lunedì 31 marzo 2008

ARTICOLO...

Il lavoro e tanto che mi porta ad assentarmi piu' spesso dal blog..ma come ho 5 min e sono in studio..oppure in casa..butto giu' sempre due righe..perche' vuoi o non vuoi scrivere e il mio mestiere di sempre e mi rilassa..anche se gli impegni sono aumentati per me e per tutto lo staff..colgo l'occasione per ringraziare Bergamo..accogliente in tutto...come le altre citta' dove ci si reca per suonare..e i miei 2 colleghi Visconti...e T.Man...grandi come sempre..un buon rientro per lui che torna in London.Vorrei scrivere tante cose su miei pensieri di questi giorni sulla politica...e il mondo sportivo..ma sono talmente schifato di tutto cio' che veramente darei il peggio di me stesso...e non voglio decadere cosi' in basso..continuo con il mio lavoro che e' molto meglio..dico solo PER CARITA'!!Il Maestro per oggi vi saluta..e vi dice alla prox...Ciao!

venerdì 28 marzo 2008

EVENTI...il Trio SUONA!

Serata poetica e musicale...eccezionalmente stasera ore 23..STARDUST anni 80'Bergamo....girano i dischi e aprono le danze AndyV.. Visconti...e direttamente dal British T.man.Tanti in questi anni volevano miscelare musica e poesia e distinguere l'arte del poema..con l'adrelina della musica,chi meglio di Andyv puo' procedere ad una soluzione diretta facendo girare pensieri con note musicali.Presto sara' un binario unico per dar la svolta in un'epoca dove la musica,l'arte e il mondo sta cambiando,e per assumere un concentrato di vera purita' si trita con anni 80' dove la vera musica di quell'epoca cavalco' le nostre menti e anime facendo entrare nella storia di ogni soggetto un momento... una frase..uno spezzone di vita indelebile nel nostro cuore.L'emozione fa da padrone chi sente con passione la musica e chi vuole vivere con tutto se stesso e con il mondo di ieri e di oggi questa miscela di Arte...che sara' il futuro...ma chi come me che sono sperimentale vede le cose in anticipo..e questa volta gli addetti hai lavori non si sono stizzati come la progressione di anticipare gli anni 80' che mi davano del pazzo...ma piena fiducia verso me su ogni mia idea...solo che ora come in tutte le cose farebbero carte false e ponti d'oro per avermi,ma spiace perche' i ponti d'oro posso permettermeli gia' da solo perche'il circus lo creo da me e con i miei collaboratori e i contratti fioccano come danno i risultati perche' come e giusto che sia nella vita se hai cervello fai strada e ora noi abbiamo l'autostrada!!!grazie a tutti e alla prox..P.S Complimenti ancora al grande Vasco..che ieri sera dopo le 23 si sono aperti i cancelli di vari negozi per acquistare l'album "Il mondo che vorrei"...ed e stato un successo...come al solito a VASCO non si dice mai di no!!.......Ciao!

giovedì 27 marzo 2008

Il realismo di "VASCO"

Con la potenza di un martello, seppur dubbioso e a suo modo irriverente, esce il nuovo album di Vasco Rossi, (già disco di diamante con 350.000 copie in prenotazione nei negozi) anticipato in questi giorni da un singolo che sembra un'epigrafe del vascopensiero 2008: Il mondo che vorrei, titolo della canzone e anche dell'intera raccolta, dodici canzoni dodici che distillano l'animalesca e ruggente attitudine rock dell'eroe di ormai tre o quattro stagioni della nostra musica popolare.
Il mondo che vorrebbe Vasco è un mondo che non c'è, ovviamente, e quello che invece si trova davanti è desolato, capace di spuntare ali ai voli e ai sogni: "Ogni cosa resta qui, qui si può solo piangere, e alla fine non si piange neanche più". Canta nel pezzo. Ed è il filo conduttore che lega le canzoni, un sentimento di perdita, quasi di rassegnazione. Sembra un bambino a cui hanno tolto la possibilità di giocare, e anche lui lo conferma in un video allegato alla presentazione del disco: "La realtà" dice "mortifica le aspirazioni umane, non si può solo spingere l'acceleratore, bisogna anche frenare, bisogna accontentarsi, ma a me questo non mi piace, l'uomo deve accontentarsi, ma l'artista no, non può accontentarsi".
Quasi quasi fa il verso a Tricarico, e alla vita tranquilla che a sua volta rovesciava la sua vita spericolata, sulla quale Vasco insiste: "non la volevo normale perché tutti allora volevano una vita tranquilla, un posto di lavoro sicuro, io volevo una vita non garantita, avventurosa, senza le pause di una vita normale".
Dunque vita personale e artistica si sovrappongono. E' il mondo che non concede più possibilità di avventura, o è lo stesso Vasco che col passare degli anni ne ha meno voglia? Il video ci rimanda il suo volto segnato, appesantito, gli anni appuntati come segnalibri di esperienza, ma l'energia è quella di sempre. Il video aggiunge, conferma, in sua assenza. Non si concede alla stampa.
I testi sono essenziali, chiari, totalmente privi di doppiofondo, come è nel suo stile, e a volte sembrano di una ingenuità disarmante: "Vieni qui! Vieni qui! Perché non mi racconti cosa non va per te?" canta nella seconda canzone, e poi scatena puro edonismo, rock'n'roll carnale, che in un suo disco non può mancare, con Gioca con me, dove troneggia un solo elettrico di Slash.
Nelle canzoni e nei commenti filmati Vasco dispensa pillole di saggezza, e torna sempre al tema della realtà, brutta, triste, che non concede nulla al sogno. Ma se accettiamo che Vasco sia una specie di idiot savant, allora dobbiamo cercare di cogliere verità importanti anche da frasi apparentemente innocue tipo: "ora che non c'è più Topo Gigio, che me ne frega della Svizzera", oppure "e adesso che non ho più il mio motorino che cosa me ne faccio di una macchina", da E adesso tocca a me. Sbagliato cercare eccessi di metafora. Vuol dire proprio quello che dice. E nel commento filmato aggiunge: "Se non viene un angelo e se non nasce un rock'n'roll sono finito, è chiaro". Poi si arrende alla donna in Non vivo senza te, con uno strano coro da effetto cattedrale, dove però arriva un'altra ammissione di difficoltà: "Scrivere una canzone è come ballare per ore, prima di cadere a terra finito dallo sforzo, finalmente morto", così dice nella canzone e poi spiega nel filmato: "Una volta le canzoni nascevano come fiori, oggi è un po' più difficile, sono arrivato alla fine del disco che ero a pezzi". Ricade nel puro edonismo con Colpa del whisky, imbarazzo di un uomo che non ricorda più neanche il nome della ragazza che sta con lui e cerca di riparare.
Spesso i pezzi prendono un vibrante furore rock. Quello Vasco lo sa fare davvero bene. E ci mancherebbe altro. Anche se così come in passato sotto la scorza rock riaffiora l'estro da cantautore antico, le melodie sono decisamente tradizionali, con altro arrangiamento potrebbero essere canzoni di molti anni fa, e del resto lo spiega lui stesso: "Quando ho iniziato i miei miti erano De gregori, Guccini, ma più di tutti Battisti e Mogol, perché parlavano del privato, dei rapporti con la donna". Poi raggiunge quello che forse è davvero il suo ideale, dire tutto (o niente che poi è la stessa cosa) col minimo sforzo testuale possibile. Ho bisogno di te è praticamente composta da un solo verso, quello del titolo.
Tirando le somme il mondo come è oggi non piace a Vasco, e del resto come dargli torto? "La realtà mi ha deluso, i sogni aiutano a vivere meglio, qualsiasi sogno, anche credere in un amore, una fede, non è importante che sia vera, l'importante è crederci. Combatto questi limiti con la mia immaginazione. Nelle canzoni riesco a dire delle cose che non direi neanche alla mia donna o al mio migliore amico, non filtro, non penso a se mi conviene o no, esprimo quello che penso veramente. Nella realtà è difficile, quando ho bisogno di aiuto non riesco a chiederlo, dipendiamo da un sacco di cose, dalle sostanze ma anche dalle persone, o dal potere. I politici sono tossicodipendenti del potere, ma loro però non li mettono in galera".Questo e solo la punta di un iceberg..perche' l'artista si svuota non crede piu'al niente di niente e quando scrive prende solo i punti dove quasi ogni giorno girano i malesseri..finte gioie e dolori fra gli essere umani..e con la delusione tutto il resto!alla prox....Ciao

martedì 25 marzo 2008

OLTRE al POETA....MAESTRO!

