tra aprile e maggio arriverà negli stadi Bruce Springsteen, col tour di Working On A Dream, il nuovo album in uscita a fine gennaio. Uno che non ha mai smesso di andare in giro per il mondo a cantare è Bob Dylan: il 15 aprile sarà a Milano, il 17 a Roma, il 18 a Firenze. Ancora dagli Usa, Jackson Browne (a Milano il 7 maggio e a Bologna l’11) e gli Eagles, con un solo concerto milanese il 13 giugno. Per i più giovani, due band punk-rock come Offspring e Greenday, e il 17 marzo da Las Vegas calano a Milano i Killers. Ma la vera chicca proviene da New York: Antony and The Johnsons presentano in quattro date il nuovo, splendido The Crying Light (il 28 marzo ad Ancona, il 29 a Prato, il 30 a Roma, il primo aprile a Milano).
Battendo sul Metal
Si parla anche dei Guns ‘n Roses, ma le scarse vendite del lungamente atteso Chinese Democracy potrebbero portare a una riduzione di date, e quindi a escludere l’Italia. Perché, certo, un concerto non è solo musica, ma anche luci, effetti speciali, video e quanto più l’allestimento è grandioso tanto più servono numeri imponenti per coprire le spese. Di sicuro chiuderà in attivo il bilancio 2009 degli AC/DC: i biglietti per la prima data del Black Ice Tour (il 19 marzo al Datchforum di Milano) sono stati venduti in poche ore, e ne è stata aggiunta una seconda, il 21, già sold out. Oltre alla band australiana, da non perdere il doppio appuntamento con i Metallica (22 giugno a Milano, 24 a Roma).
Sbarcano gli inglesi
Dopo il successo di vendite di Viva la Vida e due concerti italiani non entusiasmanti, tornano i Coldplay, a Udine il 31 agosto. Della precedente ondata del rock inglese, vanno ricordati almeno gli Oasis (il 2 febbraio a Milano, il 20 a Roma, il 21 a Treviso, il 23 a Bolzano e il 24 a Firenze); a ruota seguono i redivivi Prodigy: il nuovo album, Invaders Must Die esce il 28 febbraio, Howlett e compagni suonano il 10 marzo a Milano. Dopo un’anteprima a dicembre, i Franz Ferdinand saranno a Bologna il 29 marzo e a Milano il 30. C’è spazio anche qui per la nostalgia, con i Simply Red: a Milano il 16 e 17 maggio e a Conegliano Veneto il 19. Dall’Inghilterra e dagli anni Ottanta arrivano pure i Depeche Mode, con un carico di hit memorabili e un disco nuovo previsto per aprile; si esibiranno all’Olimpico di Roma il 16 giugno e al Meazza di Milano il 18. Il loro è il tour più ambizioso che toccherà l’Italia nel 2009: si chiama Tour of the Universe.
I tour degli italiani
Per rivitalizzare un mercato non proprio florido, molti artisti italiani puntano sui concerti: da Raf a Battiato, dalla Vanoni a Caparezza, tutti riempiranno locali e palazzetti, a partire dalla metà di gennaio. Massimo Ranieri è attualmente in tour, Gianni Morandi riprende il 16 da Padova, mentre il 18 parte da Pavia Ivano Fossati. Lunga si annuncia la tournée di Biagio Antonacci, che prende il via da Napoli il 26 gennaio, mentre Frankie Hi Energy sarà a Roma il 23 e poi in giro per l’Italia con altre sei date. Dal vivo si esibiranno tra febbraio e marzo Marlene Kuntz e Vinicio Capossela, ma anche il Genio (quelli di Pop Porno). I tour più attesi saranno certamente quelli di Tiziano Ferro e Laura Pausini, in primavera, e come sempre c’è attesa per Vasco Rossi, che pare abbia in programma un tour europeo.