sabato 19 aprile 2008

"PIERO PELU'"..Il nuovo disco..con una stoccata alla politica!

Ci sono icone che ci portiamo dietro nel tempo e che finiscono per rimanere immobili nel nostro immaginario qualunque cosa facciano. Una di queste è certo Piero Pelù, destinato per chissà quanto ad essere definito «l'ex frontman dei Litfiba», anche se dal non indolore divorzio con Ghigo Renzulli sono passati ormai nove anni: il chiodo però continuerà a battere oggi che esce Fenomeni, ormai quinto disco solista del rocker fiorentino. Ascoltandolo, si ritrovano - con l'abbandono del «medrock», il rock mediterraneo che all'inizio del suo percorso in proprio gli sembrava l'unica strada da battere - suoni per così dire più familiari, cioè litfibiani. Infuriare di chitarre, batteria elettrizzata, insomma quel mondo rock metropolitano dal quale Piero proviene e dentro il quale è diventato famoso per due motivi essenziali: la voce dalla timbrica autenticamente ribelle; e la presenza in scena, magnetica e sexy, quel suo modo di riempire il palco da istrione nato che gli è valso, ancora l'altra sera all'Auditorium Rai di via Asiago (dove ha registrato un concerto che andrà su Radiouno il 2 maggio alle 21), una prima fila di groupies scatenate nell'entusiasmo, solo rappresentanti di un'orda ben più consistente sparsa per l'italico suolo.
Ma le due ragioni della «famosità» del solista Pelù sempre più debbono fare i conti con la realtà delle opere in uscita, e non c'è dubbio che il percorso artistico degli ultimi nove anni per lui sia stato in salita. All'agilità iniziale, che faceva intravvedere nuovi orizzonti creativi, non è seguita una realtà all'altezza delle attese: l'indice di gradimento si è accorciato, e temiamo che neanche questa volta - con il rock sparato di un trio peraltro dal vivo piuttosto efficace - sia quella buona per la risalita.
L'urgenza comunicativa del buon Pelù, qui per lo più autore di testi e musiche, finisce per avere la meglio sulle ragioni artistiche. I testi si accavallano di concetti: e anche in concerto si respira quando viene fuori il vecchio Spirito libero, e bastano poche parole a lasciar immaginare un mondo che invece le nuove cose, infarcite di suoni, ti buttano addosso. Alla fine è nelle ballad, come Viaggio e Amor diablo, che l'artista riesce a dare il meglio.
Un peccato, perché le argomentazioni e i giochi di parole anche intelligenti non mancano, in questo percorso attraverso l'universo mondo, ricco di spunti polemici ma anche poetici: fra questi ultimi c'è una canzone, Ti troverai, che il ribelle Piero dedica alla ribelle figlia diciottenne: «Sono stato un figlio difficile e oggi mia figlia è ancora più complicata», spiega; da figlio, canta invece in Zombie la storia della sua famiglia che lo ha reso pacifista: «Mio nonno era un ragazzo del '99 mandato al fronte a 18 anni. I suoi racconti di guerra mi hanno spinto all'obiezione; mio padre fu un Balilla fuggito alle bombe nel ‘44. È stato devastante scoprire che dopo le guerre è venuta solo una finta pace».
C'è una canzone, Ufo su Firenze, che si ispira a un episodio autentico del ‘54, quando la partita Fiorentina-Pistoiese fu sospesa per l'arrivo di un Ufo: «Alla fine, trovarono sul campo del silicio. Ma è un modo, questo, per parlare della paura del diverso che fa fare ordinanze comunali come quella contro il racket dei lavavetri, mentre nessuno si preoccupa che la mia città abbia il maggior consumo di eroina e cocaina». Si chiude in politica, com'era ovvio: «Ero convinto da tempo che avrebbe vinto Berlusconi, visti gli errori accumulati dalla sinistra dalla caduta del Muro in poi. Mi preoccupa che essa manchi in Parlamento: la nuova realtà potrebbe portare a esiti imprevisti, e certe derive mi spaventano».Quando l'assenza persiste nel non scrivere sul blog, e perche' il lavoro mi sovrasta..ciao..alla prox!

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