venerdì 16 aprile 2010

"Ciao Raimondo, grande maestro"


Il cordoglio sincero del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, le lacrime dei colleghi di una vita come Pippo Baudo, Giancarlo Magalli, Maurizio Costanzo, Raffaella Carrà, Loretta Goggi, quelle degli amici più recenti da Fiorello a Fabio Fazio, e poi le squadre di Sampdoria, Juventus, Inter, Milan e di tantissimi politici. L’Italia tutta piange oggi Raimondo Vianello, un grande della televisione, uomo elegante, ironico e perbene in una carriera che ha incrociato gli anni più gloriosi della tv.
Scomparso oggi a meno di un mese dal compimento di 88 anni - era nato a Roma il 7 maggio 1922 -, sabato a Segrate, dove abitava, ne saranno celebrati i funerali. Muore Vianello e tutti pensano a Sandra Mondaini, 52 anni insieme, sul filo del sarcasmo ma anche di un’unione solidale a prova di vita. Sandra è sotto choc e non c’è un commento di Raimondo che non la riguardi. «Dirò una preghiera per Raimondo e centomila per Sandra», dice dalla Spagna una commossa Raffaella Carrà che si definisce «schiantata» dalla notizia. Pippo Baudo, che non ce la fa a trattenere le lacrime, pensa a lei: «Raimondo era un uomo immenso, artista eccezionale eppure mai divo. Sandra era la sua ispirazione: quel cordone ombelicale oggi si spezza».
Anche Lino Banfi pensa alla Mondaini: «Se n’è andato l’ultimo maestro della comicità italiana, ma il mio pensiero in questo momento non può che andare a Sandra. È un incolmabile strappo non solo a cuore, ma anche alla ragione». Sergio Zavoli parla come «amico da 70 anni» più che come presidente della Vigilanza Rai: «Tarderà a nascere una coppia di attori capaci di un così vasto e fedele legame con i loro amici e il loro pubblico». Leggerezza, ironia, ma anche umanità nei tanti commenti di oggi: «era una persona di valori», sottolinea Ettore Bernabei che fu direttore generale della Rai all’epoca della famosa scenetta su Gronchi, oggi «archeologia televisiva». Giancarlo Magalli piange addirittura in diretta a Fatti Vostri, «è scomparso un amico». Per Fabio Fazio, «era come se Raimondo si trovasse sempre un passo in là rispetto a dove stava realmente, come se si guardasse da fuori, con un lieve distacco».
«L’unica cosa che mi rallegra è pensare che ora si sia riformata lassù la coppia Tognazzi-Vianello: staranno ridendo insieme», dice commosso Maurizio Costanzo. «Non mi ha mai permesso di dargli del tu», ricorda con affetto Antonella Elia che è stata ’inventatà da Vianello nelle tre edizioni di Pressing. Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri dice che è «morto un vero amico di tutti e che lui e Sandra non hanno eredi». E Pier Silvio Berlusconi aggiunge: «Ogni volta che l’ho incontrato, da quando ero veramente piccolo fino alle ultime occasioni professionali, ho sempre avuto l’impressione che fosse una persona che illuminava tutto quello che faceva». Dalla Rai lo ricordano i vertici: «Scompare uno dei pionieri della televisione italiana, un professionista raffinato, elegante e mai volgare», dice il presidente Paolo Garimberti. «Un signore dello spettacolo», aggiunge il dg Mauro Masi.
C’è anche un amico particolare della coppia, il professor Umberto Veronesi che curò dal cancro Sandra Mondaini: «Era un uomo colto, dissacrante, ironico, con una grande generosità e con un forte bisogno di aiutare i più deboli e sfortunati, anche nella vita privata». Alla Camera gli hanno tributato un applauso e da Gianfranco Fini a Walter Veltroni tanti politici hanno dedicato un pensiero. Praticamente tutti i commenti quasi si dimenticano di sottolineare il grande artista che è stato: di Raimondo Vianello resta la grande umanità.