Era doveroso farlo,prima per me stesso e poi per il lavoro che sto svolgendo,mi sono riscritto al conservatorio internazionale per prendermi quello che mi e' sfuggito in anni passati il fregio di MAESTRO..che sta come DOTTORE per qualcuno che lavora nel proprio campo!I miei anni indietro sono stati tormentati per altre cose cui facevo che ho dovuto abbandonare nonostante ero un'ottimo chansoiner di fisarmonica e pianoforte..ma ora nonostante i miei impegni lavorativi che sono molti, posso impadronirmi di questo nome con i fatti come in ogni cosa che faccio.Tanti nomi mi sono stati attribuiti,POETA perche' scrivo emozioni allo stato puro in tempo reale...ma il MAESTRO per me ha un valore molto importante e un significato unico che determina cio' che faccio..cosa faccio..e anche cosa trasmetto a tutti questi ragazzi che ripongono i loro sogni musicali per un loro cammino nel mondo della musica.Alcuni colleghi londinesi durante il mio soggiorno mi hanno dato questo spunto al conservatorio internazionale e io come al solito apprendendo molto rapidamente in tempo reale dalle parole subito hai fatti..e cosi' possiamo interpretare un'altro slogan che va riprendere un pezzo della mia vita passata"Alle volte ritornano".La mia etichetta avra' il fondatore cioe' me medesimo che sara' Maestro..oltre ad aver un equipe di persone molto valide di cui posso solo parlar bene..e svolgono sempre un ottimo lavoro anche quando sono assente..perche' come si rispetti e questa non dovrebbe essere solo una mia filosofia ma quelle di tanti altri,bisogna sempre incentivare chi lavora per te..non come spesso ho sentito dire da molti senza far nomi,ma sono parecchi, tutti sono utili e nessuno indispensabile..teoria molto sbagliata e che non fara' mai parte del mio gruppo..e della mia Major(azienda)..anche per la piu' umile segretaria e collaboratore!Alla prox ragazzi..ciao!

lunedì 24 marzo 2008

"LA SINCERITA'"

Troppi tra noi incontrano difficoltà nell'essere sinceri con se stessi...
Si teme che la sincerità possa esporci al "ridicolo" o,peggio,al rischio di essere respinti.
Optano così,per la prudenza.Utilizziamo vari travestimenti e orchestriamo piccole routine di non curanza dietro le quali nasconderci..Assumiamo toni e modi da persone sofisticate oppure restiamo distaccati,riservati,nella speranza che queste facciate valgano a proteggerci dagli sguardi troppo penetranti..Tuttavia ci comportiamo in questo modo nella presunzione che qualcuno non accetterà tali artifici.Ironicamente,la persona che tentiamo di occultare è proprio quella di cui altri sono alla ricerca.La nostra vera personalità è di gran lunga preferibile a tutto ciò che possiamo ingegnarci di architettare.Il miglior modo per farsi voler bene, consiste nel non temere di mostrarci per ciò siamo.In tal modo,ciò che temiamo di aver perso in un immagine lo riconquistiamo,moltiplicato per dieci,
in fiducia e rispetto..Rammento come un romanziere descriveva un suo personaggio ..
"Non essere un umano quanto piuttosto una guerra civile"
Chi di noi ha scatenato la battaglia tra la sua vera identità e il modo in cui deve apparire per esser amato dagli altri,non faticherà sicuramente ad identificarsi con quel personaggio....
Se vogliamo che la nostra vita sappia cos'è l'amore,dovremmo desiderare di rivelarci pienamente alle persone che ci stanno attorno,o dalle quali abbiamo tentato con accanimento di proteggerci...In realtà,non vi è proprio niente da nascondere anzi quando possiamo far gli uni per gli altri..e la sincerita' viaggia parallela con la chiarezza..lacune ancora molto lontane per alcuni!Alla prox....Ciao!

sabato 22 marzo 2008

FATTORE x...

Essendo sotto Pasqua e quindi in atmosfera di... Misteri, a cena guardo un po' di tv spazzatura perche' ormai c'e solo quella, mi chiedevo come mai da noi sia un MEGA FLOP un format che negli altri Paesi ottiene il 60% di share ed è l'incubo delle grandi reti tipo NBC (negli Usa), che ha fatto vincere un Oscar a una dei concorrenti e ne ha reso un altro uno dei presentatori più famosi degli stati federali (R. Seacrest), o che in UK ha fatto pubblicare alla vincitrice un album che sta vendendo milioni di copie, idem in Germania ecc ecc. Insomma, uno show che fa muovere in molte direzioni milioni di dollari e sterline. La sua risposta è stata che forse, e dico forse, dipende dalla scelta dei famosi 3 giudici, che nel resto del mondo di solito sono personaggi molto famosi e tecnicamente competenti dello showbusiness, Io non lo so se è per questo, so che negli Usa c'è Paula Abdul ma non so chi siano gli altri, certo che'detto: "immagina che al posto di quei tre ci fossero Vasco Rossi, Fiorello e il dirigente produttore di Laura Pausini o Eros Ramazzotti. Tu non lo vedresti?" . Certo, ci vogliono impegno, tempo e soldoni e la Rai, si sa, incassa ma non spende né si sforza più di tanto. Ma allora perché piangere sul latte versato con un format che fa' acqua da tutte le parti..in Italia e tutto diverso non e' l'America,e neanche l'Inghilterra..e spero l'abbiano capito la produzione e gli addetti hai lavori!!Sono tornato da un paio di giorni da Londra e ho lavorato ancora qui a Torino e provincia e mi sono assentato dal blog..ma le notizie fioccano sempre!!...Bene ora un po' di riposo in questi 2 giorni...AndyV vi saluta.............e AUGURI DI BUONA PASQUA PER TUTTI!!!Ciao!!

mercoledì 19 marzo 2008

IL DECALOGO DEL PADRE

LONDRA.Fermo restando che rimango della mia idea che ogni festa che ricorre gli eventi di SAN VALENTINO..FESTA DELLA DONNA...FESTA DEL PAPA'...ecc ecc..sono solo per lucrare visto che bisognerebbe farlo sempre,cio' non toglie citare il decalogo che simboleggia l'arte del buon padre.
Un buon papà non si angoscia pensando che non sarà mai un padre "all'altezza": è il primo punto del "decalogo del buon papà", elaborato dall'Isp (Istituto di studi sulla paternità), in occasione del 19 marzo.
Un buon padre, recita il decalogo, è disposto a rinunciare a parte del tempo di lavoro e di quello libero per stare con i figli; non risponde mai "perché no" (o "perché è così", o "perché lo dico io") alla richiesta di motivare un divieto; non si preoccupa tanto di quello che deve fare "per" i figli, quanto di cosa fare "con" i figli; collabora con la madre dei suoi figli, sia nel lavoro di cura sia in quello domestico, ma evita il ribaltamento di ruoli (in altre parole non fa il "mammo"); non si vergogna di esprimere tenerezza verso i figli, ma è anche capace di dire "no": un "no" motivato, fermo, autorevole; mantiene sempre la parola data; non sfoga mai sui figli (o sulla loro mamma) il suo nervosismo; se deve punire i figli non ricorre mai (salvo casi eccezionali) allo scapaccione; non insegna nulla di diverso da ciò che lui stesso fa. "I decaloghi, sono sempre riduttivi e anche quello dell'Isp non pretende di riassumere in poche regole un impegno complesso come quello del padre. Tuttavia, può servire a far riflettere. Perché da un modo nuovo di essere padre può nascere un modo più sereno di essere figlio".Alla prox..e domani si rientra in ITALIA..ciao!

