lunedì 17 novembre 2008

Torna "SEX BOMB"alias...TOM JONES


Abbandonarsi a ricordi struggenti, cantare le malinconie del tramonto, rivivere gli standars d’epoca? Non se ne parla. Tom Jones non è Johnny Cash e nemmeno Rod Stewart. Va all’attacco, lui, e i suoi 68 anni se li porta da focoso gallese convinto di poter continuare a fare breccia nell’immaginario giovanile e, perché no, femminile. In fondo, Sex Bomb fu solo 8 anni fa un successo tanto travolgente, da strapparlo dall’album dei ricordi e riproiettarlo direttamente nelle discoteche. Prima che l’eco di quell’impresa (tutto sommato inaspettata) sfumi, arriva il 21 novembre 24 Hours, album dalle ambizioni pesanti che vuol prendere di mira sia i vecchi fans, sia i ragazzi che hanno ballato e cantato Sex Bomb.
Come produttori, intanto, sono stati scelti dei modaioli: il duo british Future Cut, che ha appena lavorato con fresche fanciulle come Lily Allen ed Estelle. Ma Tom Jones oltre ai produttori sa scegliersi gli amici. Due per tutti, Bono e The Edge, la magica coppia degli U2: dai quali (si dice dopo una notte di baldoria alcolica in un pub di Dublino) è riuscito a farsi scrivere Sugar Daddy, uno dei brani già più chiacchierati dell’album, pennellato su un personaggio maturo che tacchina una giovincella: «Del maschietto ho l’intuizione/ e del sesso l’ambizione...non si manda un ragazzo a fare un lavoro da uomo», recitano le liriche che non hanno granché bisogno di note esplicative. Rivela fiero il gallese di essersi sentito dire da Bono: «Sei l’unico che possa affrontare un testo del genere. E’ una bravata di canzone, tu puoi continuare a divertire, se ti diverti anche tu».
Ma l’album, che è il primo di inediti dal 1993 di Tom Jones, non rinuncia alle cover. Anche qui la scelta è stata di prima classe, nel mondo della più significativa canzone d’autore, con The Hitter, su un vecchio boxeur, presa dall’album Devils&Dust di Bruce Springsteen e registrata in acustico con l’aggiunta di fiati; l’intenzione è di far risaltare il versante drammatico del vecchio leone, lo stesso che si ritroverà nella title track 24 Hours, ambientata in un braccio della morte.
L’idea di partenza di Jones è stata di non fare soltanto un viaggio nella nostalgia: «All’inizio mi hanno proposto di incidere un altro album di cover, ma mi è sembrato che sarebbe stata la solita vecchia storia, far rivivere dei brani che già avevano avuto una loro buona stagione. Questa volta mi sembrava proprio che fosse l’ora di guardare avanti. Finora ho avuto dei successi che mi sono capitati addosso, e sono stato anche parecchio pigro, mi sono sempre affidato alla fortuna». Spiega di aver scartato un pacco di materiale: «Ho letto testi come "Stai bene con la mia maglietta addosso, ma stai anche meglio se te la togli". Non era questo che volevo cantare, troppo facile. Così sono diventato molto attento sulla scrittura dei testi».
In quanto alla musica, Thomas Jones Woodward (questo è il suo vero nome), figlio di un minatore gallese e voce assai «nera», non poteva non approfittare della rinascita del movimento soul, e dei trionfi di Amy Winehouse. Così, con i Future Cut, ha lavorato a uno stile vintage che oggi va per la maggiore. Ma il bello è che questo disco uscirà anche negli Usa, dove risiede con la moglie da parecchi decenni ma dove da 15 anni non pubblicano un suo album: a fare il miracolo, dev’essere stata ancora Sex Bomb.

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