lunedì 15 marzo 2010

REPERTORIO....della TIGRE di CREMONA...."MINA"


l cielo in una stanza
Leggenda narra che Paoli scrisse questa canzone ispirato da una casa di piacere. Dal soffitto viola di un bordello. Arrangiato da Tony De Vita, il brano dà anche il titolo all'album che Mina pubblicò nel 1960. Nei credits gli autori sono Mogol e Toang, pseudonimo di Renato Angiolini, Paoli però non compare perché in quegli anni non era ancora iscritto alla Siae. Era troppo giovane. La canzone ha una storia di rifiuti. Quando Mogol la propose a Mina lei non ne rimase colpita, anzi. Forse anche perché al cielo in una stanza avevano voltato le spalle già interpreti come Jula De Palma o Miranda Martino. Ma Gino Paoli era convinto che per Mina sarebbe stata perfetta. Tanto da mettersi al piano e cantargliela. Alla fine Mina la incide senza esserne del tutto convinta. Poi la rivalsa. Il cielo in una stanza entra al settimo posto nell'estate 1960 e sale fino al primo, rimanendo in classifica fino all'inizio dell'anno dopo. Per la prima volta con questo brano, Mina raggiunge il primo posto nelle vendite. Tanto che ne registra una nuova versione per la sua etichetta discografica, la Pdu, per l'album I discorsi (si può ascoltare anche in Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina). Una terza versione è uscita nel 1988 con l'accompagnamento al piano di Renato Sellani e si trova nell'album
Oggi ti amo di più. Gino Paoli la incide in quattro versioni diverse, una per la Ricordi con un piccolo gruppo, una seconda per la Rca con l'orchestra di Ennio Morricone, una terza per la Durium con l'accompagnamento di un organo da chiesa nel 1971 (la partitura per organo di Giampiero Boneschi), una quarta è invece arrangiata da Peppe Vessicchio con tastiere e un sax soprano. E' la più moderna e Paoli la ripropone dal vivo anche oggi. Mina invece la registra in inglese (The World We Love In, che poi ricanta Connie Francis), in spagnolo (El cielo en casa), tedesco (Wenn Du an Wunder glaubst) e francese. Diciassette anni dopo il debutto, Il cielo in una stanza è tornato in classifica con la cover di Franco Simone, e nel 1999 è passato anche attraverso le corde vocali di Giorgia per la colonna sonora di un film dei Vanzina. Come sottofondo al cinema la canzone era già apparsa nel film La ragazza con la valigia (1961) di Valerio Zurlini. Nella versione originale di Mina, il cielo entra con Claudia Cardinale sulla spiaggia, quando Riccardo Garrone tenta di baciarla.
Le mille bolle blu di Mina Votate la vostra canzone


2. E se domani
Dopo aver scritto il successo sanremese Le Mille Bolle Blu, Carlo Alberto Rossi - co-autore oltre che editore del brano - s'impegna non poco per convincere Mina a incidere E se domani. La canzone era stata già usata. Non solo, era stata anche eliminata al Festival di Sanremo del '64, presentata dalla coppia Fausto Cigliano e Gene Pitney. Dopo qualche tempo Mina accetta di registrarla, e la inserisce nel suo primo omonimo 33 giri ufficiale realizzato per la Ri-Fi. E' un successo. L'album diventa miglior disco dell'anno e Mina vince l'Oscar del Disco '64. Così il pezzo diventa lato B di ben due 45 giri: Un anno d'amore, uscito alla fine del '64, e Brava (1965). Il 45 giri Un anno d'amore resta sedici settimane di seguito al primo posto in classifica. Non è la prima volta che l'artista sottovaluta i pezzi che incide. E non sarà l'ultima. Anche questo fa parte della sua leggenda. Tra gli esempi più eclatanti ci sono anche Lucio Battisti per Insieme, e Tony Renis per Grande Grande Grande. Oltre alle versioni di Cigliano e Pitney, E se domani è stato ricantato decine di volte sia in Italia che all'estero, tra gli altri da Julio Iglesias e Morgana King.