ERRORI DISCOGRAFICI

LONDON. Come è noto, quello attuale non è un gran momento per l'industria discografica e forse prendere in considerazione alcuni errori marchiani, recenti e passati, può essere una chiave per comprendere le ragioni della crisi delle aziende musicali. La rivista musicale Blender ne ha raccolti venti, ordinandoli in base alla gravità economica e alla notorietà dei nomi coinvolti.
IL PODIO – La medaglia d'oro si può attribuire a pieno diritto alla scelta dell'Associazione dell'Industria Discografica d'America (Riaa) che, nel 2001, scelse di oscurare il sito di Napster anziché accettarne i termini di un accordo economico. L'idea di stroncare sul nascere una nuova forma di distribuzione venne prontamente smentita dagli orfani del sito musicale, che si rivolsero semplicemente altrove, per esempio a BitTorrent, e continuarono a scaricare milioni di file, dimostrando quanta distanza vi fosse tra le aspettative e i bisogni degli ascoltatori e le logiche aziendali di produzione musicale. Il moltiplicarsi progressivo di acquirenti di musica online dei giorni nostri è testimone della scarsa lungimiranza della Riaa. Al secondo posto si trova un anonimo signore inglese, tal Dick Rowe, che all'alba degli anni ‘60 espresse la sua previsione secondo la quale «i gruppi con le chitarre stanno per finire» e preferì mettere sotto contratto una band misconosciuta, Brian Poole e the Tremeloes, piuttosto che un quartetto di ragazzi che stavano accendendo l'entusiasmo dei giovani inglesi: i Beatles.
La terza piazza spetta a Berry Gordy Jr., fondatore e proprietario della casa discografica Motown (che ha avuto in scuderia pezzi da novanta come Michael Jackson, Marvin Gaye, Stevie Wonder e Diana Ross). Nel 1998 Gordy, in grosse difficoltà economiche, vendette (o forse sarebbe meglio dire svendette) lo storico marchio del black music per 60 milioni di dollari alla MCA e a una società di investimenti, la Boston Ventures. Ironia della sorte, cinque anni dopo averla acquistata, Boston Ventures realizzò 325 milioni di dollari cedendo la proprietà a PolyGram, guadagnando così più del 500 per cento sull'investimento iniziale.
GLI ALTRI – Bob Dylan, nei primi anni ‘60, firmò un contratto con Columbia per il quale ricevette mille dollari. Pagando la stessa cifra, un anno dopo, si liberò di quell'accordo e la sua nuova casa discografica, Witmark & Sons, in soli tre anni ottenne da Dylan 237 nuove canzoni, tra le quali alcuni classici del folk singer americano. Verso la fine del secolo scorso di nuovo Columbia preferì, dopo aver inizialmente scommesso su entrambi, lasciare andare via due giovani talenti: Alicia Keys e il rapper 50 Cent, con i sentiti ringraziamenti dei nuovi produttori che si sono trovati tra le mani due artisti di punta e dalle vendite milionarie. Nel 2005 Sony BMG produsse milioni di cd dotati di un software anti-pirateria che installava automaticamente un rootkit nei computer degli acquirenti (un programma di controllo nascosto) che, oltre a impedire che il disco venisse copiato, rendeva i pc vulnerabili a virus e hacker. Dopo svariate class action, Sony fu costretta a ritirare 4 milioni di cd e pagare svariati milioni di dollari per risarcire i clienti spiati. Nel 1996 Warner Bros corrispose al gruppo dei Rem ottanta milioni di dollari per cinque dischi che fruttarono assai meno del valore del contratto, e all'inizio degli anni ‘80 David Geffen tentò di stracciare un accordo con Neil Young perché, a sua detta, non produceva musica degna e l'artista canadese intentò una causa da 21 milioni di dollari alla Geffen Records....E l'etichette indipendenti avanzano...CIAO!

martedì 18 marzo 2008

SARANNO FAMOSI

The London...The Bishops
Londra sogna ancora di essere Liverpool. Beatlesmania forever?
Chiedi chi erano i Beatles? mike e pete bishop, gemelli identici, se lo chiedono spesso. Frangetta sixties, giacche e cravatte rigorosamente in nero, armonizzazioni vocali stile Merseybeat. In più, tanta voglia di fermare gli orologi del rock agli anni ‘63-’65. Basta ingozzarsi sugli spartiti di A Hard Day’s Night e Help, ma non solo: «Amiamo gli Hollies, i Platters, gli Everly Brothers, Herman’s Hermits, gli Zombies e gli Honeycombs», dicono. Tutta roba di 40 e passa anni fa, ma al trio (c’è pure un batterista) poco importa. Anzi, complice Liam Watson (tecnico del suono di Elephant dei White Stripes) e i suoi Toe Rag Studios, i londinesi hanno pubblicato un cd d’esordio che sta agli anni 60 come gli Oasis stavano agli anni 90. Dalle parti del “totem” Fab Four chi tocca sopravvive. (m.ch.)
# Chi sono Mike Bishop, voce e chitarra; Pete Bishop voce, basso; Chris McConville, batteria...e sono di Londra...contateci che Saranno Famosi!Da Londra e tutto..Ciao!!

lunedì 17 marzo 2008

La "STONATA".....di GIORGIA!

