sabato 25 aprile 2009

La Musica e' sempre piu' Digitale

Decine di nuovi modelli per distribuire, scoprire ed ascoltare musica. La promozione e il marketing nell’era del social networking. Youtube, Myspace, Twitter e Facebook sono ormai i nuovi canali dell’industria musicale per entrare in contatto con i consumatori del Web 2.0.
Questi i protagonisti della versione italiana del Digital Music Report 2009 presentato da Fimi ieri a Roma, in occasione del convegno «Diritto di Rete» organizzato da Altroconsumo su Internet, diritto d’autore e libertà d’informazione in rete.
«Molti ritengono ancora che le case discografiche si muovano controcorrente nell’era digitale, in realtà l’innovazione e le tecnologie più avanzate sono ormai parte integrante del mercato discografico e delle competenze aziendali» ha dichiarato Enzo Mazza, presidente della Fimi.
Un mercato, quello digitale, che nel 2008 a livello mondiale, ha generato un fatturato pari a 3,7 miliardi di dollari, crescendo del 25%. Lo scorso anno sono stati 1,4 miliardi i brani scaricati attraverso la rete ed oggi le nuove piattaforme digitali ricoprono il 20% di tutto il mercato discografico mondiale, un dato notevole se confrontato con il 4% del cinema e dell’editoria.
Ormai il lancio di un nuovo album prevede una stretta integrazione tra tutti i media con particolare attenzione ai fenomeni legati al social networking. «Molte aziende di tecnologia si stanno avvicinando alla musica perchè hanno compreso che è un elemento fondamentale per favorire il business e le case discografiche hanno accordi di licenza sempre più flessibili che consentono di mettere a punto modelli di offerta che si adattano alle esigenze dei consumatori» ha concluso il Presidente Enzo Mazza.
La tendenza è confermata anche dai dati dell’International Federation of the Phonographic Industry (Ifpi), organismo che rappresenta l’industria discografica nel mondo. Le vendite globali di musica sono calate di oltre l’8% e la performance peggiore spetta a format fisici come cd e vinili, con un calo mondiale del 15% e del 31% negli Stati Uniti.
Al contrario, le vendite di format digitali, come mp3 e suonerie, sono cresciute del 24%, anche ciò non è bastato per contrastare la caduta libera del mercato. Questa è in parte dovuta ai prezzi di favore dei downloads, ma anche al fatto che i consumatori tendono a non comprare un intero album online.
Secondo i dati diffusi dall’Official Charts Company all’inizio dell’anno, solo 10,3 milioni di album sono stati scaricati in Gran Bretagna l’anno scorso, in confronto a 110,3 milioni di single o track inviduali. A giocare un ruolo importante nel declino delle vendite del settore, anche la prevalenza di musica piratata su Internet.

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