3. Se telefonando
La canzone arrangiata da Ennio Morricone e scritta da Maurizio Costanzo insieme a Ghigo De Chiara vede la luce da un mangiadischi nel 1966. Prima è un 45 giri poi Mina lo inserisce nell'album Studio Uno 66 ma la prima versione, meno conosciuta e con il testo leggermente diverso, era la sigla del programma TV Aria Condizionata (questa versione si può ascoltare nell'album Mina Gold 2 nel 1999). Costanzo e De Chiara, autori della trasmissione, scrissero il pezzo per la sigla. Insieme a Morricone i due chiedono a Mina di incontrarli nella saletta prove di Via Teulada. Morricone si mette al piano verticale, e lei afferra il foglio con il testo e comincia a cantare. Così è la storia. Il pezzo è suo. Se telefonando sembra fatta apposta per l'estensione vocale di Mina che si destreggia agile e elegante tra i vari salti di tonalità. Il brano è stato ripreso nel 1998 anche dai Delta V.

4. Vorrei che fosse amore
Scritto nel 1968 da Antonio Amurri e Bruno Canfora che per Mina aveva già composto nel 1965 Brava, un brano creato apposta per far risaltare una voce capace di coprire quasi tre ottave di estensione. Vorrei che fosse amore diventa la sigla di Canzonissima dello stesso anno, presentata da Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari. Quell'anno Mina doveva eseguire i ritornelli dei motivi in gara, per farli ripassare ai telespettatori. Ma i partecipanti insorsero contro la Rai e scattò la polemica. Non volevano che Mina cantasse i pezzi. Antonello Falqui e Guido Sacerdote, autori del programma, cercarono di mettere a posto la situazione. Si dice che per tutto il tempo dei bollettini e dei comunicati e delle liti, Mina non si scompose, limitandosi ad ascoltare i due fronti. Sarà Gianni Morandi nei corridoi dei camerini a tranquillizzarla. La Rai alla fine dà ragione all'artista che continuò quindi a cantare i ritornelli durante la trasmissione. Nella sigla finale di Canzonissima, Mina canta Vorrei che fosse amore senza apparire. E' il primo assaggio della sua decisione di invisibilità. E della leggenda.

5. La banda
E' dell'estate 1967 e anche l'ultimo singolo ufficiale che Mina registra con la Ri-Fi. Dopo La banda infatti si stanca definitivamente di discutere il suo repertorio coi discografici e di subirne le pressioni. Il primo dicembre del '67 apre a Lugano la Pdu, unica casa discografica per la quale da allora ha inciso, cambiando solo la distribuzione. Sempre nel '67, ma ad aprile, inizia in Tv Sabato sera, dello Studio uno, diretto da Antonello Falqui. Mina è l'unica conduttrice affiancata in ogni puntata da un co-conduttore ospite della trasmissione. Lola Falana, Rocky Roberts e Franca Valeri sono gli ospiti fissi del programma, tra quelli che si alternano anche Paolo Panelli, Bice Valori, Johnny Dorelli, Armando Trovajoli, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Giannini, Adriano Celentano, Rita Pavone, Sandra Milo e Renato Rascel. Tra le novità ci sono poi le riprese in esterno di alcuni momenti che vengono registrati prima del programma. Mina canta. Vola tra successi appena pubblicati come L'immensità, La banda di Chico Buarque de Hollanda, Se c'è una cosa che mi fa impazzire, Se tornasse caso mai, la sigla finale Conversazione, e altre come La musica è finita, scritta da Umberto Bindi e portata al successo da Ornella Vanoni che Mina incide poi l'anno successivo, Michelle dei Beatles e la sua Addio (1965). Chico Buarque De Hollanda, tra i massimi esponenti della musica d'autore brasiliana, durante la sua permanenza in Italia incide due album nella nostra lingua: Chico Buarque De Hollanda (1969), ristampato poi in Brasile con il titolo Chico Buarque na Itália, e Per un pugno di samba (1970), arrangiato da Morricone e con i testi tradotti per lo più da Sergio Bardotti. Tra i coristi dell'album ci sono i "Cantori Moderni" di Alessandroni e le sorelline Mimì e Loredana Berté. Oltre a questo album e ad alcuni 45 giri, molte sue canzoni sono state interpretate da artisti italiani, tra queste anche La banda. Con il testo tradotto in italiano da Antonio Amurri.

6. Brava
E' una canzone scritta da Bruno Canfora nel 1965. Debutta grazie a Antonello Falqui che riporta Mina in tv come conduttrice di Studio Uno. La formula è quella classica, in ogni puntata Mina esegue brani del suo repertorio come, appunto, Brava. Il brano è un divertissment che il maestro costruisce apposta per le sue possibilità vocali.

7. Tintarella di luna
La canzone nasce al sole del 1959, è uno dei primi brani scritti apposta per Mina. Gli autori sono Franco Migliacci e Bruno De Filippi e sulla copertina Mina è indicata come Baby Gate. Il ritmo rock'n'roll e la grinta con cui Mina interpreta il pezzo la fa inserire con tutti gli onori nel gruppo di cantanti che Mario Riva etichetterà come "urlatori" in una famosa puntata del Musichiere. Il "tin tin tin" lo inventa il giovane Migliacci che voleva dare un'idea dei raggi di luna che colpiscono la pelle. Grazie a Tintarella di Luna, interpretata anche dai Campioni, Mina entra per la prima volta nella top ten della classifica (16 gennaio 1960), viene invitata come ospite fissa nelle sei puntate del programma tv Sentimentale e torna a Canzonissima, dove durante le varie puntate la ripropone insieme a Il cielo in una stanza, Folle banderuola ed È vero, in duetto con Umberto Bindi. Ma anche brani come Na sera 'e Maggio con cui arriva in finale, O Sarracino, Ma l'amore no e Violino tzigano in duetto con Marino Marini mentre la sigla della trasmissione, Due note, è sempre cantata da lei. Tintarella di luna viene inserito nei film Urlatori alla sbarra e Jukebox, urli d'amore, tra i primi musicarelli dell'epoca. Mina in tutto ne interpretò tredici. Nel film La ragazza con la valigia (1961) di Valerio Zurlini Tintarella di luna fa da sottofondo alla rissa finale fra Garrone e Jacques Perrin all'ombra del grattacielo di Milano Marittima. A maggio del 1961 Mina, accompagnata da Bruno Canfora, parte per un tour in Giappone dove Tintarella di luna e Il cielo in una stanza sono già famosi così come il musicarello Appuntamento ad Ischia. Per l'occasione Canfora compone Anata to watashi (Tu ed io), che Mina interpretò in giapponese.

8. Le mille bolle blu
Scritta nel 1961 da Vito Pallavicini e Carlo Alberto Rossi, la canzone arriva a un festival di Sanremo dove già tutti si aspettano la vittoria di Mina. Però lei è stanca, fiaccata dalle critiche e da una stanchezza che, a due anni dall'esordio, inzia a farsi sentire. Il 26 gennaio 1961 si esibisce con Io amo tu ami in doppia esecuzione con Nelly Fioramonti, il giorno dopo presenta Le mille bolle blu, in doppia esecuzione con Jenny Luna. Ma la canzone è troppo 'moderna' per il pubblico dell'epoca e il gesto che Mina fa con la mano sulla bocca scatena ulteriori polemiche di benpensanti. Milva nel frattempo inizia a diventare la sua rivale canora più forte. Il 28 gennaio Mina è in finale con entrambe le canzoni, arriva al quarto posto con Io amo tu ami e al quinto con Le mille bolle blu. Resta molto male, tanto da scoppiare a piangere e dichiara che non parteciperà più a gare canore, Festival di Sanremo compreso. Promessa che mantiene per sempre. Nonostante la sconfitta, la sua popolarità però non diminuisce e Le mille bolle blu diventa un successo di vendite e di juke-box.

9. Grande grande grande
Il 1971 è un anno speciale. Mina è incinta e appare sempre meno in televisione. Inziano a circolare le prime voci sul suo allontanamento dalle scene. Il motivo scatenante fu l'uscita di un 33 giri senza foto e con in copertina la foto di un piccolo scimpanzé. In realtà lei aveva solo evitato di farsi ritrarre col pancione. Il 33 giri comunque è firmato da diversi autori, Battisti, Dalla, Lauzi, Del Turco e Tony Renis, appunto con Grande grande grande. Spesso in viaggio negli Stati Uniti, Renis aveva già proposto questo brano che aveva scritto nel '66 a Ornella Vanoni, Rosanna Fratello, Milva e Orietta Berti. Quando decide di farlo ascoltare a Mina lei ne cambia l'arrangiamento. In una giornata un bassista della sua orchestra, Pino Presti, ne riscrive l'accompagnamento. Il brano entra quindi a far parte dell'album ma non diventa subito un singolo da 45 giri. Tony Renis però ci crede e non si arrende. Inizia ad andare nei vari programmi radiofonici dell'epoca ed è proprio grazie alla radio e soprattutto a Tullio Grazzini di Supersonic, che il brano diventa un successo e viene pubblicato come 45 giri. Nel tempo Mina ne ha inciso la versione spagnola (Grande grande grande) e inglese (Never, never, never) per un lancio nel mercato anglosassone poi mai avvenuto. Famoso nel mondo resta invece il duetto Celine Dion e Luciano Pavarotti, nell'album Let's talk about love.