LONDRA.Giorgia è in tour: lunedì 17 arriva al Mazda Palace e in molti sono ancora lì a chiedersi se il suo ultimo disco intitolato sarcasticamente «Stonata» sia un buon prodotto o abbia deluso. Non ci soffermiamo. Tuttavia, che Giorgia partecipi come«superospite » al Festival di Sanremo 2008 svela che qualcosa non sta andando per il verso giusto.La storia di questa Italia della canzonetta ci insegna che quando sei una superstar (e Giorgia lo è) non ti presenti all’Ariston così, tanto per fare. D’accordo: la miglior scusa peraltro già spesa dall’entourage dell’artista, è che a colui che ti ha scoperta non puoi dire di no. Che al Pippo nazionale devi un favore, anzi due, facciamo tre. Giorgia però, e lo scopriamo spulciando tra le classifiche dei dischi più venduti, non ha portato il suo «Stonata» al top, non ha «spaccato». Quindi? Quindi si va a Sanremo per usare quella ribalta mediatica che con un passaggio ti sbatte nelle case di milioni di italiani in un colpo solo. Accetti di andare a far parte del circo e stai zitta e buona. Giorgia, che di Sanremo è un prodotto, questa meccaniche le conosce benissimo. Ancormeglio le conosce il suo manager Mimmo D’Alessandro, al quale va dato il merito di aver gestito la «romanina» con abilità e pazienza. Giorgia infatti non è, come potrebbe sembrare, un personaggio semplice. Intelligente, capace, consapevole, sicura quando usa la sua vocalità eccelsa. Giorgia sa di essere brava, molto brava. Ecco, qui nasce il problema. Quando sai che sei molto brava rischi di allontanarti dall’andamento delle cose. Tutto questo per spiegarvi che «Stonata » è di fatto un bel disco, pensato, suonato come si deve ma senza quello che l’industria trasformatasi in questi anni di crisi in un Godzilla incazzato voleva da Giorgia, si aspettava da Giorgia.
Ora,l’attività dal vivo è quella (e solo quella) che può risollevare le sorti di un prodotto così così, perciò D’Alessandro e compagnia cantante hanno deciso di tirar fuori carte importanti. Sonny Thompson (basso e direzione musicale), Marcello Surace (batteria), James Raymond (tastiere), Tim Cornwell (percussioni), Maurizio Fiordiliso (chitarra), Mike Scott (chitarra) e Roberta Granà ai cori sono le carte, Giorgia è la giocatrice. Dalla sua ha il mestiere, e quella voce capace di raggiungere il cuore e la pancia quando le note e l'ugola si fondono in una strofa: «Come saprei... amarti io... nessuno saprebbemai… ».Stasera avrei dovuto esserci li'...la Mazdapalace...ma purtroppo il lavoro in questi giorni mi ha portato qui in London..Grande Giorgia sara' per la prox volta!...Ciao

domenica 16 marzo 2008

Trent'anni fa il primo LP..Vasco Rossi sta per tornare!

LONDRA.Torna Vasco Rossi con un nuovo singolo: «Il mondo che vorrei». E' una ballata intensa che sembra rappresentare una nuova fase, sia musicale sia di contenuti, del musicista emiliano. «Il mondo che vorrei» è il primo brano estratto dall’omonimo album che esce il 28 marzo anche in Europa. Con una sorpresa: ci sarà anche una tiratura limitata in vinile. Saranno messe in vendita 2000 copie del singolo e 4000 dell’album in vinile. Facile immaginare che diventino da subito oggetti da collezione.IL SITO PER I FAN - Vasco festeggia il 2008 con un nuovo album giusto a 30 anni dal primo lp, «Ma cosa vuoi che sia una canzone», pubblicato nel 1978. Una ricorrenza che viene festeggiata anche con un nuovo sito web, www.vascoweloveyou.it, che contiene tutte le testimonianze di ammirazione e supporto del suo pubblico e si affianca a www.vascorossi.net. Su entrambi si può ascoltare il singolo in uscita. Ma in particolare il nuovo portale offre ai fan la possibilità di caricare di un video-messaggio o di inviare una dedica in formato testuale. Grazie alla tecnologia di Msn Video integrata nel portale, oltre a visualizzare tutti i video che verranno inviati, sarà possibile inviarli via e-mail in formato di cartolina digitale oppure includerli nel proprio sito o profilo di Social Network.Il mito avanza con gli anni..ma rimane saldamente il miglior rocker apprezzato in Italia..e con invidia anche all'estero come qui!Ciao alla prox...The London is Back....AndyV

giovedì 13 marzo 2008

LONDRA premia LA DOLCE VITA...d'ITALIA!

LONDRA — L’autoflagellazione è lo sport nazionale: qualche settimana fa siamo entrati di nuovo in depressione per un articolo del "Times" che ci descriveva vecchi e in declino e poi per uno del "Financial Times" che spiegava quanto è difficile investire in Italia. Ma se si vanno a guardare i dati, si scopre che i britannici con noi fanno «business as usual», a miliardi. E poi, sarà un marchio che noi ormai diamo per scontato, ma quando un inglese pensa e parla di Italia, pronuncia sempre la formula magica: Dolce Vita.
LA RASSEGNA - E «La Dolce Vita» è anche il titolo della megarassegna di made in Italy inaugurata all’Olympia di Kensington: organizzata dai britannici, è un evento che l’anno scorso in tre giorni ha richiamato 20 mila londinesi paganti e 200 espositori venuti dall’Italia. Quest’anno sono stati invitati anche sette personaggi da esportazione, premiati come «italiani eccellenti».
GLI ITALIANI PREMIATI - E, certo, non poteva mancare un allenatore di calcio: Marcello Lippi. Ma chi si sarebbe aspettato un politico? Londra ha guardato a Torino, per il successo delle Olimpiadi invernali del 2006 (qui saranno nel 2012) e per il progetto Capitale del Design 2008: premio al sindaco Sergio Chiamparino, soddisfatto per aver vinto la sfida del nuovo grattacielo «i lavori del progetto di Renzo Piano potrebbero partire a giugno». Per lo stile Lapo Elkann, che sta scalando posizioni con il suo marchio Italian Independent che a Londra è già arrivato da Harrods e da Harvey Nichols. Che cosa piace degli inglesi a Lapo? «La loro capacità di concedersi l’eccentricità, che nella moda è importante. Anche se noi italiani siamo sempre avanti per materiali, qualità artigianale del prodotto, perchè noi sappiamo fare le cose manualmente». La manualità è il forte anche di Nadia e Antonio Santini, 3 stelle Michelin con il loro ristorante di Canneto sull’Oglio. Il segreto? «I prodotti, perchè un cuoco può migliorare o anche peggiorare gli ingredienti che ha, ma servono i prodotti migliori per eccellere e in Italia li abbiamo e li esportiamo». Esporta immagini il sesto premiato: Oliviero Toscani. E idee per la comunicazione Luca Barabino, presidente di Barabino & Partners, che è venuto a Londra a sfidare i giganti britannici delle pubbliche relazioni con un suo ufficio. Ed è orgoglioso «dei quarantenni italiani, avvocati e manager di banche che si sono imposti nella City».Bene amici da Londra e tutto..by!

martedì 11 marzo 2008

IL FASCINO DEL VISSUTO..."LONDRA"

LONDRA.Eccomi di nuovo in questa realta',che dire di questa città che non sia stato già detto e ridetto,bella, multietnica, frenetica: 3 parole per una Londra vista e rivista da me...avrei potuto usare gli stessi aggettivi anche prima di andarci!Lo visitata con calma quando son venuto da turista e poi ci son rimasto mesi non tornando piu' a casa quando ero ragazzo, gustando i particolari di monumenti, strade e luoghi tante volte visti attraverso libri, guide e film;ho colto realmente la capacità di integrazione e il ritmo quotidiano tutte le volte che ho messo piede in questa citta' come ora.Già,al di là dell’impatto positivo non ho abbastanza elementi per formulare un giudizio turistico non banale,ma ora ci son per lavoro e quindi la cosa cambia.
Eppure Londra mi regala sempre un’emozione che non avevo previsto:quella di camminare, in Westmister , fra le spoglie dei più alti nomi della storia, dell’arte e della letteratura , quella di passeggiare lungo lo stesso Tamigi di Oscar Wilde, quella di trovarmi faccia a faccia con tutte le ere del passato perfettamente catalogate nel British Museum.Credo che ci siano poche città così spudoratamente a proprio agio fra passato e presente,fra tipico e multitipico , fra tradizione e avanguardia,fra conformismo e anticonformismo, fra sole e nebbia e pioggia,cmq ora per 10 giorni saro' in questa realta' come sempre passionale ma molto lavorativa e importante,ma ormai parte integrante del mio essere visto che e stata gia' vissuta!Da Londra e tutto..good evening bye bye AndyV

