venerdì 8 febbraio 2008

BERLINO si veste di nuovo di MUSICA

Un fiume di musica sta per invadere il cinquantottesimo Filmfest di Berlino che si apre oggi con l’anteprima di Shine a light, il film di Martin Scorsese dedicato ai Rolling Stones. La band al completo, Mick Jagger in testa, sarà stasera sul tappeto rosso del Berlinale Palast e già si prevedono deliri di fan. Girato, con l’aiuto di 16 cineprese, al Beacon Theatre di New York nell’arco di due concerti, il 29 ottobre e il primo novembre del 2006, il documentario va ben oltre il semplice ritratto del più celebre gruppo rock del mondo. Scorsese ha spiegato di aver voluto portare sul grande schermo l’essenza stessa della musica degli Stones, ovvero il rapporto vitale che lega quei musicisti a quelle note. Nel pubblico entusiasta, invitato a seguire la performance si riconoscono Hillary e Bill Clinton, mentre, in veste di ospiti speciali, si esibiscono Christina Aguilera e la leggenda del blues Buddy Guy.
Il direttore del Filmfest, Dieter Kosslick, presenta la Berlinale al grido di «let’s rock!» e infatti, dopo l’exploit di Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood (uffici stampa assediati dai giornalisti del globo assicurano che oggi, sotto il cielo di Berlino, saranno tutti presenti), toccherà all’icona pop Madonna, stavolta in veste di regista esordiente con Filth and wisdom, protagonista Eugene Hunz, il cantante dei Gogol Bordello. Il film parla dei sogni e della fatica di trasformarli in realtà, fatica sempre uguale, sia quando si tratta del musicista che aspira a diventare star internazionale, sia quando riguarda la ragazza che vuole fare l’infermiera. S’intravedono segnali autobiografici, ma sarà la stessa autrice a chiarire il senso dell’opera in una delle giornate più attese della manifestazione.
Ma non è tutto. Al glamour patinato di Madonna farà da contraltare quello stropicciato della poetessa Patti Smith, omaggiata in Patti Smith dream of life, debutto alla regia del noto fotografo Steven Sebring. Il ritratto d’artista emerge in questo caso da un ricco mosaico di testimonianze, esibizioni, musica, racconti, interviste, filmati di vita privata, raccolti da Sebring nel corso del tempo: «Il processo di scoperta di Patti Smith è durato 11 anni, io stesso non riesco a crederci, ma ho trascorso un quarto della mia vita a inquadrarla nel mio obiettivo. Questo film è anche un modo per trasmettere al pubblico la mia esperienza». Meno intimista, più interessato a mettere in luce il legame tra musica e impegno politico, si annuncia invece CSNY: Deja vu firmato da Neil Young che stavolta ha scelto di nascondersi dietro il nome di un fantomatico Bernard Shankey. Il documentario descrive varie fasi della tournée Freedom of speech, realizzata nel 2006 in Nord America e incentrata sull’album di Young Living with war. La guerra in Iraq è realtà quotidiana e il fulcro delle riprese sta proprio nel modo con cui il pubblico reagisce ai temi pacifisti proposti dalla band.
Ma al Filmfest troveranno spazio anche altri ritmi e altri accordi, da quelli struggenti del tango, descritti in Cafè de los maestros, antologia di un sound che in Argentina è vita, e storia, a quelli martellanti dell’hip hop, celebrati in due produzioni, Love, peace & Beatbox, ambientata a Berlino, e Warchild in cui il divo Emmanuel Jal, nato in Sudan nell’80, racconta come è riuscito a sfuggire al suo destino di soldato ragazzino. Per lui, come per tanti altri nel mondo, la musica è stata vera salvezza...anche qui la protagonista assoluta e sempre e solo la musica!Ciao da....AndyV

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