lunedì 13 ottobre 2008

MYSPACE MUSIC...funziona!

Sono passati appena pochi giorni dal lancio (nordamericano) del nuovo MySpace Music, il 23 settembre, e i primi risultati non si sono certo fatti attendere. Fonti interne a MySpace hanno confermato che il servizio - che mette a disposizione in streaming gratuito canzoni appartenenti al catalogo di tutte e quattro le major discografiche, più quelle di alcune etichette indipendenti - ha già superato la soglia di un miliardo di ascolti. Una performance notevole che, come ha scritto Michael Arrington su TechCrunch, fa impallidire da un punto di vista numerico quella di iTunes, che ha avuto bisogno di tre anni per vendere lo stesso numero di canzoni.
Certo, nel caso del negozio di Apple si è trattato di una vendita vera e propria, a un dollaro/euro/sterlina a brano. Lo streaming su MySpace Music è invece gratis per gli utenti, frutto di un accordo che vede le major non solo come licenziatarie della musica ma anche come co-proprietarie del servizio (e quindi beneficiarie di parte dei suoi profitti, anche quelli derivanti da attività collaterali e future come la vendita di merchandising, biglietti di concerti e download a pagamento). Inoltre, il successo immediato di MySpace Music andrà poi valutato bene con il passare del tempo: il forsennato ritmo iniziale potrebbe rallentare, fisiologicamente, man mano che si spegneranno gli effetti propulsivi (e mediatici) del lancio. Ma subirà anche un probabile aumento quando finalmente il servizio verrà reso disponibile anche ai cittadini non statunitensi.
Quello che appare sempre più naturale è che lo streaming sta diventando la scorciatoia attraverso cui il concetto di "gratis" si sta insinuando anche negli uffici delle case discografiche. I video di YouTube ormai sono praticamente tutti legali e autorizzati, le anteprime audio integrali sono all'ordine del giorno (proprio MySpace Music si è aggiudicata quella dell'ultimo album degli Oasis) e le soluzioni per gli utenti sono ormai svariate (Last.fm, Pandora, iMeem, iLike), anche con le prime significative appendici telefoniche (l'applicazione Pandora per iPhone). Almeno in streaming, c'è un sacco di musica che su Internet si può ascoltare tranquillamente gratis e legalmente. Difficile che si torni indietro. Il modello di business dello streaming in abbonamento (lanciato da Napster degli USA e importato in Italia dai negozi della piattaforma OD2: MTV, MSN, Tiscali...) sembra ormai seppellito.
Rimarrà poi solo da vedere come verrà gestita la questione dei diritti e delle royalties. Alcune associazioni che raggruppano etichette indipendenti hanno già accusato MySpace di aver preferito accordarsi con le major, tenendo fuori dalle trattative le label più piccole. Inoltre, c'è il punto interrogativo legato agli artisti: cosa e quanto guadagneranno loro da queste nuove iniziative commerciali? Quanti soldi entreranno nelle loro tasche dai due, dieci o cento miliardi di canzoni ascoltate su MySpace Music? E' anche per gestire questa mutante realtà di mercato che stanno nascendo veri e propri sindacati delle rockstar, come la Featured Artist Coalition, che ha preso vita nei giorni scorsi in Gran Bretagna con l'adesione di Radiohead, Verve, David Gilmour, Robbie Williams e decine di altri artisti.

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