giovedì 11 dicembre 2008

Guantanamo, i musicisti si ribellano


Nel 60esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, il mondo della musica si ribella e condanna l’uso delle canzoni come strumento di guerra e tortura. Pezzi famosissimi, come Enter Sandman dei Metallica, White America di Eminem, Hells Bells di Ac/Dc e il tema di Sesame Street, sono stati usati, ad esempio, per torturare i detenuti nel carcere speciale di Guantanamo. La musica a tutto volume, si sa, non lascia segni evidenti sul corpo.
Già Bruce Springsteen si era arrabbiato per l’uso di «Born in the Usa», che a molti ricorda anche le sofferenze del conflitto in Vietnam, sostenendo che il pezzo è stato così «svalutato». Circa 20 anni fa le forze Usa a Panama hanno utilizzato la musica dei Guns N’Roses e Elvis Presley sparata a tutto volume dagli altoparlanti per spingere l’allora leader Manuel Norriega a dimettersi. Era nata una tattica. Da allora la musica suonata a volumi intollerabili è stata spesso utilizzata a Guantanamo Bay e in altri posti dalla Cia, come parte delle sofisticate torture disponibili contro i prigionieri.
I musicisti oggi si ribellano: un gruppo di band e artisti si sono uniti per chiedere agli Usa di non usare più il loro lavoro come strumento di guerra. Alla rabbia di Springsteen si uniscono così i Massive Attack, Elbow, il chitarrista Tom Morello dei Rage Against the Machine, James Lavelle fondatore del progetto Unkle, Matthew Herbert, the Magic Numbers e Bill Bailey. Come segno di protesta gli artisti hanno pensato a minuti di silenzio ai concerti e festival, tanto per cominciare. La campagna, intitolata ZeroDb, è stata lanciata ieri dalla britannica Reprieve, scrive il Guardian che riporta la notizia, che rappresenta più di 30 prigionieri del carcere speciale situato sull’isola di Cuba.
Le Nazioni Unite e la Corte europea dei diritti umani hanno già vietato l’uso della musica ad alto volume nelle interrogazioni. Spesso i militari americani usano musica «profana» contro i detenuti in Iraq, Afghanistan e a Guantanamo. Musica che va dall’heavy metal al pop: secondo l’organizzazione Reprieve tra le canzoni usate ci sono anche pezzi degli Aerosmith, di Britney Spears, Christina Aguileira, Don McLean, Lil’ Kim, Red Hot Chili Peppers, Tupac Shakur e altri.
Non tutti i musicisti sono contrari però all’uso della loro musica per certi scopi: «Lo ritengo un onore pensare che le nostre canzoni possano essere usate per schiacciare un altro 11 settembre», ha dichiarato Stevie Benton dei Drowning Pool.

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