lunedì 10 marzo 2008

MENTE APERTA

Se alla luce del mattino muove il vigore della giovinezza,
se all'ombra del pomeriggio spuntano le incertezze della maturità,
è di notte, nel buio del silenzio, che si ritrova l'orgoglio della vecchiaia."Vivere se stessi con chiarezza e trasparenza è la libertà più grande che possiamo donarci"
"...a volte andiamo fino alle porte del paradiso per vedere le stelle senza accorgersi di quante ne abbiamo vicino.
Felicità è l'incoscienza del vivente e la coscienza del vissuto:
ci si accorge dell'attimo della felicità solo quando esso è già passato, quando esso diventa un ricordo scolpito nel cuore.Il passato deve essere come un museo:
puoi entrare, guardare e uscire.Solo materia, immersa in altra materia...nati per caso, vissuti per forza,moriremo per forza di Natura e ciascuno sarà quel che avrà saputo lasciare.Bene da Andyv e tutto...stasera parto per 10 giorni in LONDON per lavoro..quindi il blog sara' attivo da li'...da Torino e tutto...appuntamento da Kessington Street..alla prox....Ciao!!

sabato 8 marzo 2008

8 marzo: festa delle donne

Ormai lo sanno tutti, anche perchè già da diversi giorni, le nostre città hanno iniziato a riempirsi del giallo delle mimose.... l'8 marzo è la festa della donna.
Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
L'8 Marzo fu quindi istituito, su proposta delle marxiste-leniniste russe ed europee, ispirate da Lenin, per ricordare il martirio delle 129 operaie. Esso ricorda quindi innanzitutto il tributo di sangue pagato dalla classe operaia femminile nella lotta contro lo sfruttamento capitalista e per l'emancipazione sociale. Più tardi la data assunse un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità. L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata. Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.
Secondo altri invece la coincidenza delle due date è solo casuale e fanno risalire la scelta ad una manifestazione di donne russe che, il 23 febbraio 1917, a San Pietroburgo manifestarono per rivendicare condizioni di vita migliori ed il ritorno dei mariti impegnati al fronte. In Russia, a quel tempo, si adottava il calendario Giuliano, che risulta sfasato di alcuni giorni rispetto al nostro, per cui quel 23 febbraio coincideva con il nostro 8 marzo.
Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni femminili organizzano manifestazioni e convegni sull'argomento, ma è attesa anche dai fiorai , dai proprietari di ristoranti e locali di strip maschile (sigh) che, come accade per san valentino, non aspettano altro per rimpinguare le loro tasche.
Nel corso degli anni, quindi, è andato in massima parte perduto il vero significato di questa ricorrenza, perché la grande maggioranza delle donne approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all'insegna della "trasgressione", che può assumere la forma di uno spettacolo di strip maschile. Proprio come fanno gli uomini quindi quando vogliono concedersi una serata di soli uomini. Insomma tanta fatica per emanciparsi e poi sono sempre allo stesso punto?
Sembra che la mimosa sia stata adottata come fiore simbolo della festa della donna dalle femministe italiane. Era il 1946 quando l’U.D.I. (Unione donne italiane) stava preparando il primo “8 marzo” del dopoguerra. Si cercava un fiore che potesse contraddistinguere e simboleggiare la giornata. E furono le donne italiane a trovare nelle palline morbide e accese che costituiscono la profumata mimosa il simbolo della festa delle donne. In più questi fiori avevano (e hanno) il gran vantaggio di fiorire proprio nel periodo della festa e di non essere troppo costosi.Quindi che rimanga una ricorrenza e non la solita finalita' di lucro...alcune donne lo capiscono..altre aime' no...cmq AUGURI PER TUTTE LE DONNE!!Ciao alla prox

giovedì 6 marzo 2008

LONDRA the begins

Finalmente ritorno nella mia amata INGHILTERRA precisamente LONDRA.Ebbene si' ho accettato un lavoro musicale di 10 giorni per un produttore musicale,tornarci e sempre emozionante visto che l'anno venturo e stata definita Capitale Mondiale di Glamour e Musica scalzando la bella città che non dorme mai cioe' NEW YORK!Il mio bagagliaio si arricchisce sempre di piu'ha livello mediale e musicale,un offerta che non potevo rifiutare venuta dalla mia collaborazione con vari personaggi piu' che per l'azienda con cui collaboro questo ha il significato che sto lavorando bene insieme a tutti i miei collaboratori che rendono grande il progetto dell'etichetta indipendente e societa' di gruppo che stiamo fondando...quindi la ANDYVMUSIC CORPORATION ringrazia ed emigra OltreManica..nella speranza di piu' collaborazioni visto già i buoni risultati!Un saluto al titolare e i baristi di ieri sera al QUADRILATERO dove ho suonato cover anni 80' insieme al dj GIGISOUND..siete grandi e sempre troppa gente!Naturalmente anche nel breve periodo Londinese il BLOG sara' attivo lo stesso visto che la connessione e diventata EuroMondiale cosi potro' raccontarvi le vicende al PICCADILLY CIRCUS!Spero di incontrare un'altra volta il mitico Boy George..visto che ha sempre molto da raccontare..ok dallo studio di Torino AndyV vi saluta e vi dice alla prox...Ciao e che la Musica sia sempre con voi...e naturalmente con il vostro spirito!

mercoledì 5 marzo 2008

LUCIO DALLA

La spedizione italiana a Pechino 2008 avrà una nota di classe in più. Lucio Dalla. Sarà il cantautore bolognese a comporre e cantare l’inno ufficiale della squadra azzurra all’Olimpiade che scatterà in agosto. Il Coni, in collaborazione con Radio Italia, ne ha dato annuncio durante la presentazione di “Casa Italia”, la consueta base strategica della nostra spedizione ai Giochi olimpici.
PRECEDENTI - Lucio Dalla non è il primo cantautore a misurarsi con lo sport. Indimenticabili le “Notti magiche” di Gianna Nannini e Edoardo Bennato per il Mondiale 1990, uno dei primi esperimenti del genere. Anche i Simply Red di Mick Hucknall composero una canzone per un evento sportivo, “We’re in this together” per Euro96. Persino Ricky Martin, scrivendo la canzone ufficiale di Francia 98 (“The Cup of Life”).
I miei piu' sinceri AUGURI di buon compleanno LUCIO,sei un'artista vero e professionale sto imparando e imparero' sempre da personaggi come te!AndyV

