giovedì 30 ottobre 2008

Rivelazioni degli...AFTERHOURS


Manuel Agnelli passeggia per i boulevard e si gode le ore che lo separano dal ritorno a casa, tra quei milanesi che ammazzano il sabato, come recita il titolo dell'ultimo album dei suoi Afterhours. «Certo, gli altri giorni devono lavorare - spiega - e non hanno tempo né per divertirsi né per gli omicidi. Qui invece ogni sera c'è qualcosa da fare: i parigini ammazzano tutti i giorni, mica solo il sabato».
In uno storico locale del Marais, gli Afterhours hanno presentato la riedizione del disco, uscito la scorsa primavera e candidato ad essere ricordato tra i migliori di quest'anno. La nuova edizione contiene alcuni brani in versioni diverse, un inedito e una cover: You Know You're Right, dei Nirvana, con cui hanno aperto il concerto parigino. «La Francia non è ben disposta verso le band straniere, però è stato bello scoprire che c'è chi ci conosce e ci apprezza». Gli Afterhours sono più noti oltreoceano, dove hanno avuto recensioni eccellenti e pubblicato anche un disco in inglese, Ballads for Little Hyaenas. Negli Usa si sono spesso esibiti dal vivo: il prossimo tour parte fra pochi giorni da Minneapolis per concludersi a New York; dal 22 novembre sarà la volta dell'Italia. «Con noi ci saranno una sezione di fiati, un theremin, un violino elettrico. Ma non vogliamo che diventi una routine, perciò sceglieremo solo sei-sette date su quindici per suonare in questa formazione; nelle altre la scaletta e gli arrangiamenti saranno diversi».
Riscrivere, ripensare, ricantare: ma serviva proprio per un album ormai prossimo al disco d'oro? «Non c'è bisogno della riedizione, né del disco, e nemmeno degli Afterhours», ribatte Agnelli. «Il punto non è guadagnarci, visto che comunque tutto il materiale nuovo finirà su internet per il download illegale. Ma la confezione è la più bella che abbiamo mai fatto, e ci siamo impegnati per scegliere i brani migliori tra i molti che abbiamo registrato in concerto. Poi siamo in un paese democratico (ma veramente non ne sono più così sicuro) e la gente ha la libertà di scegliere se comprare il disco o no».
Proprio in contemporanea esce un’antologia degli Afterhours, Cuori e Demoni: due cd, uno di ballate e uno di brani rock, pubblicati dalla loro vecchia casa discografica, la Emi. Agnelli ci ride su: «Una volta bussavamo a tutte le porte e non ci aprivano, ora fanno uscire i nostri album senza neanche chiedercelo. E’ un disco inutile, però una multinazionale deve far quadrare il fatturato, e se il prodotto vende vuol dire che hanno fatto bene». «D'altra parte - aggiunge - l'industria discografica non sta morendo: è già in decomposizione».
Manuel Agnelli ha organizzato per anni il festival Tora Tora, con il meglio degli artisti indipendenti italiani: «Dopo le prime due edizioni la situazione è peggiorata e sono contento di aver chiuso prima che fosse troppo tardi». E oggi? «L'ambiente musicale delle indie italiane è fertile, ma l'atmosfera fa schifo: frustrazione, invidia, meschinità ammazzano qualsiasi slancio. Le regole degli indipendenti sono più rigide di quelle delle major, e io non faccio musica per stare a delle regole diverse, ma per non stare alle regole. Allora meglio lasciare questo mondo per andare con una multinazionale, distribuire i dischi porta a porta o sul web come i Radiohead».

mercoledì 29 ottobre 2008

"ELVIS PRESLEY"...ancora "RE"..ma dell'aldila'!


E’ ancora una volta Elvis Presley il re dell'aldilà. Per il secondo anno consecutivo la leggenda del rock'n roll si è insediato al primo posto nella lista delle celebrità che dopo la loro dipartita dal mondo terreno continuano a incassare denaro. Una ricerca effettuata da Forbes.com rivela che Presley nell'ultimo anno ha fatturato ben 52 milioni di dollari grazie all'aumento dei visitatori nella sua Graceland per commemorare il 30esimo anniversario della sua morte e alla creazione di nuove iniziative come l'Elvis Sirius Satellite Show.
Oltre a questo occorre inoltre considerare gli incassi derivanti dallo sfruttamento delle raccolte canore, dei Dvd commemorativi e delle licenze per sfruttare il nome. Presley tra ottobre 2007 e ottobre 2008 ha guadagnato più di grandi pop star ancora vive come Justin Timberlake (44 milioni di dollari) e Madonna (40 milioni di dollari).

Comunicato "S.I.A.E"

Le collecting agencies degli editori e degli autori sono in difficoltà nell'era di Internet che disintermedia e cambia i modelli di business e la Siae nostrana che fa? Ha pensato bene di provare a trovare una nuova fonte di ricavi: così è di oggi (fonte Ansa) la notizia della sua richiesta di «un’azione forte e comune per ottenere che venga stabilito per legge un contributo in percentuale da versare alla Siae da parte di tutti quei provider che forniscono a pagamento la linea Adsl veloce».
Eh già. Perchè secondo la società che rappresenta gli autori e gli editori, l’Adsl ha la colpa di consentire «a milioni di utenti di scaricare dalla rete, nella maggior parte dei casi evadendo il Diritto d’Autore, ogni tipo di contenuto creativo: musica, film, libri, immagini; insomma qualsiasi genere di opera dell’ingegno messa a disposizione gratuitamente da ben noti e numerosi peer to peer». Sic.
Per questo, la Siae si rivolge al governo e ai politici «chiedendo il loro sostegno in questa nostra richiesta considerato che è profondamente ingiusto che i gestori di tali linee, che da questa attività commerciale traggono enormi vantaggi economici, non siano tenuti per legge a versare, a puro titolo di risarcimento, una parte dei loro proventi agli autori per i diritti evasi».
Domanda: ma gli autori sono stati interpellati dalla Siae prima di lanciare questa proposta indecorosa? Qualcuno si ricorda delle proteste contro la tassa sui cd vergini, in previsione di download illegali? E la tassa sui pc?
Per la Siae, «in mancanza dei contenuti assisteremmo alla drastica riduzione dell’utilizzazione di tali linee. Così come in passato una legge relativa alla copia privata ad uso personale, ha stabilito il pagamento di una percentuale da parte dei produttori di nastri vergini e analoghi supporti, con lo scopo di retribuire gli autori per le riproduzioni effettuate personalmente, oggi - proprio mentre questi contributi vanno scendendo in modo preoccupante (gran parte dei dati digitali viene immagazzinata direttamente sull’hard disc del computer) - chiediamo l’introduzione di una analoga misura per i gestori delle linee Adsl». Ma che bella idea! Peccato proprio non sia emersa all'Internet Governance Forum di Cagliari: si poteva discutere tutti assieme (o, come dice Fiorello Cortiana, "multi-stakeholder") appassionatamente... ;-)
Invece - guarda caso - lì il presidente Siae Giorgio Assumma non solo non è venuto, ma non si è degnato di mandare nemmeno un suo emissario.

