mercoledì 28 maggio 2008

ZUCCHERO...in versione BRUXELLES

Tono da Blues Brothers, un po’ più basso, un po’ più roco. «Sono qui perché me l’hanno chiesto l’amico Kofi e il signor Gorbaciov», spiega Zucchero Fornaciari in versione testimonial per la lotta al cambiamento climatico. Nell’anonimo bar della sala stampa del Parlamento europeo, l’Adelmo nazionale elabora la teoria del «lo faccio, ma solo con chi conosco bene» per spiegare come mai gli è capitato di finire a suonare nel tempio della politica europea: «Ci sono talmente tante iniziative come queste che non sai mai che messaggio ne viene fuori, o dove vanno i soldi che si raccolgono». Però «con Kofi» (Annan, l’ex segretario Onu) Sugar ha già fatto altre cose in passato, Pavarotti & Friends compreso. E allora, «visto che la causa era giusta e noi eravamo di strada, ho accettato: era importante esserci».
Ne è venuta fuori una delle serate più elettriche della storia dell’integrazione comunitaria, con il terzo piano del Palazzo Altiero Spinelli saturato da watt e anime danzanti e sempreverdi, eurodeputati in testa. «Voglio vedere se il Parlamento balla», e quello gli ha risposto come non si aspettava. Sorpresa evidente: «Credevo di dovermi esibire per i pinguini». Invece no. Sette brani di spettacoli e quattro bis. Un greatest hits di una decina di brani, aperto da Dune mosse e Il volo, chiuso da Senza una donna (in inglese), Miserere (dedicato a Pavarotti), Per colpa di chi e You’re so Beautiful. Concerto vero. Applausi umidi.
L’aperitivo era stato Tutti i colori della mia vita eseguita in pieno emiciclo davanti all’amico Kofi e a decine di altri grossi ex della politica riuniti a Bruxelles per la consegna dell’Energy Globe Award, premio per i miglior progetti ecocompatibili della Terra. «Sono preoccupato per il futuro e per i miei figli - ammette l’artista emiliano -. Non immagino che pianeta gli lascerò quando non ci sarò più; se va così, l’avvenire rischia di essere molto pericoloso per tutti». E c’è di peggio: «Come si fa a vivere senz’acqua, non lo so proprio. E senza vino?»
Risata afona. Ma la questione è seria. «Da ragazzo non ci facevo caso. Ero così preoccupato di quello che dovevo fare nella mia vita e per la mia musica che, a essere onesto, non mi veniva in mente di ragionare sul futuro del pianeta». Pensava a sopravvivere, racconta Zucchero, «perché sono cresciuto in una famiglia di campagna molto povera». Il tempo ha fatto la sua parte. «Quando ho cominciato a incidere dischi mi sono sentito parte di eventi come questi, ho suonato per Mandela, per la Rainforest e il LiveAid di Geldof. Sono felice di avere un lavoro che mi piace, suonare la mia musica e poter aiutare una giusta causa. È avere fortuna».
Le rockstar amplificano il messaggio, stima Sugar. «Il pianeta è pieno di problemi, ogni giorno ce n’è uno nuovo». Così il messaggio del bluesboy padano è «Fate attenzione!». Certi problemi «ci sembrano lontani, ma non lo sono» e le soluzioni non vengono. Per colpa di chi? «La responsabilità è del potere politico - sentenzia Adelmo con una capriola populista al contrario -. Della gente che ha la responsabilità di condurre i Paesi e non trova il tempo e il modo per affrontare le questioni più pressanti». L’esempio, giura, lo hanno dato artisti come Bono che ha cercato di smuovere le coscienze. Ma lei, la classe dirigente, frena. «Promettono e non mantengono. Io chiedo meno politica e buona politica». Pagheremo tutti il conto del pranzo di pochi? «Il prezzo c’è; se non si fa nulla lo pagheranno i nostri figli. Questa è la cosa che mi fa più male». A proposito: una parte del governo vuole ammorbidire i vincoli del protocollo per la limitazione dei gas serra. «Non so. Non guardo la tv italiana da due mesi e quando l’ho vista era criptata». Probabilmente, visti i vizi della Rai, era una partita di calcio...mah!...Ciao

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