martedì 4 marzo 2008

LA CULTURA DELL'AGGRESSIONE

L’abbiamo visto bene, Cassano, che sbraitava con l’arbitro, minacciava, e ne faceva di tutti i colori. «E’ la solita Cassanata, non maturerà mai». Commentano tutti. Stigmatizzano. Ma di Cassani è piena l’Italia. Dai parcheggi ai ballatoi, dalla tv al Parlamento, dalle aule scolastiche agli uffici, siamo diventati una Repubblica fondata sull’ira.
Siamo un Paese fondato su quella passione che ci accieca spingendoci a commettere scemenze, sgradevolezze, persino crimini orribili. Se qualcuno cerca di punirci, o di posare i piedi nel nostro orticello, non discutiamo, non ci pentiamo, non ragioniamo. Ci arrabbiamo, alzando la voce e le mani.
L’ira non è certo un’invenzione nostra. Mica è figlia dei tempi moderni e stressati. La conoscevano anche gli antichi, che vivevano con ben altri ritmi. Se non ci fosse stata l’«ira funesta» del pelide Achille, forse, Troia non sarebbe caduta. Ma nell’Italia del nuovo millennio la furia che spinge a comportamenti devastanti fa parte della vita quotidiana. Berlusconi, il grande comunicatore, il leader politico che raccoglie milioni di voti, se riceve un commento sgradito dell’Annunziata si alza e se ne va, di fronte alle telecamere accese. Mike Bongiorno, uomo di spettacolo, polverizza isterico un tapiro di fronte all’occhio compiaciuto di Staffelli. Pippo Baudo, se patisce un rilievo sulla crisi di Sanremo, sbotta: «Siamo un Paese di merda». Ma si può scendere nella normalità e trovare reazioni analoghe. Per restare alla cronaca immediata, l’altro giorno un ragazzo subisce uno scherzo in classe in una scuola torinese, si volta e spappola con un calcio l’insopportabile burlone. L’automobilista che ha parcheggiato in doppia fila e riceve la giusta contravvenzione, non s’arrabbia con se stesso, ma aggredisce il vigile. Se la ragazza che ti piace un sacco dice che non ci sta, è normale ammazzarla di pugni colti da un raptus. Per banali motivi, si scatenano insulti, botte, stragi. Siamo tutti Cassani. Alcuni si pentono, come il calciatore dei bassifondi baresi, e quando l’ira sbolle chiedono scusa. Altri non rinsaviscono mai e rivendicano il sacrosanto diritto a infuriarsi, a rispondere non con l’occhio per occhio, ma con rappresaglie sproporzionate.
La rabbia appartiene all’uomo, come la fame, l’amore, o la gioia. Anzi, persino al divino. Perdevano le staffe i numi olimpici. Il Dio dell’Antico e Nuovo Testamento. Mica a caso si dice «un’ira di Dio». Intorno al 300 un raffinato pensatore come Lattanzio scrisse un bel trattatello per ricordare che il Supremo non è affatto un essere indifferente, nella propria infinita beatitudine. Lui, oltre alla misericordia, è sdegno furioso. Quando scacciò Adamo ed Eva, per esempio, era davvero fuori dalla grazia di Dio. Anche il suo Figlio s’indigna con i mercanti al tempio. E Caravaggio ha saputo dipingere su tela l’impeto del Cristo che rovescia tavolini e denari.Il problema, oggi, è però un po’ diverso. L’Italia dei Cassani, incoraggiata da migliaia di risse televisive, non crede più che il raptus sia una vacanza colpevole della ragione, ma quasi un motivo di vanto. Se tu, formica, nel tuo piccolo non t’incazzi e fai il matto, quasi non esisti. Se Naomi Campbell è autorizzata a lanciare stizzita il telefonino in testa alla colf, perché non posso sparare al vicino di casa che disturba? E la mamma convocata a scuola dall’insegnante dopo che la figlia ha tirato una testata alla compagna, perché non può arrabbiarsi e rispondere, a sua volta, tirando una testata alla prof?
L’ira è sempre esistita. Dante che cantava le pene terribili degli iracondi nell’Inferno e in Purgatorio, sapeva di essere egli stesso un iroso. E i teologi cristiani, giustamente, infilavano l’ira tra i vizi capitali, perché quando sei suo schiavo puoi commettere cose terribili, come quando pensi a Pamela Anderson (lussuria) o sbavi al cospetto d’una Sachertorte (gola). Ma per secoli, i filosofi, i precettori, i preti, hanno insegnato a tenerla a bada. Ora, nell’Italia dei Cassani, con la fine della civiltà delle buone maniere è venuto meno il rispetto dell’autorità. E così puoi fare tutto. Subito. Un magistrato ti condanna? E’ giusto dar di matto in tribunale. L’arbitro ti espelle? E’ lecito minacciarlo. Il capufficio ti chiede di rifare un lavoro? Con la scusa del mobbing gli puoi sferrare un bel calcio negli stinchi. L’amante non si decide a mollare la moglie, come ha promesso in mille cenette romantiche? E’ comprensibile (com’è successo ieri a Genova) strappargli un testicolo.
Le Furie romane erano orribili, invece dei capelli avevano vipere, nelle mani tenevano tizzoni ardenti, a cacciavano urla terribili. Ora, nell’Italia dei Cassani, la furia ha un volto bellissimo, può assumere le fattezze di una Julia Roberts che si scaglia contro i paparazzi perdendo staffe e stile.
Tanti secoli fa, il filosofo Aristotele spiegava cos’è l’etica al figlio Nicomaco. Gli diceva che l’ira è un sentimento necessario e positivo. Senza esserne infiammati, non si può né essere coraggiosi né combattere battaglie giuste. Arrabbiarsi è facile - ricordava - , tutti ne sono capaci, ma non è facile arrabbiarsi con la persona giusta, nel modo giusto, nel momento giusto. E soprattutto per la giusta causa. Nell’Italia dei Cassani, la cosa triste, è che tutti s’infuriano e fanno sfracelli per futili motivi.Me medesimo ero uno di quelli che non si faceva passare una mosca sotto il naso fin da piccolo,non perdevo un secondo se qualcuno mi prendeva in giro e giu' che scatenavo una rissa ho perdevo le staffe per una minima cosa,be' questa cosa me l'ha insegnata una persona a me cara che amavo moltissimo che sotto questo aspetto aveva ragione infatti ho appreso il comportamento e devo dire che vivo meglio,chiaramente mai farsi mettere in piedi in testa ma c'è sempre il modo piu' educato per farlo,devo dirle solo grazie per questa cosa,purtroppo non c'è stato il ricambio di idee perchè se avesse dato retta un quarto dei mie consigli vivrebbe meglio come ho imparato io,e se l'ho imparato io..(ma questa e un'altra storia)quindi e sempre utile ascoltare e apprendere dalle persone che ci amano e ci vogliono bene che cercar di voler fare i vissuti e far di testa propria perchè alla fine si paga lo scotto e anche caro..ma ho capito che non c'è piu' sordo di qui non vuol sentire quindi i consigli li do' solo con chi ne vale la pena farlo!Bene amici alla prox..e tutto..Ciao!

lunedì 3 marzo 2008

T. FERRO....si dà al rock..METALLARI PROTESTANO

Tiziano Ferro metallaro. A trasformare il romantico cantautore in «cattivo » sono stati i Linea 77. Che lo hanno ospitato nel loro nuovo album «Horror Vacui ». Con Tiziano, che canta anche nel brano, hanno scritto «Sogni risplendono». «È stato un dono. Lui ha una voce e un senso per la melodia e
I Linea 77 (da www. rocklab.it)
l'armonia che sono rarissimi. Quello che lo rende speciale è la sua capacità di essere un Re Mida nella musica, ma con un carattere semplice e gradevolissim », spiega il chitarrista Paolo «Chinaski» Pavanello. La collaborazione è nata da un'intervista nella quale Ferro confessava che gli sarebbe piaciuto collaborare con la band torinese. I fan più duri del quintetto gli avevano già rimproverato una collaborazione con i Subsonica. Il loro myspace ora è pieno di insulti per la presenza della popstar. «Sapevamo che ci sarebbero state proteste, ma un'artista non si deve limitare. E poi a noi è sempre piaciuto provocare. La vicenda è il triste riscontro del male del secolo italiano: la faziosità».
LA CANZONE - Ma di cosa parla «Horror vacui» che prima del tour in partenza a marzo verrà presentato dal vivo con due showcase (19 a Roma e 21 a Milano) dove entra solo, e gratis, chi ha il cd in mano? «Il titolo è uno spunto critico sulla paura del vuoto interiore». Come fanno i personaggi ritratti in copertina e nel libretto del cd. Una ragazza con dei diamanti incastonati al posto degli occhi, un uomo con le mani fuse nel joypad della consolle per i videogame e altre immagini da incubo. Nel nuovo disco, che segna anche il passaggio dall'etichetta metal inglese Earache alla Universal Italia, le voci di Emo e Nitto cantano 6 pezzi su 11 in italiano. Per la prima volta la nostra lingua ha la maggioranza. Segno che i Linea, che nei primi anni avevano più fan all'estero che da noi, hanno sfondato in patria? «La situazione si è ribaltata — spiega il chitarrista — . E quella dei testi è una delle novità di questo album che più ci inorgoglisce e soddisfa». Nelle parole di «Sempre meglio», che parla di «un paese all'incontrario/ dove tutto precipita perché nessuno sbaglia mai», c'è anche una citazione di Primo Levi: «La frase "danza degli uomini spenti" viene da "Se questo è un uomo". Ci sembrava un'immagine che dava il senso del mondo in cui siamo. Pur essendo rockettari e tatuati amiamo letteratura e cinema. Lo stereotipo del metallaro non si adatta a noi».Cmq le collaborazioni ci sono e sempre ci saranno...e un'artista rimane sempre con il suo stile anche se alle volte puo' prendere un'altro binario..Ciao!