martedì 28 ottobre 2008

Finalmente...."GIORGIA"


Torna Giorgia. Da domani le emittenti radiofoniche trasmetteranno «Per fare a meno di te», il nuovo singolo di Giorgia che anticipa l’uscita del triplo cd antologico «Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008» in uscita il 21 novembre su etichetta DDC Dischi di Cioccolata (distribuito da SonyBMG Music).
Il brano inedito «Per fare a meno di te», scritto a quattro mani da Giorgia e Fabrizio Campanelli, sarà il tema della colonna sonora (interamente composta da Campanelli) della nuova pellicola di Luca Lucini «Solo un padre», in uscita nelle sale il 28 novembre.
«Spirito Libero, viaggi di voce 1992 - 2008» ripercorre in tre dischi tematici i brani salienti che hanno segnato la carriera di Giorgia, alcuni dei quali riarrangiati e reinterpretati; oltre al singolo «Per fare a meno di te», l’album conterrà altri tre inediti....Ciao giorgia!

Il nuovo di "LUCIO DALLA"..cd..dvd


Sedotto dalla gente, ma non dalla politica; con gli occhi sbarrati davanti alla potenza dell’arte e chiusi di fronte a qualsiasi atto di violenza fisica o psicologica; uomo del Nord che ama di più il Sud. È il Dalla che emerge dalla triplice opera in cofanetto che include un libro, un cd e un dvd legati dal titolo «Gli occhi di Lucio», edito da Bompiani e in uscita mercoledì prossimo.
Cosa amano guardare, penetrare “Gli occhi di Lucio” oggi? «La mia vista è catturata soprattutto dall’arte, da quando sono stato colpito da giovane dalla potenza dell’espressionismo -risponde Dalla- Ho un vivo interesse per tutte le forme artistiche. E poi sono sedotto dalla gente, anche nelle forme più dolorose che ci arrivano dalle immagini in tv e sui giornali». E cosa, invece, fuggono, evitano di incrociare, preferendo chiudersi? «Rifuggo dalle scene di violenza, in tutte le forme si manifesti, da quella fisica a quella psicologica a quella pericolosamente seduttiva dell’insegnamento. Ma non mi giro dall’altra parte: l’affronto e la combatto, con le mie armi».
Uomo del Nord, Lucio Dalla, attaccatissimo alla sua Bologna. Eppure afferma: «Preferisco il Sud al Nord, amo la Puglia e la Sicilia: lì si vive meglio e sono sicuro che se gli italiani conoscessero davvero bene quei posti, il 90% di loro preferirebbe vivere lì». Un settentrionale che ama il meridione non è un italiano “in via di estinzione”? «Oggi gli italiani sono fomentati da fenomeni di violenza intellettuale volta a dividerli -accusa- perchè la divisione è storicamente sempre stata funzionale al potere, ha sempre fatto comodo per fornire facili alibi».
Del resto, «le bugie sono sempre un collante fondamentale per la società -afferma Dalla- La menzogna, specie quella politica, è orribile. Ma la bugia ha una sua sacralità. Basti pensare alla famiglia: non si distrugge mai per una bugia, che anzi la salva, ma per il disvelamento di una verità. E allora amo le bugie autentiche degli uomini, ma odio quelle artefatte dei politici».
A cena, meglio con Walter o con Silvio? «A cena andrei molto volentieri sia con Veltroni che con Berlusconi, anche perchè non mi piace mangiare e quindi avrei molto tempo per conversare. Ma se devo scegliere -confessa Lucio- meglio a cena con il Cavaliere perchè prima di definirlo come un nemico va studiato, va conosciuto, va capito. Però, non va votato!».
Il libro «Gli occhi di Lucio» è diviso in tre sezioni: la prima («Io, la luna, la terra e il vento») dedicata alla natura e al rapporto con gli elementi; la seconda («Quasi un’autobiografia») che contiene testi con una connotazione più spiccatamente personale; la terza («Pensando Cellini») composta da scritti sull’artista nel quale Dalla vede rispecchiato il suo anticonformismo. Il tutto illustrato dagli scatti di Marco Alemanno, fra immagini artistiche e ritratti del cantautore bolognese.
Il cd contiene cinque brani in versioni musicali inedite: «Tu come eri», «Anidride solforosa» su testo di Roberto Roversi -che Dalla definisce «il mio Maestro»-, «Le rondini», «Principessa» e «Malafemmina», entrambe con le parole del principe Antonio De Curtis, in arte Totò, che dell’ultima curò anche la musica. Quanto al dvd, presenta contributi filmati tutti inediti, tra cui il video di «I.N.R.I.» interamente girato in Irlanda, che al momento della sua uscita fece molto discutere creando non pochi equivoci sull’appartenenza o l’adesione di Lucio Dalla all’Opus Dei.
«La casualità è l’elemento di cui veramente fidarsi -è la raccomandazione finale dell’artista- Il caso ha sciolto molti miei dubbi, mi ha dato l’input per seguirlo a occhi chiusi e alla fine mi ha fatto paradossalmente scoprire che nella vita, se ci si fa trasportare dalla casualità, non vi è nulla di casuale e nulla accade per caso...».

lunedì 27 ottobre 2008

Buon compleanno "SIMON LE BON"


