domenica 4 maggio 2008

Dietrofront "RADIOHEAD"

Chi li capisce è bravo. I Radiohead si confermano una delle band più stravaganti e originali in circolazione. In autunno rovesciano il mondo dell'industria discografica tradizionale offrendo il loro album in anteprima su Internet e lasciando che sia il pubblico a deciderne il prezzo. In primavera fanno marcia indietro, definendo quell'operazione come la "risposta a una situazione particolare", che "non avrebbe senso" ripetere.
Parole del leader Thom Yorke, riportate da The Hollywood Reporter. Parole che sono ennesima testimonianza della natura problematica e altamente imprevedibile della band inglese (e del suo leader). Da un lato il gruppo prosegue in una massiccia campagna promozionale online (un social network privato, tonnellate di video e widget distribuiti sul Web e un concorso di remix che ha spinto più di 2000 fan e dj a mettere mano alla canzone Nude). Insomma, la natura avanguardistica e altamente high tech del gruppo rimangono al di sopra di ogni sospetto.
Dall'altro lato, però, dichiarazioni come quelle di Thom Yorke contribuiscono a raffreddare un po' gli animi: non tanto dei fan della band, quanto di chi li aveva considerati un po' i paladini delle nuove frontiere della distribuzione musicale. Tradotte, le frasi del cantante potrebbero facilmente suonare così: "abbiamo azzeccato un'ottima campagna promozionale, siamo soddisfatti del risultato, sappiamo che in futuro non avremo più la possibilità di ottenere un simile battage pubblicitario e quindi figurati se torneremo ad essere così generosi e a regalare la nostra musica" (più o meno è la lettura che ha dato Andrew Orlowski di The Register in un articolo forse un po' cinico, ma con significativi riscontri con la realtà).
Può anche darsi che le recenti uscite di Yorke e compagni facciano parte di un desiderio più generale di de-potenziamento. Il leader della band non ha mai amato il ruolo di pioniere, guida o salvatore della patria. A differenza di altri colleghi più famosi, ha sempre preferito stare alla larga da riflettori che non fossero quelli del palcoscenico. Alla fine del 2007, nei giorni successivi alla distribuzione di In Rainbows, i Radiohead sono stati indicati da chiunque come i Mosè che avrebbero portato l'industria musicale verso una nuova Terra Promessa. Ancora oggi il 99% delle interviste che li riguardano sono legate al Web e al futuro della musica. Magari la band si è stufata di un certo tipo di domande e in vista dell'imminente tour mondiale sta cercando di rimuovere l'argomento Internet. Anche in modo piuttosto brusco,quando la stravaganza e nella natura e cosi'...alla prox!

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