FRANKIE HI-NRG Mc

Francesco Di Gesù - (Torino, 18 luglio 1969) è un rapper italiano. Di origini siciliane, è attivo fin dagli albori del movimento hip hop in Italia (primi anni novanta).
Finora ha realizzato tre album, nei quali affronta prevalentemente tematiche riguardanti la politica e la società. I primi concerti di rilievo per Frankie furono quelli che introducevano i Run DMC e i Beastie Boys durante il tour italiano del 1992, un buon mezzo per pubblicizzare il suo album d'esordio, Verba Manent, che uscì nel 1993; il singolo di maggior successo fu "Fight Da Faida", pezzo contro la mafia, la camorra, il terrorismo e la corruzione, che arrivò persino ad essere diffuso in discoteca; ciò portò Frankie ad essere accusato dal mondo dei centri sociali, dei quali l'artista non si è mai sentito parte, di essere un "venduto". Il rapper si è sempre difeso dicendo che il compito del rapper è di insegnare a tutti e in tutti i luoghi. Frankie raggiunse l'apice della sua carriera con l'uscita nel 1997 del suo secondo album, “La morte dei miracoli”, trascinato dal singolo "Quelli che benpensano" (Premio Italiano della Musica come canzone dell'anno).
Il disco contiene inoltre altri successi dell'artista come "Autodafé" e "Giù le mani da Caino", nella quale Frankie si schierò contro la condanna a morte. Nel luglio del 2005 fu pubblicata una raccolta dei suoi migliori pezzi riarrangiati più un inedito, "Dimmi dimmi tu". In questo album il brano "Giù le mani da Caino" è cantato sulla colonna sonora di Le avventure di Pinocchio.
Da molti anni è definito il Nas italiano per l’uso che fa della metrica e per le rime intelligenti e mai manali, che sono poi l’essenza stessa del rap visto come veicolo di informazione e di educazione. Il suo nuovo album, dal titolo “DePrimoMaggio, uscirà a febbraio 2008 in occasione della sua partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone "Rivoluzione".

Frankie hi-nrg mc – cronobiografia Frankie hi-nrg mc è nato a Torino nel 1969. E’ un rapper, autore e compositore. Ha anche maturato una buona esperienza come videomaker. E’ sposato ed attualmente vive a Cremona.
1991 Pubblica il primo singolo "Fight da Faida" (Irma Records).

1992 Si esibisce come supporter nei tour italiani di Run-DMC e Beastie Boys. “Fight da Faida” riceve il premio della critica dalla redazione di “Musica e Dischi”.

1993 Pubblica il primo album "Verba Manent" (BMG Ricordi). Inizia un tour nazionale di un anno e mezzo. Produce con Vittorio Gassman parte della colonna sonora dello spettacolo "Camper", interpretato da Vittorio ed Alessandro Gassman al “Festival dei due mondi” di Spoleto.

1995 Realizza la canzone “La cattura” per il concerto del 25 Aprile a Napoli in piazza Plebiscito,dove lo esegue assieme a Michael Brecker.

1997 Pubblica il secondo album "La morte dei miracoli" (BMG Ricordi). Realizza il videoclip della canzone "Quelli che benpensano". Inizia un tour nazionale di oltre 18 mesi.

1998 "Quelli che benpensano" vince il Premio Italiano della Musica (PIM) come canzone dell'anno. Realizza il videoclip della canzone “Autodafé".

1999 Partecipa al progetto La Comitiva (Virgin Music) con la canzone "Nottetempo", assieme alla cantante Elisa. Scrive ed interpreta il ritornello per la versione italiana della canzone “Hate me now” (Sony Music) di Nas e Puff Daddy.

2000 Realizza i videoclip dei Flaminio Maphia “Bada” (Extra Labels) e dei Tiromancino (Virgin Music) "La descrizione di un attimo", "Muovo le ali di nuovo" e “Due destini”. Il videoclip de “La descrizione di un attimo” riceve il premio Duel come miglior video pop al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza.

2002 Si esibisce con l’ensemble Alter Ego in un concerto di musica contemporanea del M°Frederic Rzewski per RAI Radio 3, di cui viene pubblicato un disco per la Stradivarius. Partecipa con il M° Alvin Curran ed Alter Ego all’opera contemporanea “Brut Beat Brute Bruit” per il “Festival delle Nazioni” di Città di Castello. Realizza con la Banda Osiris la sigla della trasmissione “Caterpillar” di RAI Radio2.

2003 Pubblica il brano “Passaporto per resistere” nell'album “The world according to RZA” di RZA. Realizza il videoclip di Pacifico “Gli occhi al cielo” (Carosello records), premiato al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza.
Pubblica il suo terzo album “Ero un autarchico” (Bmg Records), con la partecipazione di Franca Valeri, Arnoldo Foà, Paola Cortellesi, Antonio Rezza e Pacifico. Realizza il videoclip della canzone “Chiedi chiedi”. Inizia un tour nazionale di 10 mesi.

2004 Realizza il video della canzone “Raplamento”. Partecipa al brano “Non mi chiedermi” (Ukapan Records) di Paola Cortellesi e Rocco Tanica. Si esibisce con Paola Cortellesi alla serata finale del Festival di Sanremo. Conduce per oltre 2 mesi la trasmissione televisiva “Brand:new” su MTV. Tiene per un anno sul mensile Rockstar la rubrica di critica televisiva “Il terrestre digitale”. Si esibisce al Teatro San Martin di Buenos Aires nell’opera “Brut Beat Brute Bruit”col M°Alvin Curran ed Alter Ego.

2005 Debutta con lo spettacolo “Rap©ital” con un tour di 8 mesi. Pubblica il quarto album “Rap©ital” (Sony – BMG), che raccoglie i brani riarrangiati dell’omonimo spettacolo, tra cui i brani “Autodafé vs Profondo Rosso” e “Giù le mani da Lucignolo”, in cui ripropone il celebre tema dello sceneggiato “Pinocchio” di L. Comencini.