Da sex simbol, idolo e fonte di ispirazione per i teenagers degli anni ‘80, a rievocatore di ricordi nostalgici e di una gioventù spensierata sempre viva nella mente di tanti trent’enni. Erano i tempi dei fiocchi colorati sulle Superga, delle spalline imbottite, dell’Invicta sulle spalle e dei jeans 501 calati quando Simon le Bon e i ‘Duran Duran’, si esibivano al Festival di Sanremo con «Wild Boys», mentre una folla di ragazzine urlanti li aspettava fuori dall’Ariston. Da allora, era il 1985, al suo ritorno alla manifestazione canora, quest’anno dopo ben 23 anni, di candeline Simon ne ha spente tante ma la più importante sara' oggi, che segnerà i suoi primi cinquant’anni.
Sicuramente i fan di oggi e di ieri si preparano a festeggiarlo con tutti gli onori, ma i primi a fargli gli auguri saranno la moglie, l’ex modella Yasmin, sposata con lui da 22 anni e i suoi tre figli: Amber Rose, Saffron Sahara e Tallulah Pine. La formazione è sempre quella storica: Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor.
Vuoto per Andy Taylor, che ha lasciato la band nel 2006 nel bel mezzo della registrazione di «Red Carpet Massacre» per cause ancora poco chiare.
La nascita di quella che in molti hanno definito la prima ‘boy band’ risale al 1978, quando i due compagni di liceo, il tastierista Nick Rhodes, dj in un locale di Birmingham, e il chitarrista John Taylor, fondano un gruppo al quale danno il nome di un personaggio del film «Barbarella». A loro si uniscono inizialmente Stephen Duffy, cantante, e Simon Colley, bassista.
Questi ultimi, convinti che il gruppo non fosse «abbastanza rock», decidono di abbandonarlo quasi subito. Il nuovo cantante, l’ex Tv Eye Andy Wickett, porta con sè il batterista Roger Taylor. I quattro, realizzato un demo con il brano «Girls on film» ma poco dopo perdono Wickett, che forma gli World Service. Così nel 1980 viene ingaggiato uno studente universitario di nome Simon Le Bon.
Intanto arriva come chitarrista Andy Taylor, e il suo omonimo John passa al basso.
Il primo album, dal titolo «Duran Duran», del 1981, anticipato dal primo singolo, «Planet Earth», si piazza immediatamente in dodicesima posizione nella Top 20 inglese. La canzone diventa la bandiera incontrastata del movimento «new romantic» grazie all’astuzia di Le Bon che nel testo cita questa nuova tendenza. Definizione che verrà estesa ai Visage e agli Spandau Ballet, altri due gruppi storici di quel periodo.
Intanto l’interesse per l’immagine porta i Duran Duran a incaricare il giovane regista Russell Mulcahy di approfondire le potenzialità di un mezzo di espressione nascente, quello dei video musicali, che la neonata Mtv sta proponendo in America.
Il risultato è una serie di filmati esotici ed eleganti, realizzati tra Sri Lanka e Antigua, che accompagneranno i singoli successivi, spingendo l’album «Rio» in tutta Europa e, qualche mese dopo, anche negli Usa, dove ottiene il disco di platino. La scalata al successo è rapida: Diana, la Principessa del Galles, dichiara di amare i Duran Duran più di ogni altro gruppo musicale e la stampa inglese li soprannomina «The Fab Five» («i Favolosi Cinque»).
Nel 1984 Nile Rodgers degli Chic con un abile remix, spinge le vendite del singolo «The reflex», mentre il gruppo insiste sulla strada dei video con il minikolossal «Arena», film-concerto girato da Mulcahy, dal quale verranno ricavati un album dal vivo e il singolo «Wild boys».
Il brano viene portato al Festival di Sanremo del 1985 e in Italia la ‘Duranmania' raggiunge il suo apice. Ma a fianco delle ragazzine innamorate soprattutto di Simon, e dei ‘paninarì che si definiscono «Wild boys» cresce il fronte compatto di chi non li può soffrire. Un contributo in tal senso viene dato da un instant-book intitolato «Sposerò Simon Le Bon», scritto da Clizia Gurrado, giovanissima figlia di un giornalista dal quale è ricavato un film che molti definiscono «di spettacolare stupidità».
Intanto, lo stress spinge i cinque a cercare vie di fuga: Nick pubblica un libro di foto computerizzate, Simon si dà alle avventure in barca a vela (rischiando anche di morire in alto mare), Andy comincia un album solista (con Steve Jones dei «Sex Pistols») e nascono due gruppi paralleli: i Power Station (John, Andy, Robert Palmer e Tony Thompson, con la produzione di Bernard Edwards degli Chic) e gli Arcadia (Simon, Nick e Roger).
Il gruppo si ricompatta grazie al brano portante del film «A view to a kill», della serie di James Bond. Un acuto particolarmente impegnativo contenuto nel pezzo tradirà Simon Le Bon durante il «Live Aid di Philadelphia»: la clamorosa ‘steccaì è un duro colpo per i «Duran Duran» già poco stimato dagli addetti ai lavori.
A fine anno Roger lascia il gruppo a causa dello stress e pochi mesi dopo, Andy non si presenta alle sessions per il nuovo album «Notorious». Con il batterista nasce così una guerra di carte bollate che riduce la band a un trio.
L’album, nonostante l’intensa attività promozionale e il massacrante tour che nel 1987 li porta anche in sette stadi italiani (il più grande, quello di Milano) non ottiene grandi consensi e in patria raggiunge solo il settimo posto in classifica. In Italia è superato da «Through the barricades» dei rivali Spandau Ballet.
Il disco «Big thing», forse il loro disco più ambizioso dal punto di vista musicale, impallidisce in classifica rispetto a dischi come «Rattle and hum» degli U2 o al debutto di Tracy Chapman, simbolo del rifiuto dell’elettronica, punto di forza dei Duran Duran, e del ritorno a una musica ‘da strada'.
Quando nel 1990 esce «Liberty», la ‘Duranmania' ormai è tramontata. Quasi non ci si accorge dell’entrata a pieno titolo nella band del batterista Sterling Campbell e del chitarrista Warren Cuccurullo (già con Frank Zappa e coi Missing Persons). Anche per questo, è con una certa sorpresa che il mondo decreta il successo di «Ordinary world», singolo che nel 1993 traina «The wedding album».
Durante il tour di ritorno Le Bon accusa gravi problemi alle corde vocali. Nel ‘96 Simon canta «Ordinary world» accanto a Pavarotti a Modena, altra ‘stecca' in prima serata. Un anno più tardi John Taylor annuncia la propria intenzione di lasciare i Duran. A fine anno esce, solo negli Usa e in Giappone, «Medazzaland», disco che ha un tale fallimento commerciale che il gruppo e la casa discografica non si preoccupano neanche di pubblicarlo in Europa.
Nel 1998 Le Bon, Rhodes e Cuccurullo si separano dalla Emi, e Campbell dai Duran Duran. Il 2003 segna il venticinquesimo anniversario dei Duran Duran e la ‘reunion’ della formazione originale, festeggiata con una serie di concerti di grande successo, dall’America al Giappone, dall’Australia alla Nuova Zelanda. Nel 2004 esce per la Sony un nuovo album di inediti, «Astronaut», seguito da un altro tour.
Nel 2006 Andy Taylor abbandona la band, costringendola a iniziare da capo il lavoro al nuovo disco che arriva finalmente nell’autunno 2007: «Red carpet massacre» è il nuovo album di studio, a cui partecipano anche Justin Timberlake e Timbaland. L’album esce sul mercato italiano il 16 novembre e viene salutato in tutto il mondo da recensioni particolarmente favorevoli. Tra le canzoni ci sono «Nite Runner» (con Timbaland e Timberlake) e il singolo «Falling Down», con il quale lo scorso anno i Duran Duran hanno partecipato in qualità di ospiti al Festival di Sanremo.