10 e 11. Questione di feeling (con Riccardo Cocciante) e Adesso è facile (con gli Afterhours)
E' la Mina invisibile che però si sente cantare forte. La leggenda. L'addio alle scene era già stato annunciato nel 1972. Nel 1973 però Mina riappare nei caroselli per la Cedrata Tassoni (che girerà fino al 1977) e un'unica apparizione televisiva in Hai visto mai?, dove presenta il singolo Lamento d'amore. L'anno dopo conduce con Raffaella Carrà Milleluci, è il suo ultimo show televisivo e canta anche la sigla finale Non gioco più. Un avvertimento. Fuori dal piccolo schermo fa solo Gran Varietà in radio. Senza volto continua lo stesso a far uscire singoli di successo. Nel 1979 Anche un uomo (1979) è la sigla di Rischiatutto, Morirò per te che nel 1982 entra nella classifica di Billboard. Tra i successi ci sono anche Questione di feeling (1985) in duetto con Riccardo Cocciante, Via di qua (1986) con Fausto Leali, Dottore con Beppe Grillo, Volami nel cuore (1996) con gli Audio 2 e tutto il disco Mina Celentano, realizzato nel 1998. Più recentemente Stay with me, in duetto con Piero Pelù (1999), Oggi sono io (2001, cover di Alex Britti) e Adesso è Facile con gli Afterhours.

12. Parole parole
Scritto nel 1972 da Leo Chiosso, Giancarlo Del Re e Gianni Ferrio è la sigla finale di Teatro 10 cantata con Alberto Lupo. La sua caratteristica è un "botta e risposta" tra i due artisti. La canzone sarà poi inserita nell'album Cinquemilaquarantatre. Mina, tifosa dell'Inter, ha cantato questa canzone anche con Javier Zanetti. Negli anni è stata reinterpretata, tra gli altri, da Dalida e Alain Delon. In Francia è un vero e proprio tormentone. A dicembre 2009 l'attore Vincent Cassel ha debuttato come cantante accompagnandosi da un gruppo belga-zairese molto noto in Francia, i Zap Mama. La canzone Paroles paroles è contenuta nel loro ultimo album, ReCreation, registrato in Brasile.

13. L'importante è finire
Nel 1975 questa canzone scritta da Alberto Anelli e Cristiano Malgioglio, insieme a Ancora ancora ancora (1978) arrivano al successo grazie a una Mina sempre meno visibile sul piccolo schermo. Ma libera e audace nelle scelte musicali. Il brano viene censurato alla Rai. A quel tempo, con la radiotelevisione monopolista, esisteva infatti una commissione di controllo sui programmi e sulle canzoni da trasmettere. Si chiamava "commissione di ascolto" e faceva un controllo preventivo sui testi, che dovevano essere adatti al pubblico della radio. Le canzoni venivano classificate come "da non trasmettere" se bocciate subito dalla commissione di ascolto, o "non idonee", se la decisione era successiva all'arrivo in Rai dei dischi. Sui vinili veniva attaccato per l'uso interno in Rai, un bollino "Non trasmettere" o "Non idoneo" a seconda dei casi, oppure "Scartato" se il problema era tecnico. Secondo la leggenda L'importante è finire sembra che in origine si chiamasse L'importante è venire, e che il testo fosse poi stato modificato. In ogni caso era allusivo, e la commissione non lo accettò. Il concetto di un rapporto di "sesso senza amore" e l'allusione all'orgasmo era troppo. E la canzone venne condannata a passare solo per il canale discografico. A quei tempi persino La Canzone di Marinella di De André fu censurata perché parlava in modo troppo chiaro del rapporto tra Marinella e il Re senza corona e senza scorta e di come fremeva la pelle di Marinella tra le sue braccia. Mina cantò caparbia anche quella e resta celebre la sua interpretazione di Marinella, che ormai è riportata perfino in alcune antologie di italiano nelle scuole.

14. E' l'uomo per me
Il brano di Mina è una cover di He walks like a man firmato da Diane Hildebrand nel 1961 e poi tradotto in italiano da Gaspare Gabriele Abbate e Vito Pallavicini.

15. Insieme
1970, arriva quando Mina è in splendida forma, languida, sensuale. Soprattutto musa ispiratrice del duo di compositori Mogol/Lucio Battisti. Sono loro ad affidarle la trilogia di successi Insieme (1970), Io e te da soli e Amor mio (1971).

domenica 17 gennaio 2010

Quel gran rifiuto di McCartney

Paul McCartney si ribella al tetto dei 78 decibel imposto per i concerti a Milano e rinuncia a esibirsi a San Siro, in giugno. Sai che perdita, vien da dire, considerata la pochezza attuale del musicista che, a ogni nota che suona, corrobora la leggenda che lo dà per morto fin dal 1969. E poi, McCartney? Perché ne fa una questione? Fossero gli Ac/Dc... Appunto. Anche gli Ac/Dc hanno rinunciato a suonare a Milano. Per lo stesso motivo. Beh, loro li capisco: sotto i 130 decibel manco credono che esista un mondo.
Ma in realtà pure McCartney ha fatto bene a rinunciare. Perché uno dice 78 decibel e mica si rende conto. Insomma: a Milano - come in ogni città - il tetto dei 78 decibel viene quotidianamente superato: dal rumore del traffico. Però nessuno pretende di bloccare il traffico. A Milano men che meno.
La musica - tutta la musica, non soltanto il rock ma anche Beethoven - ha bisogno di amplificazione, per poter essere goduta da grandi masse, e per di più all’aperto. Non da distruggere i timpani: ma con 78 decibel, in uno stadio non si garantisce un ascolto ottimale. Un musicista professionista lo sa e se è serio non si presta. Chi ha imposto quel limite, o non sapeva neppure di che cosa stesse parlando (cosa frequente, nel Paese), oppure covava un maligno pregiudizio contro la «musica dei giovani», e non gli pareva vero di metterla a tacere. Ignorando, ovviamente, che in genere le rockstar classiche hanno ormai sessant’anni, e il loro pubblico suppergiù.
Resta la domanda delle cento pistole: perché 80 decibel di motori spetezzanti si sopportano ogni singolo giorno dell’esistenza, e 80 decibel di musica neppure per una sera? La risposta mi fa paura.

venerdì 6 novembre 2009

MTV Europe Awards








Nell'anno che vede i vent'anni dallo storico crollo del muro che divideva le due "Germanie" , Berlino ospita la 16ma edizione degli Mtv Europe Music Awards. A fine serata la regina incontrastata è Beyoncè che ha portato a casa tre premi (gli Awards sono assegnati dal pubblico): miglior canzone, miglior video e miglior artista femminile.
Il concerto degli U2 e il muro delle polemiche
Al di là dei premi, questa edizione sarà ricordata per il concerto degli U2, uno show solo in parte riproposto durante la diretta serale conclusa dal duetto tra gli U2 e Jay-Z in Sunday Bloody Sunday. Un gioco di luci e colori per mezz’ora ha trasformato la Porta di Brandeburgo in un palcoscenico da favola per gli U2, che con sei canzoni hanno mandato letteralmente in delirio i circa 10mila fortunati assiepati sotto il monumento simbolo della capitale tedesca.
Ma è stata anche polemica su un «muro» costruito per impedire ai curiosi senza biglietto di carpire qualche memorabile immagine del concerto gratuito tenuto in occasione del ventennale della caduta del Muro di Berlino. Gli organizzatori hanno deciso di erigere una barriera di metallo alta due metri, che ha fatto infuriare non pochi fan sprovvisti di biglietto. «È una vergogna che sia stata costruita una barriera. Ha impedito a molti berlinesi di sentire il concerto», ha attaccato un esponente politico locale, Frank Henkel, intervistato dalla Bbc.
Per l’evento sono stati bruciati in poche ore i 10mila biglietti gratuiti messi online. Diverse centinaia di persone si sono comunque radunate davanti alla barriera di metallo, coperta da un telone bianco.
In un comunicato, Mtv, organizzatrice del concerto, ha spiegato di non avere «in nessuna circostanza costruito un muro attorno al sito dell’esibizione degli U2». L’emittente musicale ha precisato di aver «piazzato una barriera temporanea di sicurezza attorno al perimetro del sito», in accordo con le autorità di Berlino, per mettere in piedi «un dispositivo di sicurezza completo per l’evento». L’agenzia Rmp, che rappresenta gli interessi degli U2, non ha fatto commenti.
A Berlino 16 anni dopo
Questa edizione è stata un ritorno al passato: la prima, 16 anni fa, si era tenuta proprio a Berlino ed è la prima volta che gli Awards tornano per la seconda volta nella stessa città. Lo show è, e non potrebbe essere diversamente, uno spettacolo soprattutto televisivo, dove, al di là dei nomi importanti del cast conta l’immagine, il glamour, e il pubblico a cui si parla è fatto di giovanissimi.
La serata è stata condotta da Caty Perry, regina del glamour che è salita sul palco in un look stile Liza Minnelli in cabaret. Beyoncè è stata molto sexy in guepiere rossa, Shakira circondata da ballerine ha confermato la sua fama di performer-ballerina ad alta gradazione erotica, i Tokio Hotel, star tedesche nati a Lipsia nel 1989, hanno suonato con una spettacolare scenografia che dava l’impressione delle fiamme sul palcoscenico. Davvero belle anche le immagini scelte per la performance di Jay-Z inserito nello Sky Line di New York.
Omaggio e «Legend Awards» per Michael Jackson
Tra le varie esibizioni c’è stato spazio anche per un omaggio a Michael Jackson al quale è stato assegnato il Legend Awards con un video celebrativo con ragazzi di tutta Europa che cantavano sui suoi brani.
Lunga anche la lista dei «premiatori» con Asia Argento, Jonas Brothers, Backstreet Boys, Jean Reno, Juliette Lewis, la super model Bar Refaeli, David Hasseloff, la ex star di Bay Watch che in Germania è una star e che è apparso molto su di giri.

sabato 18 luglio 2009

Coldplay da Guiness


Secondo i dati della Nielsen SoundScan, i Coldplay sono infatti i primi artisti a vendere più di un milione di album digitali negli Stati Uniti. Il gruppo ha venduto 1,358 milioni di album digitali negli Stati Uniti e la loro etichetta, la Emi, dichiara la vendita di due milioni di album digitali in tutto il mondo.
I Coldplay hanno una lunga storia di record di vendite. "Viva La Vida", il loro ultimo album, è l’album digitale più venduto nella storia di SoundScan mentre "X&Y" del 2005 fu il primo album digitale disponibile in pre-ordine. Dopo l’uscita di "X&Y", i Coldplay sono diventati i primi artisti a vendere milioni di tracce digitali negli Stati Uniti.
Il video per il nuovo singolo "Strawberry Swing", sarà in anteprima su babelgum.com a partire da lunedì 20 luglio. L’incredibile cortometraggio è stato diretto dal gruppo di artisti Shynola e vede il cantante Chris Martin nella veste di un supereroe animato in un mondo disegnato coi gessetti colorati. È su YouTube e sul sito della band è già visibile un divertente trailer del video.

