giovedì 30 ottobre 2008

Rivelazioni degli...AFTERHOURS


Manuel Agnelli passeggia per i boulevard e si gode le ore che lo separano dal ritorno a casa, tra quei milanesi che ammazzano il sabato, come recita il titolo dell'ultimo album dei suoi Afterhours. «Certo, gli altri giorni devono lavorare - spiega - e non hanno tempo né per divertirsi né per gli omicidi. Qui invece ogni sera c'è qualcosa da fare: i parigini ammazzano tutti i giorni, mica solo il sabato».
In uno storico locale del Marais, gli Afterhours hanno presentato la riedizione del disco, uscito la scorsa primavera e candidato ad essere ricordato tra i migliori di quest'anno. La nuova edizione contiene alcuni brani in versioni diverse, un inedito e una cover: You Know You're Right, dei Nirvana, con cui hanno aperto il concerto parigino. «La Francia non è ben disposta verso le band straniere, però è stato bello scoprire che c'è chi ci conosce e ci apprezza». Gli Afterhours sono più noti oltreoceano, dove hanno avuto recensioni eccellenti e pubblicato anche un disco in inglese, Ballads for Little Hyaenas. Negli Usa si sono spesso esibiti dal vivo: il prossimo tour parte fra pochi giorni da Minneapolis per concludersi a New York; dal 22 novembre sarà la volta dell'Italia. «Con noi ci saranno una sezione di fiati, un theremin, un violino elettrico. Ma non vogliamo che diventi una routine, perciò sceglieremo solo sei-sette date su quindici per suonare in questa formazione; nelle altre la scaletta e gli arrangiamenti saranno diversi».
Riscrivere, ripensare, ricantare: ma serviva proprio per un album ormai prossimo al disco d'oro? «Non c'è bisogno della riedizione, né del disco, e nemmeno degli Afterhours», ribatte Agnelli. «Il punto non è guadagnarci, visto che comunque tutto il materiale nuovo finirà su internet per il download illegale. Ma la confezione è la più bella che abbiamo mai fatto, e ci siamo impegnati per scegliere i brani migliori tra i molti che abbiamo registrato in concerto. Poi siamo in un paese democratico (ma veramente non ne sono più così sicuro) e la gente ha la libertà di scegliere se comprare il disco o no».
Proprio in contemporanea esce un’antologia degli Afterhours, Cuori e Demoni: due cd, uno di ballate e uno di brani rock, pubblicati dalla loro vecchia casa discografica, la Emi. Agnelli ci ride su: «Una volta bussavamo a tutte le porte e non ci aprivano, ora fanno uscire i nostri album senza neanche chiedercelo. E’ un disco inutile, però una multinazionale deve far quadrare il fatturato, e se il prodotto vende vuol dire che hanno fatto bene». «D'altra parte - aggiunge - l'industria discografica non sta morendo: è già in decomposizione».
Manuel Agnelli ha organizzato per anni il festival Tora Tora, con il meglio degli artisti indipendenti italiani: «Dopo le prime due edizioni la situazione è peggiorata e sono contento di aver chiuso prima che fosse troppo tardi». E oggi? «L'ambiente musicale delle indie italiane è fertile, ma l'atmosfera fa schifo: frustrazione, invidia, meschinità ammazzano qualsiasi slancio. Le regole degli indipendenti sono più rigide di quelle delle major, e io non faccio musica per stare a delle regole diverse, ma per non stare alle regole. Allora meglio lasciare questo mondo per andare con una multinazionale, distribuire i dischi porta a porta o sul web come i Radiohead».

Nessun commento: