sabato 20 dicembre 2008

MOTOWN, quello sì che era "X factor"


Per il celebrare il 79mo compleanno di Mister Barry Gordy fondatore della Motown Records, il 28 novembre è stata pubblicata la compilation commemorativa Motown 50. Per tutto il 2009 (l'anniversario per i cinquant'anni dell'etichetta sarà il 12 gennaio) la Universal Music proporrà inoltre i dischi classici e in qualche modo fondamentali della storica etichetta nata in un garage di Detroit e assurta ormai a icona della musica mondiale. Oltre ai classici come I want you back dei Jackson 5 o Reach out I'll be there dei Four Tops, in Motown 50 ci sono le chicche di veri giganti della musica, messe in fila uno dopo l'altra così da comporre una collana di più di sessanta «perle» dal valore inestimabile.
In questo triplo cd, per la gioia dei nostalgici, ci sono praticamente tutti. Dai Jackson 5 con un Michael ancora riconoscibile, a Marvin Gaye il padre artistico dell'intero movimento soul, da Smokey Robinson & the Miracles ai Temptations, da Diana Ross con le Supremes a Stevie Wonder, da Martha Reeves and the Vandellas a The Isley Brothers, e poi Thelma Houston, Commodores e tanti altri. Non a caso quindi la proposta è una specie di compendio di ciò che di meglio è stato realizzato da Gordy e i suoi artisti ma anche un'indicazione precisa per chi si fosse perso il passaggio musicale dal blues al rhythm'n'blues. Non è un caso se sotto la targa Motown sono stati raggiunti record incredibili. Ben centottanta canzoni di quella che prima era Tamla-Motown e poi solo Motown Records sono arrivate al primo posto della classifica di vendita americana. Molte di più hanno raggiunto la vetta delle charts un po' in tutto il mondo e la ricetta, la miscela magica che permetteva a chiunque varcasse la soglia del garage prima e della palazzina poi, di proprietà di Mister Gordy raggiungeva il successo.
In tanti si sono chiesti che cosa avessero gli autori e gli interpreti Motown più degli altri. In cosa consisteva il «midas touch» di Gordy. Nessuno lo ha mai saputo spiegare veramente seppur decine e decine di libri e pubblicazioni abbiano provato a scoprirlo. Da parte nostra possiamo solo aggiungere che nei dischi Motown per molti anni si è respirato un rhythm'n'Blues cantato con il cuore da uomini e donne con un talento estremo. Persone scovate una a una da un talent scout come Barry Gordy, un giovane afro- americano che, con determinazione e con l’unico supporto economico della sua famiglia, non solo ha forgiato nuove basi per l'orgoglio e le radici culturali delle minoranze afro-americane di quegli anni, ma era capace di riconoscere al volo nell'artista quello che oggi, in tempo di reality, qualcuno chiama «X factor».

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