mercoledì 18 giugno 2008

ANDYV finalmente a MIAMI....Anteprima COLDPLAY

Dopo un lungo lavoro fra Bologna..Milano..Torino..e d'intorni e in mezzo qualche esame al conservatorio ecco che scatta l'ora di partire per MIAMI,dopodomani sera da Malpensa saro' in volo,naturalmente sara' un viaggio di lavoro vacanza per della serate ha tema con la radio,la mia assenza sara' di 10 gg..ma il blog funzionera' ugualmente dagli States of America...bene passiamo all'articolo di oggi che parlando di gruppi Inglesi The Edge degli U2 dovrebbe chiedere i diritti d’autore, per il sound della sua chitarrina, a Johnny Buckland, l’omologo nei Coldplay che gli va pericolosamente addosso, ridisegnando dal vivo, alla Brixton Academy, le stesse atmosfere della gloriosa band irlandese. Ma tant’è, a fare da trait d’union fra i due gruppi c’è non a caso Brian Eno, produttore sia dei Mitici sia di Viva la Vida or Death and All His Friends, disco che sembra destinato a insediare i Coldplay su un trono, dopo il palliduccio X&Y del quale qui ricordano solo Fix It e Square One. Tutte le vecchie cose vengono immerse nel nuovo sound, e tanto con pezzi come Violet Hill, 42 o Lost, la loro Vida per ora è assicurata. Appena uscito, l’album in Italia ha venduto 70 mila copie, e nella natìa Inghilterra già 300 mila: c’è bisogno di nuovi Fab Four, e non sarà un caso che gli inglesi abbiano scelto loro che hanno questo bel leader e autore trentunenne, Chris Martin, tutto corti boccoli e volto ispirato, che ha già fatto due figli con Gwyneth Paltrow e dunque ci scappa pure la liaison con Hollywood e il mercato americano.
Nel primo dei tre concerti gratuiti, l’altra sera, alla Brixton Academy a Londra, con Stella McCartney e Kelly Osbourne confusi fra i 4 mila, il bel Chris ha sfoderato tutto il suo magnetismo, si è mosso come un’anguilla (si diceva che il concerto sarebbe potuto saltare per un suo male al ginocchio) e ha dato fondo alle virtù del falsetto, senza il quale sembra non si possa più incidere un disco di successo. È comunque anche lì, nel suo canto, la chiave di quella sottile inquietudine o addirittura angoscia che rende attuali i Coldplay, i quali non risparmiano neanche una cupa Cemeteries of London; ma Chris è anche seduttivo con la folla che ha vinto il biglietto alla riffa delle radio. Scherza: «So che ci son state lamentele per il costo dell’ingresso», si fa gli spot: «Quando pensate che state per perdere, cantate questa canzone», e attacca Viva la vida.
Fin dall’inizio, nel ’99 con Parachutes, i quattro hanno molto guardato ai Radiohead, poi hanno continuato a ripartire: ora siamo all’epicità, sempre con la mira di collocarsi nell’invidiabile zona degli indie di successo. C’è chi li accusa di essere inoffensivi e piacioni, di non aver personalità propria e hanno già collezionato accuse di plagio: la prima da Van Wood, la seconda da una band di Brooklyn. Ma alla fine la freschezza, la tonicità del live, l’entusiasmo del pubblico che canta già le nuove canzoni, ci ricordano che ogni generazione deve avere i propri eroi.
E quando alla fine vanno sul balconcino del delizioso teatro ad attaccare in acustico Yellow e il batterista Will poi canta timido Death Will Never Conquer Me; quando poi su Lovers in Japan piovono sulla gente migliaia di coriandoli, ci viene in mente che sia meglio che tocchi a loro, la gloria, piuttosto che ad altri. Si replica in Italia il 29 settembre a Bologna e il 30 a Milano Forum...bene ancora domani e poi dalla settimana prox in diretta da MIAMI Ciao!

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