giovedì 23 ottobre 2008

Altra musica per MySpace Music

Punta nell’orgoglio dall’accusa di snobbare etichette e artisti indipendenti (vedi News), MySpace Music replica annunciando un accordo di licenza con IODA (Independent Online Distribution Alliance), aggregatore digitale che consegna al nuovo servizio musicale del social network oltre un milione di brani e nomi importanti come Broken Social Scene, Feist, Alison Krauss, Mary Chapin Carpenter, Yo La Tengo, Aventura e Buena Vista Social Club. “Ne siamo estremamente felici, perché grazie a IODA e a The Orchard possiamo già contare su un catalogo di musica indipendente che supera i due milioni di titoli”, spiega al telefono dai quartieri generali californiani della società l’executive director strategy & business development Frank Hajdu. Ma quel che più gli preme è puntualizzare quanto è stato riportato dalla stampa nelle scorse settimane: “Ci sono stati dei fraintendimenti, a proposito dei rapporti che sussistono oggi tra MySpace e la comunità indie. Dai suoi albori, la nostra società ha avuto come missione e preoccupazione principale quella di potenziare le opportunità degli artisti indipendenti di ogni categoria: non solo musicisti ma anche registi, attori ecc, e questo fuoco da allora non si è mai spento. Però è chiaro che se hai come obiettivo quello di costruire il servizio musicale on-line più completo che ci sia al mondo sono numerosissimi gli elementi che entrano in gioco: stiamo producendo il massimo sforzo, e alla massima velocità possibile, per inglobare tutti i contenuti che si rendono man mano disponibili, senza distinzioni tra major e indie. Ci piace ancora pensare di poter giocare un ruolo importante nella costruzione del successo di tanti artisti, e non solo se si chiamano Lily Allen o Arctic Monkeys. Proviamo altrettanta, se non maggiore, soddisfazione nel sapere che aiutiamo migliaia e migliaia di musicisti a guadagnarsi da vivere e a a coltivare il loro talento anche se non diventeranno mai delle superstar. Ma ovviamente non possiamo mettere in pentola tutto nello stesso momento. Abbiamo iniziato il 25 settembre, stiamo continuando a lavorare per far sì che la nostra piattaforma non sia soltanto un grande veicolo promozionale com’è stato fino ad oggi ma anche una fonte di introiti per tutti coloro che forniscono un contenuto creativo.Gli accordi con The Orchard e IODA sono soltanto la punta dell’iceberg”.
Vedremo presto anche i Radiohead e i White Stripes su MySpace Music, dunque, a dispetto delle dichiarazioni poco concilianti rilasciate dal discografico Martin Mills, boss dell’inglese Beggars Group? “Come potete immaginare, siamo impegnatissimi a discutere e negoziare con chiunque, anche se ci vuole tempo per perfezionare i contratti e renderli operativi: Martin e il Beggars Group saranno ovviamente i benvenuti a bordo di MySpace, così come qualunque altro artista o etichetta indipendente. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi annunceremo altri accordi. Con altre etichette, con altri aggregatori e, non ultimi, con singoli artisti a cui desideriamo metteremo a disposizione i migliori strumenti per gestire da sé i propri spazi sulla piattaforma. Al momento, certo, il modo più veloce e diretto che un artista senza contratto ha di entrare nella nostra comunità consiste nell’affiliarsi a qualche aggregatore, ma il nostro team è al lavoro per creare un modello flessibile che permetta a chiunque di fare da sé, se lo desidera”. Lo stesso approccio, garantisce Hajdu, verrà riservato alle istanze che arrivano dagli utenti finali del servizio: “Ci rendiamo conto che molti desiderano poter condividere le loro esperienze musicali e le loro playlist con gli amici, non si tratta solo di ‘consumare’ contenuti ma anche di elaborarli in modo da esprimere la propria identità. Ogni esigenza percepita come essenziale dai nostri utenti verrà presa in considerazione e affrontata dal nostro staff tecnico”.
Bocca cucita, invece, sulla possibilità che IODA o The Orchard entrino, come le major, nel capitale azionario della joint venture (lo aveva prospettato in un’intervista, qualche mese fa, Chris DeWolfe)”: “Spiacente”, risponde Hajdu, “non posso entrare nei dettagli dei contenuti e della struttura dei singoli accordi. Posso dire però che è nostra premura trattare tutti alla stregua di partner stipulando accordi che risultino economicamente favorevoli per tutte le parti interessate. E sviluppare un modello di business sostenibile, redditizio e flessibile per chiunque”. Con quali punti di forza rispetto alla concorrenza? “Innanzitutto il fatto che, per il consumatore, diventeremo un negozio one stop in cui potrà trovare tutto ciò che finora doveve andarsi a cercare su siti diversi: non solo musica in streaming gratuito, suonerie, file scaricabili a pagamento e supporti fisici ma anche merchandising e biglietti per concerti, per esempio. E poi, anche se questo è diventato un ambiente molto competitivo noi non siamo una start-up, siamo in questo business già da cinque anni. Abbiamo alle spalle una storia e una tradizione, oltre che una posizione di leadership riconosciuta tra i social network che esistono sul Web. Siamo nella miglior posizione possibile, insomma, per far funzionare il modello gratuito basato sulle inserzioni pubblicitarie”. A quando l’ingresso in Europa e in Italia? “Abbiamo una tabella di marcia molto aggressiva, ci rendiamo naturalmente conto che il mercato europeo è estremamente importante per noi. Quando arriveremo? Molto presto. Senza sbilanciarsi troppo, diciamo l’anno prossimo”.

lunedì 20 ottobre 2008

La notte dei dj al PalaIsozaki....TORINO


La notte del 31 ottobre dj di tutto il mondo si esibiranno al PalaIsozaki in performance di musica elettronica, house e techno per dar vita ad un evento eccezionale che la Torino by night sognava da tempo. Da New York, Detroit, Munich partiranno djs del calibro di Kevorkian, Derrick May, Beat Pharmacy e tanti altri, ai quali si affiancheranno i nostri formidabili amici di Krakatoa (Samuel e Pisti dei Subsonica). Colleziona i bollini virtuali (125) su passepartout on line, è l'unico modo per vincere i biglietti di Movement Torino Music Event 2008 (posti disponibili 150).
La Torino by night però non finisce qui. Per gli amanti dei concerti Passepartout mette in palio biglietti per Venditti e di Zucchero in programma rispettivamente il 29 novembre e il 16 dicembre. Saranno sufficienti 75 bollini virtuali per un biglietto omaggio. I posti disponibili sono 40 online e 260 con bollini cartacei. Con Passepartout su carta 30 bollini valgono per due biglietti del concerto.

