sabato 21 febbraio 2009

Al via il FINALE...nuove proposte vince "ARISA"



«Semplicità» di Arisa è stata la «Proposta» più votata, e ha vinto, ieri nella notte, la competizione per i giovani. Tra gli «Artisti», eliminati Dolcenera e i Gemelli Diversi. Sempre più, questo, è il Festival della mescolanza, un blob gigantesco, le canzonette e la lirica, le donne nude e i bambini malati, gli attori e i modelli, la tv generalista al massimo della sua essenza e il blob. Eccole eccole, le conigliette a Sanremo, evviva evviva. Che eccitazione, quasi che alla tv italiana non si vedessero mai le donne nude. Quasi che le loro vicissitudini non fossero già seguite dalla rete E! Entertainment Television in una sorta di reality da casa Hefner. Ma poi, come al Carnevale di Rio sotto la pioggia, le trombette tacciono, i pennacchi si afflosciano. Tutto lì? Bonolis sta giusto intervistando il «mecenate» Hugh Hefner, che dice cose rispettabili e irrilevanti, quando arriva davanti a loro, e alle conigliette mute, sedute, immobili, vestite, forse ri-vestite dall’Osservatore Romano, una ragazza nuda, tutta dipinta. Attimo di smarrimento, poi la allontanano, Bonolis raccomanda: «Piano piano».
Come avrà fatto, la signorina Laura Perego, ad arrivare fin lì? E la sicurezza tanto occhiuta? Era tutto organizzato? L’hanno scambiata per una coniglietta? Era una poverina in cerca di notorietà? Una furbacchiona aspirante pornostar, con tanto di sito? Per la precisione. La battuta: «L’opera lirica è un posto dove un uomo viene pugnalato e, invece di morire, canta» non è dello zio di Bonolis ma di George Bernard Shaw. Ieri il conduttore, elegante nel suo smoking, luccicante il cravattin, apre la quarta serata del Festival con un omaggio e un elogio alla lirica. Il soprano Dimitra Theodossiou e il tenore Gianluca Casanova accennano a qualche aria famosa, trascolorando dal melodramma ai Queen. Dunque: Bonolis è uno che conta? E’ uno potente? E’ uno che ha riportato gli ascolti del Festival agli onori degli ascolti generalisti? E allora, se pensa davvero che la lirica valga qualcosa di più che un breve «medley» in mezzo a un festival di musica leggera, potrebbe favorire la realizzazione di un programma che piaccia al colto e all’inclita e aiuti gli italiani a non perdere la memoria di uno dei loro patrimoni più grandi e esportabili, il melodramma. Perché abbiamo capito tutti di avere il 60 per cento dell’arte del mondo, in ogni sua declinazione: solo che poi lo umiliamo. Con il contributo importante della tv.
La lirica, ma poi i bambini malati, che dovrebbero essere assistiti a casa, mentre noi viviamo in un «terzo mondo dell’anima, dove le famiglie si sentono prese per i fondelli. Lo Stato, le regioni, i comuni latitano, ma noi dobbiamo pretendere quello che ci spetta, visto che paghiamo molte tasse e il nostro dovrebbe essere uno stato sociale». Richiesta di aiuto a chi fa, specificamente a una Onlus. Un attacco allo Stato? Che dirà l’Osservatore Romano? Disguidi tecnici, rallentamenti, il conduttore che porta via i microfoni da solo, «sembra una fiera di paese», canta in prima persona davanti a Cappon. Il bello di giornata, Ivan Olita, italiano, gioca sullo scilinguagnolo e sull’attrazione per la donna matura. Stefania Rocca ed Emilio Solfrizzi ne approfittano per lanciare l’ultima puntata di Tutti pazzi per amore. E’ la sera dei duetti. I dodici artisti cantano in compagnia di validi sodali. E’ la sera della «Proposta» vincitrice, mentre giovedì Ania si era aggiudicata il Sanremo web. Proprio lo sviluppo del festival sul web è un motivo del rinnovato successo: un avvicinamento al modo in cui i giovani ascoltano la musica, cioè via internet.
Il web da una parte, e Ciao Darwin dall’altra. Ogni conduttore fa il Festival che sa fare. Che rispecchia la propria «Weltanschaung», pardon: cioè la sua visione del mondo e, più modestamente, del varietà. Così Fazio contaminava, la Carrà festeggiava, Baudo solennizzava, Bonolis anima la platea, ne titilla i bassi istinti ma poi la nobilita con il linguaggio forbito e i nobili intenti. Mescola. Gestisce benissimo il magma e dà forma al caos. Chiama Madre Natura, anzi, avendo a disposizione ampi mezzi, tante Madri Nature; scherza con Laurenti, che gli dà una mano importante, lo sorregge, e manca solo che arrivi la macchina del tempo. Potevano farci arrivare le conigliette di Hugh Hefner, invece che farle stare lì sedute sulle poltroncine del dentista.

Nessun commento: