martedì 17 febbraio 2009

Al via la prima.....SANREMO


Ultimo treno, ultima occasione, ultimo appello. Anzi, visto che è un Festival con vista mare, ultima spiaggia. Fabrizio Del Noce lo dice chiaro e tondo: «O si fanno gli ascolti o per Sanremo è crisi». Non più oscillazioni, flessioni, cali e altri pietosi eufemismi democristiani: crisi. O la va o la spacca. Perché, secondo il direttore di Raiuno, «è chiaro che, se continuerà la disaffezione del pubblico, Sanremo non sarà più un grande evento». Tradotto: se andrà male anche quest’anno, addio Festivalon de’ festivaloni, derubricato a un Ballando con le stelle qualsiasi. Anche se metterci una pietra (tombale) sopra, come suggeriva saggia la Carrà, non si può perché l’accordo con il Comune è valido per altri due anni e poi perché quello del 2010 sarà il Festival numero 60, dunque con celebrazione obbligata.
Per esorcizzare il temutissimo flop, Del Noce è convinto che «quella di Paolo Bonolis sia la scelta giusta». E il conduttore ammicca: «Sono convinto che piacerò. Mi auguro che arrivino gli ascolti, però io lavoro sul prodotto. E il prodotto è buono». Del resto, per l’assalto allo share la Rai schiera l’artiglieria pesante: stasera, Mina (che canta Nessun dorma! in video e non solo in voce, e con la quasi certezza che si riappalesi sabato per il gran finale) e Roberto Benigni. Però dici Bonolis e Benigni e subito ricicciano le polemiche. Il Gran Baratto fra la Rai e il Robertaccio sulla sua comparsata (venti minuti «nei quali ci divertiremo molto, è caricato a pallettoni», giura Bonolis, e senza censure perché «se hai Benigni devi dargli il massimo della libertà») sta facendo litigare praticamente tutti, dal Parlamento agli alti papaveri Rai fino al Codacons che vuol portarlo in Procura. Idem per il milioncino tondo tondo versato a Paolino («Aho’, ma è lordo!») per ideare e condurre la gran macchina spettacolar-canzonettara, cifra che suona incongrua in tempi di crisi vera e nera e cinghie tirate dalle Alpi alle piramidi. «Polemiche fuori luogo - contrattacca Del Noce - dato che è lo stesso cachet versato ai direttori artistici dei Festival precedenti. Perché nessuno protesta per gli stipendi dei calciatori (magari perché li pagano Moratti o Berlusconi, non i forzati del canone, ndr)? Questo è un atteggiamento molto italiano».
Il Bravo Presentatore, per il resto tutto sorrisi e battute, sull’argomento sfodera gli artigli: «È un’evidente polemica strumentale, di quelle che si usano in politica. Il mio compenso era noto da mesi e, guarda caso, viene tirato fuori solo adesso». Da chi? «Sono degli infelici che non vogliono che si regali un po’ di svago agli italiani. Oppure c’è chi ha interesse a colpire Sanremo. Diciamo che ci sono delle persone che si adoperano per il Festival e altre che adoperano il Festival». Ma chi vuol fare la festa al Festival? Mediaset? I dissidenti Rai? I marziani? Bonolis si rifiuta di precisare: sono sempre essi, quelli, la terza persona plurale. E anche questo è molto italiano. Come i soliti sospetti su risse Rai in vista della nomina prossima ventura del nuovo Cda.
In ogni caso, oggi alle 21 sipario (si fa per dire, all’Ariston non c’è) sulla seratona inaugurale del 59esimo Sanremo. La scenografia di Gaetano Castelli è rutilante come tutti gli anni: molti schermi per i video, scalinatona di prammatica, più luci che a Las Vegas, riesce perfino a dare l’impressione che l’Ariston sia un grande teatro invece di quel cinemino di provincia che è. Preceduta da Beatrice, una bimba di 7 anni che accenna qualche nota al pianoforte, apre Mina divina, poi cantano i primi due campioni (ribattezzati, con un certo ottimismo, Artisti), cioè Dolcenera e Fausto Leali, poi arriva Luca Laurenti. A seguire cinque Artisti, lo show di Benigni, altri nove Artisti, la superstar Kate Perry, quattro giovani (quest’anno promossi a Proposte) e l’annuncio dei tre Artisti eliminati in diretta.
La valletta è Alessia Piovan, il bonazzo a uso di signore e gay, che non lo vedranno perché saranno tutti in piazza a protestare contro Povia, è il modello inglese Paul Sculfor, e c’è perfino un collegamento da New York per gli auguri dal Palazzo di vetro. I giurati sono blindati e arrivano da Genova sui bus scortati dalla polizia. Bonolis promette tempi rapidi e ritmo-ritmo-ritmo, ma si sa che si andrà oltre la mezzanotte. Tanto più che il cast continua a gonfiarsi: ultime new entry, attese per giovedì, l’Oscar Kevin Spacey e il ricordo di Mino Reitano affidato a Ornella Vanoni (mercoledì tocca invece a Fabrizio de André).
Riassumendo: polemiche, pasticci Rai, l’Ariston, il presentatore, Patty Pravo, sorrisi, canzoni, ricordi, dirige il maestro Pinco Pallo, un bell’applauso. Bentornati a Sanremo.

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