domenica 19 ottobre 2008

Il film"ALBAKIARA", FAVOLA NERA CHE TURBO' VASCO


Gli amanti di Vasco Rossi hanno un motivo in piu' per andare a vedere "Albakiara", il film di Stefano Salvati in uscita il prossimo 24 ottobre, la cui colonna sonora e' costituita da alcune delle piu' note canzoni del rocker di Zocca. Per la prima volta il grande pubblico potra' ascoltare la versione originale di "Albachiara", scritta alla fine degli anni '70, in cui compare un preludio musicale di un minuto e mezzo suonato al piano da Gaetano Curreri. Quel brano, recuperato dallo stesso Curreri e da Frank Nemola, che hanno curato le musiche del film, era contenuto in un nastro amatoriale e durava circa cinque minuti. Quella versione non venne mai registrata perche', per volonta' dell'allora discografico di Vasco Rossi, venne tagliata e ridotta al minutaggio canonico che probabilmente ne ha decretato il successo. Ora la vecchia "Albachiara" vede la luce e gli appassionati potranno godersi una "chicca". Il tema suonato da Curreri, inoltre, ribattezzato dal regista 'tema di Esmeralda', descrive i momenti onirici del film in cui compare la sorella-coscienza della protagonista."Quando Vasco Rossi ha letto le prime dieci pagine del soggetto di 'Albakiara' e' rimasto sconvolto, profondamente turbato dalla realta' giovanile che ho raccontato e che e' quella vera che ho registrato intervistando oltre 800 ragazzi di medie e licei di Modena e Bologna". Cosi' Stefano Salvati, autore e regista di "Albakiara", racconta il primo approccio del cantante, autore di tutte le canzoni del film, col soggetto scritto da Salvati. "Senza Vasco, che compare anche in veste di produttore, non sarebbe mai stato realizzato "Albakiara" - racconta il regista -. Il titolo stesso, con la 'k', sta a significare che racconto il personaggio cantato da Vasco in chiave moderna: quella ragazzina degli anni '70 era ingenua, romantica, dolce e la sua trasgressione era sfiorarsi di nascosto. Quella mia e' una ragazza del terzo millennio, che ne fa di tutti i colori, dalle orge alla droga, ma conserva sempre elementi di profonda ingenuita' della sua eta'".
Il film, che pare sia piaciuto moltissimo a Vasco Rossi, e' una favola nera e racconta la storia di Chiara (Laura Gigante) innamorata di un dj che gestisce un sito porno (Davide Rossi), che viene coinvolta in una storia di droga che ha per protagonisti un poliziotto corrotto (Raz Degan) e tre piccoli malavitosi (Alessandro Haber, Dario Bandiera e Fabrizio Sabatucci). Un noir scritto da Stefano Salvati insieme a Carlo Lucarelli, in cui i ragazzi sono tutti tossicodipendenti, in cui nella scuola tutti si drogano e il bidello fa lo spacciatore, in cui i teen-ager vivono il sesso in maniera estrema (gare di performance erotiche, esibizioni orgiastiche on line, ecc.), in cui i genitori sono totalmente assenti e i ragazzi(ni) sono liberi di fare cio' che vogliono e di vivere una vita dissoluta e fatta di cliche' maledetti: droga, musica a tutto volume, sesso sfrenato e le canzoni di Vasco Rossi.
La descrizione di un mondo giovanile praticamente del tutto popolato da drogati e libertini, in cui la violenza e' assoluta, gratuita ed estrema (nel film muoiono tutti di morte violenta), non corrisponde alla realta' malgrado l'idea abbia origine da una serie di interviste a ragazzini, tutti figli di genitori separati, abitanti in una parte ricca e 'godereccia' dell'Italia. "La mia e' una provocazione - ammette il regista -. E' ovvio che non sono tutti cosi' i giovani. Io ho voluto raccontare uno spaccato reale della vita che spesso non si vuole vedere. Il mio film e' una favola nera che si contrappone alla favola buona di Moccia o di 'Notte prima degli esami'. La generazione che racconto e' comunque molto piu' vicina alla realta', anche se ho esagerato alcuni aspetti".

sabato 18 ottobre 2008

Grignani duetta con L'Aura


Da venerdì 17 ottobre sarà in rotazione su tutte le radio “Vuoi Vedere che ti Amo”, il nuovo singolo di Gianluca Grignani per la prima volta in duetto con L’Aura. Dal 15 novembre il cantautore milanese sarà inoltre impegnato nei teatri di tutta Italia nel suo nuovo “Cammina nel sole tour” unplugged .
“Vuoi Vedere che ti Amo”, brano estratto dal suo ultimo album “Cammina nel sole” - uscito lo scorso 14 marzo, viene riproposto in un’inedita versione con la giovane talentuosa cantautrice L’Aura. Le due voci, maschile e femminile, si uniscono e si amalgamano in un crescendo, dando al brano una maggiore intensità e pathos grazie anche al rinforzo melodico dato dal piano di L’Aura.
Da fine ottobre sarà inoltre in rotazione su tutte le reti musicali il videoclip di “Vuoi vedere che ti amo” protagonisti Gianluca Grignani e L’Aura. Il video sarà diretto da Cosimo Alemà.
“Vuoi vedere che ti amo” lancia la riedizione di “Cammina nel sole” disponibile nei negozi dal 14 novembre. Questo ricco repackaging conterrà ben 16 tracce tra cui alcune versioni live, inedite, dei precedenti successi dell’autore come “Falco a metà” e una personale interpretazione di “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco.
Gianluca Grignani sarà inoltre impegnato, a partire dal 15 novembre e dal teatro di Brescia, nel suo “Cammina Nel Sole Tour unplugged. Il cantautore milanese si proporrà infatti al pubblico in chiave inedita, una veste totalmente acustica e suggestiva, senza amplificazioni elettriche. A fare da cornice allo spettacolo saranno i teatri delle più importanti città d’Italia: Milano (18/11), Firenze (26/11), Torino (29/11), Lecce (2/12), Cosenza (3/12), Napoli (4/12), Roma (6/12), La Spezia (13/12), Melito (29/1/09).
Per questa nuova tournèe Gianluca Grignani ha preparato ben 60 pezzi del suo repertorio da offrire al pubblico in 3 diversi concerti. Lo show, di oltre 2 ore, sarà uno spettacolo ogni sera diverso in cui verrà coinvolto anche il pubblico che diventerà protagonista insieme all’artista: gli spettatori potranno infatti scegliere alcuni dei brani da inserire in scaletta, rendendo così ogni concerto uno spettacolo irripetibile.
I biglietti sono disponibili presso tutte le rivendite autorizzate e presso il circuito Ticket One.