2006 Si esibisce come dj in vari club, proponendo un repertorio hip-hop / electro. Partecipa all’album “Sglobal” di Mimmo Locasciulli ,nella traccia omonima. Nell’album della Banda Osiris interpreta la cover di “Che notte!” di Fred Buscaglione. Realizza insieme all’Istituto Barlumen la sigla del programma di MTV Italia “Italo-Spagnolo”, condotto da Fabio Volo

2007 Partecipa al progetto “Chantsong Orchestra” con una cover del brano “Disconnetti il potere”. Partecipa in quattro canzoni/fiaba incluse nel disco/libro “Felici e cantanti” dell’Istituto Barlumen Band

2008 Partecipa come concorrente al Festival della Canzone Italiana di Sanremo con il brano “Rivoluzione”. ll 29 febbraio esce il suo quinto album intitolato “DePrimoMaggio” (Sony-BMG).Gli artisti alle volte si equivalgono...ma alle volte no..chi come lui scrive cose vere e reali che accadono alla societa' e nella vita reale va apprezzato e da parte mia non posso che applaudirlo per cio' che scrive e realizza come musica!..Alla prox con un'altro personaggio con dei valori..Ciao!

domenica 2 marzo 2008

CAPOLINEA....SANREMO!

Non è detto, perché qui mai nulla succede davvero, ma quello che avete visto ieri sera in tv potrebbe essere stato l'ultimo giorno di Pippo: di una certa democristianità televisiva pietosa e crudele, di un'Italia da maestro Manzi che non è mai troppo tardi per diventare qualcuno, persino una domestica straniera se s'impegna può trasformarsi in una star. Invece no, non può: la gente cambia canale. Fine del Festival come Baudo lo ha pensato congegnato e disegnato da quarant'anni in qua, ha cominciato nel '68.
Ultimo giorno di Pippo, ultimo giorno di Sanremo in versione nazional-popolare, ultimo giorno di una tv che non esiste più se non nella testa di chi ancora crede che cento bambini di periferia che ballano il tip tap mascherati da Fred Astaire sia "un grande momento di televisione" e non al massimo una commovente esibizione di fine corso per i loro cari. La notizia confortante è che ora sappiamo con certezza che l'idea del "ma anche" non paga. Il veltroniano ecumenismo sanremese ha prodotto i peggiori risultati della storia e chissà che non sia un monito per le elezioni che verranno. Tanta illusione per nulla. Tanta ansia da par condicio, tanto allarme preventivo - "aiuto, il festival dei comunisti in campagna elettorale" - e poi niente: il precipizio, il baratro.
Baudo si presenta impeccabile in sala stampa, il mattino dell'ultimo giorno, per il congedo definitivo. Ha l'aria serena di un San Sebastiano: ho fatto bene, se gli italiani non mi capiscono pazienza, io sono contento. "Bei tempi quando non c'era l'Auditel". Del resto aveva detto chiaro il suo pensiero due giorni prima: la tv trash piace a un'Italia di merda, io faccio tv di qualità. Prendono nota 1200 giornalisti, uno spiegamento di forze mai visto neppure alle convention per le primarie Usa, non parliamo delle feste dell'Udeur che pure Baudo ha frequentato.
Vediamo la rassegna stampa internazionale, piuttosto: quattro articoli parlano di Festival. Uno in Austria, uno in Russia (un'agenzia) e due in Svizzera forse per via di Meneguzzi che è del posto. La sigla di apertura è una pomposa Eurovisione: non sono collegate la Germania né la Francia né la Spagna, però. Gli unici oltreconfine che seguono il festival sono i kosovari e gli albanesi che poi difatti arrivano pensando di trovarci per le strade a ballare il tip tap e distribuire fiori ma in fondo lo sanno anche loro che non è vero, hanno le loro fonti.
Il primo a parlare di Titanic, metafora logora qui più che abusata, è stata quella vecchia volpe della navigazione politico-televisiva a vista che è Fabrizio Del Noce: "Il Titanic si dirige verso l'iceberg ed è troppo tardi per cambiare rotta". Era martedì notte, secondo giorno. Del Noce, direttore di RaiUno, in cuor suo pensa che (se Berlusconi vince le elezioni) l'anno prossimo sarà direttore generale della Rai. Per il futuro del Festival si impegna ma non troppo: "Se il prossimo Sanremo andrà bene sarà merito del mio successore, se andrà male sarà colpa mia", spiega.
Si è assentato un giorno per andare al processo che lo vede imputato per aver "eliminato l'olfatto" all'inviato di Striscia che gli voleva consegnare un Tapiro, colpito sul naso da un microfono. Torna e una sua idea "rivoluzionaria" ce l'ha: "Bisognerebbe sparigliare. Non Bonolis, no. Nemmeno Fiorello che tanto non lo vuole fare. Penso a Christian De Sica. Se no Gerry Scotti. Donne non ce ne sono. Maria De Filippi è bravissima ma non è adatta al pubblico di RaiUno". Christian De Sica per sparigliare, ecco l'ideona. Il pubblico di RaiUno, del resto. Quel certo mix fra Bagaglino e revival degli Ottanta. Le battute spinte ma non troppo, le signore in platea coi poderosi fianchi fasciati di leopardo che fanno "oh" di vergogna con la mano sulla bocca quando Chiambretti dice alla valletta ungherese "che bel gulash" e poi vanno in delirio per l'esibizione di Giò di Tonno e Lola Ponce, favoritissimi, più un amplesso simulato che un pezzo di musica.
Non si è mai visto in natura tanto leopardo: solo nella selva amazzonica e fra le poltrone dell'Ariston. Un gusto che non può premiare, è evidente, la raffinata eleganza di Giorgia (Gucci il vestito, Tenco la canzone, strepitosa la voce) né la francescana solare semplicità di Jovanotti venuto con Ben Harper a ricordare che bastano una ballata e una chitarra a far piangere. Sono infatti entrambi presentati - con Fiorella Mannoia - come esempi di qualità per un pubblico di nicchia, un azzardo per RaiUno. Jovanotti vota Obama (capita l'allusione?), i vincitori giovani del festival invece non votano. Né i due fratelli ventenni del Nordest cresciuti nel garage della villetta di Verona, i Sonhora con l'acca insensata e una canzone qualunque, né i cinque trentenni di Roma Sud, la Scelta, quelli che "la mia casa è un altopiano nel centro di Milano, mi sento un africano metropolitano" e invece no, disfattisti anche loro "tanto i politici sono tutti uguali". Il nuovo che avanza.
Del resto i giornali riferiscono che il candidato premier della Destra Santanché afferma di "non averla mai data per fare carriera", il brano di Max Gazzè "Il solito sesso" si staglia come manifesto sofisticatissimo di delicate allusioni. Vince, a Sanremo 2008, tutto quello che ha un sentore decadente di morte: lo spirito del tempo e del luogo. Giorgia che interpreta Tenco il miglior momento. Picco di audience per Loredana Bertè in lacrime mentre riceve il premio mai ritirato da sua sorella suicida: Baudo la tratta con la premura che si deve a un malato di nervi ma Bertè resta la sola fuoriclasse, difatti esclusa. Entusiasmo della critica per Tricarico, artista sensibilissimo a un passo dall'autismo televisivo, spaventato dal circo Barnum qui intorno. Un minuto di silenzio, l'ultima sera, per i morti sul lavoro. Poi lui canta e tutti insieme a lui: "Voglio una vita tranquilla, la, la, la". Viviamo un tempo opaco, le ambizioni sono al minimo. Sanremo, come sempre, testimonia.Bene dal canto nostro non possiamo che essere contenti di ARIEL..premio come miglior giovane solista,fara' strada perche' ha personalita' e carisma da palcoscenico,..e un commento personale su MIETTA..conoscendola e veramente un gran bella donna sotto ogni aspetto..ok si torna sul lavoro da Torino...il Festival si e spento e spero anche con la solita gente...alla prox....Ciao!!