lunedì 25 maggio 2009

BOCELLI al Colosseo

Sarà preceduto da un ’invito all’ascoltò da parte di Francesco Totti, l’atteso concerto di beneficenza per l’Abruzzo che Andrea Bocelli terrà stasera a partire dalle 21.30 all’interno del Colosseo.Oltre agli spettatori, che potranno assistere dal vivo all’evento all’interno dell’Anfiteatro Flavio perché acquirenti dei biglietti-benefici da 1.000 euro, disponibili in numero limitato per ovvi motivi di capienza del luogo simbolo della capitale eccezionalmente concesso per l’evento, la serata arriverà in tutto il mondo grazie alla diretta di Raiuno, Radio1 e Radio Italia e alla trasmissione all’estero di Rai Italia.
Il concerto-evento del tenore italiano più amato nel mondo, organizzato e prodotto dalla Four One Music & Events (la stessa che nel 2003 portò Paul McCartney all’interno del Colosseo), con il patrocinio del Comune di Roma e della Soprintendenza del Ministero dei Beni Culturali si intitolerà «L’alba separa dalla luce l’ombra - Andrea Bocelli al Colosseo». Un titolo che prende spunto dalla seconda de «Le quattro canzoni d’Amaranta» scritte da Gabriele D’Annunzio e musicate da Francesco Paolo Tosti, che ripercorrono le antinomie tra il giorno e la notte, tra la vita e la morte: un inno alla vita e alla voglia di rinascere, che assume un particolare ed evocativo valore di solidarietà e speranza per le vittime del terremoto abruzzese.
Ad accompagnare Bocelli sul palco del Colosseo ci sarà, infatti, l’Orchestra Sinfonica della Regione Abruzzo la cui sede oggi non esiste più. E il ricavato dell’evento sarà devoluto al Ministero dei Beni Culturali per la ricostruzione del Conservatorio de l’Aquila. A dirigere l’Orchestra sarà il maestro Marcello Rota, che accompagnerà Bocelli nell’esecuzione di pagine accuratamente scelte nell’ambito del suo vasto repertorio: grandi romanze popolari alternate ad arie sacre rese celebri dai grandi tenori del passato.
A presentare il concerto su Raiuno sarà Milly Carlucci mentre la regia sarà affidata a Maurizio Pagnussat. Guest star della serata, il celebre soprano Angela Gheorghiu che duetterà con Andrea Bocelli in tre diversi momenti. Il Coro Lirico e Sinfonico Romano accompagnerà Bocelli in alcune delle più popolari liriche del nostro panorama musicale, con omaggi alla grande tradizione operistica italiana ed internazionale: da “Mattinata” di Leoncavallo a “Non ti scordar di me” di De Curtis, da “Panis Angelicus” di Frank a “Mamma” di Bixio, il tenore intonerà 14 brani di grandissimo impatto artistico da una delle location più suggestive al mondo.
Alla serata sono attese moltissime autorità e esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. I biglietti per assistere dal vivo a quello che si annuncia un vero e proprio evento sono in prevendita sul sito degli organizzatori del concerto (www.fourone. it) ma anche al botteghino allestito presso il Colosseo.

venerdì 15 maggio 2009

Il ritorno di "LIGABUE"


Il 5 giugno uscirà “Sette notti in Arena” (Warner Music), il cd-dvd live di Luciano Ligabue con l’orchestra dell’Arena di Verona. Il progetto raccoglie tutte le canzoni in cui era coinvolta l’orchestra durante i concerti dello scorso anno che hanno visto la presenza di oltre 90mila persone.
Dopo il successo di pubblico e di critica delle sette date sold out del 2008, il rocker di Correggio tornerà anche quest’anno all’Arena di Verona. Lo farà dal 24 settembre con una serie di concerti che segna il suo ritorno sulle scene live (prevendite già aperte), unico appuntamento dal vivo in Italia nel 2009.
Anche quest’anno a canzoni in cui Ligabue si esibirà da solo con l’orchestra, se ne alterneranno altre in cui il rocker si esibirà accompagnato dalla sua band, fino alla fusione di band e orchestra. La band che accompagnerà Ligabue nella cornice dell’Arena di Verona è composta da Federico Poggipollini (chitarra), Niccolò Bossini (chitarra), José Fiorilli (tastiere), Luciano Luisi (tastiere e programmazioni), Michael Urbano (batteria), Kaveh Rastegar (basso).
Intanto Ligabue, dopo il fortunato tour europeo che lo ha visto protagonista lo scorso anno, torna a suonare in Europa toccando alcune capitali europee: il 23 maggio a Barcellona, il 25 a Londra, il 28 a Amsterdan e il 30 a Parigi.