Mannoia con Ligabue e Ferro


Un disco pieno di sorprese con molti autori che per la prima volta hanno scritto appositamente una canzone per Fiorella, da Luciano Ligabue fino a Tiziano Ferro passando per Franco Battiato, Jovanotti, Pino Daniele e Bulgaro. È l’album “Il movimento del dare” di Fiorella Mannoia, in uscita il 7 novembre.
«Questi per me sono stati anni intensi, pieni di musica, eppure l’ultimo inedito risale a sette anni fa: sembra incredibile che sia passato così tanto tempo. Ora sta per uscire questo nuovo lavoro – dice FIorella - in cui ho ritrovato vecchi amici e ne ho conosciuti di nuovi, è stata un’esperienza stimolante. Sono sempre più convinta che nel confronto con gli altri risieda l’essenza del nostro mestiere».
Da oggi sarà in radio il singolo “Io posso dire la mia sugli uomini” scritto da Ligabue. «È la seconda volta (dopo averlo fatto con Guccini) in cui scrivo una canzone provando a mettermi nei panni di qualcun altro. Io e Fiorella ci siamo conosciuti un pò meglio, ho scritto la canzone, - si legge nel sito del rocker - l’abbiamo provata velocemente e poi lei l’ha realizzata con il suo produttore di fiducia. Spero di portarle fortuna».

giovedì 16 ottobre 2008

RADIOHEAD..."In Rainbows"i numeri del successo


E’ passato ormai più di un anno dal giorno in cui Radiohead avvertirono i fan con un timido messaggio online che il loro nuovo album In Rainbows sarebbe stato distribuito in anteprima solo su Internet, lasciando al consumatore la scelta del prezzo da pagare. Un’operazione rivoluzionaria, su cui si spesero tonnellate di articoli di carta e digitali, ma della quale non vennero mai pubblicati i risultati ufficiali. Fino a ieri.
Il velo è stato (parzialmente) sollevato da Jane Dyball, dirigente della Warner Chappell Music, la società che ha gestito tutte le licenze di utilizzo fisico e digitale di In Rainbows. Ospite del simposio “You Are in Control” in una Reykjavik congelata dalla crisi finanziaria, la Dyball ha fornito una serie di cifre che testimoniano il successo di un’operazione che – proprio per il lungo silenzio della band – aveva sollevato non pochi dubbi sulla sua effettiva riuscita al di là del tam tam mediatico.
Nel complesso, ha spiegato la dirigente, In Rainbows ha venduto oltre tre milioni di copie, contando sia i formati fisici che digitali. Di questi, 1,75 milioni hanno premiato la versione fisica dell’album, distribuita in cd e vinile il 31 dicembre 2007, più di due mesi dopo il lancio del download digitale a prezzo libero.
Già solo per il versante cd, l’operazione ha quindi surclassato le più recenti performance discografiche della band. Secondo Hits Daily Double, i due dischi precedenti dei Radiohead, pubblicati su etichetta Emi, si erano fermati rispettivamente a 900mila (Amnesiac del 2001) e 990mila copie (Hail To The Thief del 2003). E in quei casi ai fan non era stata concessa l’opzione di scaricare il disco con due mesi in anticipo (a meno che non lo avessero cercato sulle reti P2P non autorizzate).
Poter scaricare l’album in anticipo e a un prezzo limitatissimo (addirittura gratis, volendo) non ha quindi provocato il temuto drastico crollo delle vendite del compact disc, anzi. Ma se il disco di metallo ha tenuto bene, anche la vera e propria operazione digitale ha ottenuto un suo significativo riscontro economico. Ancora prima di spedire il primo cd nei negozi, infatti, i Radiohead avevano già guadagnato da In Rainbows, in termini di royalties, più di quanto incassato per le vendite complessive di Hail To The Thief. Merito di un’iniziativa ben congegnata, che oltre al semplice download a prezzo libero offriva ai fan la possibilità di ordinare online un box di lusso al prezzo di 40 sterline. Solo di questi cofanetti ne sono stati venduti centomila.
Sul fronte più propriamente digitale, le cifre fornite da Warner Chappell appaiono un po’ più lacunose. Non si sa, per esempio, quale sia stato il prezzo medio scelto dai fan (l’elemento su cui più si è discusso su siti, giornali e blog alla fine dello scorso anno) e non si conosce il numero effettivo di persone che hanno acquistato/scaricato l’album dal sito ufficiale della band, senza passare da canali alternativi come BitTorrent o altri servizi di filesharing. L’unica indicazione fornita riguarda il trend dei download: i fan del gruppo hanno affollato il sito nei primi giorni dell'iniziativa, scegliendo di pagare un prezzo più alto rispetto a quello dei visitatori occasionali, che hanno visitato il sito ufficiale nelle settimane successive, spinti dal clamore dell'operazione sui media.
“Avevamo il dubbio su come si sarebbe comportata la gente di fronte alla richiesta di pagare per qualcosa che poteva avere gratis”, ha detto Jane Dyball, “e siamo rimasti sorpresi positivamente”. Anche per Warner Chappell l’avventura di In Rainbows è stata un successo che potrebbe aprire una nuova pagina nella gestione delle licenze dei contenuti, uno dei settori che appaiono più involuti, anacronistici e ingolfati di fronte ai cambiamenti della rivoluzione digitale.
Warner Chappell afferma di aver controllato direttamente tutto il sistema di licenze relative a In Rainbows, all’esterno del tradizionale network delle collecting societies, proponendo un’unica licenza d’utilizzo per tutti i diritti digitali dell’opera. In questo modo, sostiene la Dyball, il processo relativo alla gestione delle licenze è risultato molto più immediato ed efficiente, garantendo entrate più rapide e cospicue sia per la Warner che per i Radiohead stessi.
Se la band inglese è diventata simbolo di indipendenza assoluta nel mercato discografico, controllando l’operazione In Rainbows in prima persona, senza il diretto intervento produttivo di alcuna etichetta (i contratti con alcune label indipendenti sono stati firmati solo per la distribuzione del cd nei negozi), la Warner Chappell sembra invece aver sperimentato con successo quel sistema semplificato di licenze che viene invocato da molti (major discografiche incluse) per aggiornare il settore alle esigenze imposte dal mercato digitale. Un mercato globale che richiede flessibilità e rapidità e che spesso si inceppa di fronte all'esigenza di negoziare diritti e licenze con tutte le singole società di raccolta nazionali (in Italia, la Siae).

lunedì 13 ottobre 2008

MYSPACE MUSIC...funziona!

Sono passati appena pochi giorni dal lancio (nordamericano) del nuovo MySpace Music, il 23 settembre, e i primi risultati non si sono certo fatti attendere. Fonti interne a MySpace hanno confermato che il servizio - che mette a disposizione in streaming gratuito canzoni appartenenti al catalogo di tutte e quattro le major discografiche, più quelle di alcune etichette indipendenti - ha già superato la soglia di un miliardo di ascolti. Una performance notevole che, come ha scritto Michael Arrington su TechCrunch, fa impallidire da un punto di vista numerico quella di iTunes, che ha avuto bisogno di tre anni per vendere lo stesso numero di canzoni.
Certo, nel caso del negozio di Apple si è trattato di una vendita vera e propria, a un dollaro/euro/sterlina a brano. Lo streaming su MySpace Music è invece gratis per gli utenti, frutto di un accordo che vede le major non solo come licenziatarie della musica ma anche come co-proprietarie del servizio (e quindi beneficiarie di parte dei suoi profitti, anche quelli derivanti da attività collaterali e future come la vendita di merchandising, biglietti di concerti e download a pagamento). Inoltre, il successo immediato di MySpace Music andrà poi valutato bene con il passare del tempo: il forsennato ritmo iniziale potrebbe rallentare, fisiologicamente, man mano che si spegneranno gli effetti propulsivi (e mediatici) del lancio. Ma subirà anche un probabile aumento quando finalmente il servizio verrà reso disponibile anche ai cittadini non statunitensi.
Quello che appare sempre più naturale è che lo streaming sta diventando la scorciatoia attraverso cui il concetto di "gratis" si sta insinuando anche negli uffici delle case discografiche. I video di YouTube ormai sono praticamente tutti legali e autorizzati, le anteprime audio integrali sono all'ordine del giorno (proprio MySpace Music si è aggiudicata quella dell'ultimo album degli Oasis) e le soluzioni per gli utenti sono ormai svariate (Last.fm, Pandora, iMeem, iLike), anche con le prime significative appendici telefoniche (l'applicazione Pandora per iPhone). Almeno in streaming, c'è un sacco di musica che su Internet si può ascoltare tranquillamente gratis e legalmente. Difficile che si torni indietro. Il modello di business dello streaming in abbonamento (lanciato da Napster degli USA e importato in Italia dai negozi della piattaforma OD2: MTV, MSN, Tiscali...) sembra ormai seppellito.
Rimarrà poi solo da vedere come verrà gestita la questione dei diritti e delle royalties. Alcune associazioni che raggruppano etichette indipendenti hanno già accusato MySpace di aver preferito accordarsi con le major, tenendo fuori dalle trattative le label più piccole. Inoltre, c'è il punto interrogativo legato agli artisti: cosa e quanto guadagneranno loro da queste nuove iniziative commerciali? Quanti soldi entreranno nelle loro tasche dai due, dieci o cento miliardi di canzoni ascoltate su MySpace Music? E' anche per gestire questa mutante realtà di mercato che stanno nascendo veri e propri sindacati delle rockstar, come la Featured Artist Coalition, che ha preso vita nei giorni scorsi in Gran Bretagna con l'adesione di Radiohead, Verve, David Gilmour, Robbie Williams e decine di altri artisti.

lunedì 6 ottobre 2008

The End...il BLASCO chiude il Tour08


E' finita...ieri si e chiuso l'ultimo concerto della stagione per il VATE de ZOCCA e con lui anche lo stadio delle ALPI!Anche ieri concerto fantasmagorico e adrenalinico come sono lui puo' dar al pubblico..un vero trascinatore...ora si vedra' se'..e quando tornera' a TORINO...visto che l'unico stadio che poteva ospitarlo verra' abbattuto per farne la nuova casa dei Bianconeri.Si era parlato dell'ARENA ROCK ma visto il fiume di gente sembra quasi impossibile ospitare un personaggio come lui..anche per questioni di sicurezza...e naturalmente dispiace anche se non venisse piu' per gli ottimi risultati che da'..e come la Citta risp alle sue chiamate da vero Rocker...cmq si vedra'...l'unica cosa e penso sia un coro unico...grazie VASCO...sei l'unica cosa che funziona in questa 'Italia...e sei l'unica certezza che dai come eventi e spettacoli...mai nex sara' come te...e gli studiosi continuano nel farsi le domande come mai funziona cosi' bene..e...continuate nel farvi domande..continuate...Ciao!!!!

domenica 5 ottobre 2008

Stasera...ancora lui..VASCO!



Dire che e' stato grandioso e come essere scontati....una vera bolgia...un fiume di persone...folla oceanica...VASCO e tutto questo...e stasera si replica...sono un privilegiato ad andar 2 volte..ma vedendo la carica che da'...lo auguro a tutti...e un vero trascinatore....un leader...l'articolo piu' corposo a domani...per ora godetevi le immagini...CIAO!!!!

sabato 4 ottobre 2008

VASCO attesa finita..stralcio intervista prima del concerto


TORINO

Cos'avrà di tanto speciale? Un pezzo d'Italia a lui poco friendly, continua a interrogarsi sull'immenso successo di Vasco Rossi, che ad ogni tornata di disco raddoppia i concerti in ogni stadio, con esauriti a raffica: il fenomeno non ha precedenti conosciuti, e viene studiato dal musicbusiness internazionale. Il Vate di Zocca non se ne cale. Barricato al quinto piano di un albergo del centro, frotte di ragazzi in strada che lo aspettano giorno e notte, attende in ritiro le ultime due serate di stasera e domani, che al Delle Alpi chiuderanno il tour di «Il mondo che vorrei». E rompe il silenzio solo con questa chiacchierata...concessa alla bravissima MARINELLA VENEGONI..della STAMPA

Caro Vasco, cosa risponde a chi non capisce il suo successo?

«Nessuno mi dice niente, in faccia. Non capiscono loro, non capisco neanch'io, anche se mi godo quest'affetto. La canzone è una forma d'arte che va al cuore, ricordo bene cosa provavo da ragazzo, quando compravo Battisti o De Gregori. Sono 30 anni che scrivo canzoni che divertono o commuovono: i parrucconi benpensanti ci vogliono vedere messaggi, mentre sono grida di preoccupazione rabbia o gioia».

Lei riesce dal palco ad avvertire l'umore generale delle masse?

«Il concerto è sempre un momento di gioia e divertimento, dunque colgo solo lati positivi. I giovani hanno potenza, energia, immaginazione, sono più predisposti di noi ad affrontar le sfide: ogni generazione si adatta al mondo che cambia. Non sono pessimista ma questa è una civiltà al tramonto. I tempi si son fatti veloci, in 5-10 anni cambia tutto. Si vive alla giornata, c'è mancanza di valori, tutto è vero e niente è vero».

Sente la responsabilità del suo ruolo?

«La sento e me la prendo tutta. Sono orgoglioso e fiero, le mie canzoni danno gioia. Gli artisti non condizionano, semmai raccontano il mondo. Sono piuttosto i media, giornali e tv, a influenzare».

Fiorello vuole una legge per non far ripetere i programmi tv.

«La tv è un mezzo importante, andrebbe gestito non dico da filosofi come potrebbe proporre Platone, ma da uomini di senno. Ma da una parte aiuta pure a perdere tempo, è la risposta occidentale alla filosofia Zen che dice che bisogna estraniarsi per riposarsi. La tv non dice mai le cose come stanno, per sapere la verità bisogna leggere libri e romanzi».

Lei è un accanito lettore

«Molti in verità dicono: "chissà se sa leggere". Mi piace la scrittura forte del sudafricano Coetze, mi è piaciuto "L'ombra del vento" di Ruiz Zafon. Leggo saggistica, psicologia e filosofia, grazie alla quale quale son riuscito a trovare il succo dei concerti. La citazione di Spinoza ha suscitato sconcerto, ma i ragazzi hanno capito: la musica è importante perché porta gioia; loro si sentono tristi perché è la tv che li rende tali, mentre la vita è bella perché ci sono l'amore, il sesso, l'arte».

Alcuni criticano i pezzi giovanilisti nell'ultimo cd.

«Questa è la mia parte più giocosa. Il rock parla di gite in macchina con la decapotabile, del rapporto uomo-donna. Peccato che mai nessuno dei candidati alla politica parli mai dei propri istinti sessuali: di Mussolini si sanno le storie ma non gli istinti, di Berlusconi si sa qualcosa in più.. "Dimmelo te" invece, anche se è rock, è su di uno che non ce la fa più, che ha la testa che gli lavora contro...».

Depressione. Lei ne sa qualcosa?

«Ho sempre avuto il mal di vivere, e sempre l'ho combattuto buttandomi dietro le cose, le cause, e anche buttandomi via».

Da lunedì, finito il tour, sarà un uomo libero.

«I concerti mi riempiono, ma anche mi svuotano. Le vacanze sono come un lavoro. Quest'estate per un mese non ho messo giù i piedi dalla barca se non per la corsa mattutina. Gli incontri mi danno agitazione, preferisco il telefono».

A differenza di molti, lei pratica l'arte dello scomparire.

«Non vivo la tv come un bar dove andare a passare un po' di tempo, in balìa del conduttore di turno che soddisfa le proprie curiosità. Non sento la necessità di spiegare chi sono, preferisco che ascoltino le canzoni».

E il nostro Bel Paese?

«Uh, che problemi enormi. Accumulati nel tempo, che nessuno in questo sistema politico vuole o può risolvere. La giustizia che non funziona, l'impoverimento, l'amministrazione farraginosa. E poi, la situazione politica: il maggior proprietario di tv è capo del Governo, se il potere si basa sul consenso, la democrazia è viziata. Ma a suo tempo l'attuale minoranza non fece la legge...».

Già, e la minoranza? Come vede il Pd?

«Non mi occupo di politica, perché è una cosa seria e non va chiacchierata al bar. Dico solo che son d'accordo con Moretti: ma non solo non c'è più opinione pubblica, c'è anche il fatto che la gente non è più in grado di giudicare criticamente i comportamenti. Si accetta tutto, nel Pubblico. Anche le cose che non si accettano in privato>....Di una cosa sono sicuro io visto che scrivo...e faccio musica..che di VasSCO..c'e' ne uno solo...e vale la pena sentire sempre tutto cio' che dice..CIAO a tutti!!

venerdì 3 ottobre 2008

Finalmente il Mito a Torino...VASCO!!!!


I cancelli apriranno alle 15,30, l'inizio è previsto per le 21. L'attesa sta per finire: il concerto torinese di Vasco è alle porte, anzi i concerti. Domani e domenica il rocker di Zocca porterà i brani de "Il mondo che vorrei" allo stadio Delle Alpi, struttura rediviva che attende il restyling per tornare a nuova vita (la Juventus ne farà il suo quartier generale).
Nell'occasione il prefetto ha emesso un' ordinanza che vieta la vendita di bevande in contenitori pericolosi. GTT ha potenziato gli autobus e messo a disposizione linee speciali. Trovate a questo link la comunicazione.
L’anima e il ritmo della scaletta (dettagli sul sito dell'organizzazione torinese ed in un nostro post precedente) sono dettati dalle nuove canzoni, che ci sono tutte, o quasi (mancano solamente “Non vivo senza te” e “Ho bisogno di te”).
Sono stati scelti brani come “T’immagini” e “La Noia”. Sono di grande attualità in questa “società così nobile e così antica” canzoni come “Non appari mai” , “L’uomo che hai qui di fronte” e “Gli spari sopra”, che dimostrano la continuità e la coerenza dell’artista. Come sempre la scaletta prevede brani di grande intensità come “Un senso” e “Sally” e momenti di puro divertimento, tra sesso e rock’n roll, con canzoni come “Gioca con me”, il nuovo singolo.
In attesa dei vostri video e delle foto che ci invierete a torino@blogosfere.it, vi proponiamo qualche immagine condivisa su Youtube dagli utenti che hanno assistito al doppio evento dello scorso anno in città, quando il Blasco si esibì a luglio e settembre....Ragazzi Buon concerto a tutti...Il BLASCO...e sempre con voi!!!!Ciao!!!

mercoledì 1 ottobre 2008

COLDPLAY girano a mille



Come una messa cantata - non benissimo, perché Chris Martin era chiaramente in debito con le corde vocali -, il concerto bolognese dei Coldplay ha portato in trionfo la band inglese in un diluvio di raggi laser e di coriandoli in caduta libera sul pubblico osannante. Dodicimila ragazzi che cantano a memoria tutti i pezzi dello show vogliono pur dire qualcosa: per esempio che i quattro sono diventati star da amare incondizionatamente, sia che attacchino Violet Hill, dall’ultimo disco, sia che attingano al repertorio dei primi anni, quando ancora erano una band di culto.
E allora via alle celebrazioni, grazie anche all’intro del concerto che spara a pieni decibel il Bel Danubio Blu di Strauss, tanto per far capire fin dall’inizio il vento epic rock che soffierà impetuoso per tutto lo spettacolo.
Anche se molto ben sorretto da un tappeto ritmico robusto fornito da Guy Berryman al basso e Will Champion alla batteria, il divo Chris ha però la voce al lumicino: lo salvano gli interventi degli altri vocalist, ma soprattutto il coro della platea che canta buona parte dei refrain quando le tonalità si alzano pericolosamente. Il concerto è comunque una macchina perfettamente oliata: Clocks incendia la platea, In my Place manda in frantumi i vetri del palasport con lo «yeah» urlato a gola spiegata dai 12 mila. Con Fix you e Hardest Part arrivano i momenti intimisti, finché i Coldplay scompaiono dal palco principale per materializzarsi dalla parte opposta del palasport, a cantare in set acustico The Scientist. Yellow è la giusta ricompensa finale ai fedeli adoranti.